Bambini in vendita

A volte lo sentivano dire dalle nostre madri: “Se non fai il bravo ti vendo!”. Certo, ce lo dicevano per intimorirci e non di certo con l’intenzione di farlo, ma purtroppo la vendita dei bambini, soprattutto nei paesi dell’est Europa, ancora oggi è un pratica sfruttata per racimolare un po’ di denaro.
Perché una madre arriva a vendere i propri figli? La maggior parte delle volte avviene per una situazione di estrema povertà, personalmente però non capisco con quale coraggio una madre si dimentichi dei figli e ne faccia altri piuttosto che tornare a riprendersi i suoi.
Questo caso è venuto alla luce nel 1948, ma poi è stato dimenticato fino al 2013, quando quattro dei cinque figli abbandonati da una donna hanno deciso di rimettersi in contatto prima di morire. La fotografia che metto in fondo all’articolo è davvero eloquente e basterebbe a illustrare la vicenda; ciò che aggiungerò io è la storia successiva a quello scatto.
Pubblicata la prima volta sul Vidette Messenger di Valparaiso il 5 agosto 1948, mostra quattro bambini piccoli seduti su una scala di accesso di una casa e una donna che sullo sfondo si copre il volto per non farsi riprendere.
Siamo a Chicago e il cartello messo dalla madre dei bambini non lascia spazio ad interpretazioni:

“4 bambini in vendita. Chiedere all’interno.”

Ciò che non si capisce dall’immagine è che la madre dei bambini è incinta e aspetta il quinto figlio, che verrà anche lui dato in adozione. Vi riporto anche la didascalia della foto apparsa sul giornale:

«Un grande cartello di vendita in un cortile di Chicago racconta la storia tragica di Mr. e Mrs. Chalifoux, che si trovano a dover lasciare la loro casa. Senza lavoro, il camionista e sua moglie hanno deciso di vendere i loro quattro figli. La signora Lucille Chalifoux allontana lo sguardo dalla telecamera mentre i suoi figli stanno seduti sulle scale. Sullo scalino superiore ci sono Lana, 6 e RaeAnn, 5. Sotto Milton, 4 e Sue Ellen, 2.»

Iniziamo dalla cruda realtà. Il signor Ray Chalifoux era effettivamente rimasto senza lavoro: era un camionista e trasportava carbone dalle cave alle industrie che lo raffinavano, ma il suo vizio di bere e la sua irascibilità lo portarono a litigare con i colleghi di lavoro e perfino con i capi. Non era portato per fare il padre e già tempo prima la fatidica foto si era allontanato dalla moglie e passava gran parte del tempo fuori casa girando, a suo dire, alla ricerca di lavoro.
Lucille faceva lavoretti nelle case dei conoscenti e si arrangiava con qualche lavoro pubblico di breve durata. Il marito non lasciava molti soldi in casa e crescere cinque figli le parve una cosa impossibile dopo che lui perse il lavoro. A questo si aggiunse anche il fatto (ma è successivo alla fotografia) che dopo la nascita del quinto figlio il marito l’abbandonò e di lui non si seppe più nulla, se non che per un periodo finì in una colonia penale in Illinois.
Se ci basassimo solo su queste premesse, il pessimo gesto di Lucille potrebbe anche essere in un certo senso compreso, ma dalle dichiarazioni dei figli vi accorgerete che la donna era molto più malvagia di quanto lasciava credere.
I figli di Lucille si sono ritrovati a partire dal maggio del 2013 grazie all’iniziativa di RaeAnn Mills e suo figlio Lance Gray, che da Washington rintracciarono Sue Ellen a Hessville, dove viveva con suo figlio Timothy Charnote. Giunsero ​​con decine di vecchie foto e molte cose da raccontare.

«È stato uno dei giorni più felici della mia vita» ha detto Mills ai giornali.

Quella purtroppo fu la prima e unica volta che le due sorelle poterono parlare perché Sue Ellen era da tempo malata di una malattia polmonare; non poteva inghiottire cibo o parlare e nel mese di luglio è morta.
Mills disse che, per quello che ricorda di quando era bambina, quel cartello rimase nel cortile di casa per diverso tempo prima che lei e i suoi fratelli fossero realmente venduti. Alcuni membri della famiglia della madre però sostengono che Lucille venne pagata per mettere in scena quella posa e che lo fece per ottenere denaro vendendo la foto al giornale.
Fatto sta che tutti i bambini presero diverse direzioni, perfino quello che era nel grembo materno. Ok, ora cerco di riassumere la vita dei cinque bambini e vedrete che persona era Lucille in realtà.
RAEANN MILLS : Il 27 agosto 1950 Mills e Milton Chalifoux furono adottati da John e Ruth Zoeteman, che li portarono nella loro fattoria di DeMotte. Mills sostiene che fu venduta per soli 2 dollari: sua madre affermò che era una cifra simbolica che chiedeva perché in realtà non voleva niente a che fare con i suoi bambini, che vedeva solo come dei fardelli. Inizialmente gli Zoeteman volevano solo la bambina, ma quando videro Milton nel giardino che piangeva presero anche lui.
La coppia cambiò il nome di RaeAnn in Beverly Zoeteman e il nome di Milton in Kenneth David Zoeteman. Purtroppo entrambi i bambini passarono “dalla padella alla brace” perché i nuovi genitori li trattarono alla strega di schiavi.

«Ci tenevano in catene gran parte della giornata. Quando era piccola io e mio fratello eravamo costretti a lavorare nei campi e Milton era spesso costretto a dormire nel fienile.»

La donna ha anche affermato che verso i 15 anni fu rapita e stuprata da un conoscente degli Zoeteman e quando la madre adottiva si rese conto che era rimasta incinta la costrinse a trasferirsi in Michigan in una casa per ragazze madri. Partorì una bambina, ma una volta tornata a DeMotte, gli Zoeteman la costrinsero a darla in adozione.
A 17 anni Mills scappò di casa e non tornò più dagli Zoeteman. A 21 cercò la madre biologica, ma ha detto che non fu un’esperienza piacevole perché Lucille nei suoi confronti non espresse mai rimorso o rimpianto. Nel mentre Lucille aveva avuto altre quattro figlie e le disse che riservava amore solo a loro.
MILTON: Il primo giorno nella nuova casa il bambino venne legato e picchiato dal padre adottivo, che chiarì che il suo compito sarebbe stato servire come schiavo in azienda.

«Avevo 5 anni e gli dissi che lo avrei fatto. Non sapevo cosa fosse uno schiavo. Ero solo un bambino.»

Nonostante Ruth Zoeteman si mostrò amorevole nei suoi confronti, il padre adottivo ha continuato ad abusare di lui per tutta la sua fanciullezza, picchiandolo e lasciandolo a volte da solo per giorni legato nel fienile.

«Gli chiedevo perché e lui mi disse che dovevo farmi le ossa e il carattere. Se avessi avuto paura di lui lo avrei ascoltato.»

Una volta diventato adolescente, Milton andò a vivere con una sorella del padre adottivo, e frequentò la High School di DeMotte. Diventò un giovane ribelle e rissoso e un giorno, mentre la polizia cercava di sedare la solita zuffa tra coetanei, Milton spinse un ufficiale contro un albero e finì a processo. Il giudici lo mise di fronte ad una difficile decisione: finire in un ospedale psichico o in un riformatorio. Scelse l’ospedale psichico.
Nel giugno del 1967 fu rilasciato, si sposò e ora vive a Tucson. Ha incontrato Lucille da adulto, rimanendo con lei per un mese nel 1970, ma lei lo cacciò di casa quando lui ebbe una discussione con il suo secondo marito. In quell’occasione il patrigno lo colpì alla testa con un pezzo di legno e la polizia lo arrestò, ma Lucille preferì liberarsi di suo figlio piuttosto che ammettere l’aggressività del suo compagno.

«La mia madre biologica non mi ha mai amato. Non si è scusata di avermi venduto. Mi odiava così tanto che non le importava cosa ho vissuto per colpa sua.»

BEDFORD: Bedford Chalifoux nacque il 26 settembre 1949. Il Times riportò in un articolo che fu legalmente adottato da Harry e Luella McDaniel, che cambiarono il suo nome in David McDaniel. I McDaniels lo presero in custodia dal 16 luglio 1950 e le trovarono in cattive condizioni.

«Avevo morsi di cimici da letto su tutto il mio corpo. Immagino che fosse un ambiente piuttosto difficile dove crescere un bambino.»

Crebbe a Wheatfield, a pochi chilometri dai suoi fratelli RaeAnn Mills e Milton. Da ragazzino di tanto in tanto passava in bicicletta o in cavallo davanti alla loro casa e vedeva Milton spesso legato nel fienile. Al tempo non sapeva che era suo fratello.
Bedford ha dichiarato di essere stato un adolescente ribelle, nonostante facesse una vita agiata. I suoi genitori adottivi gli hanno insegnato la morale e i valori cristiani, ma lui scappò a 16 anni e appena potè si arruolò nell’esercito, dove rimase per 20 anni. Nel 1982 volle incontrare la madre biologica.

«Ha dato via tutti i figli, ha sposato un altro uomo e ha avuto altre quattro figlie. A loro le ha tenute, perché a noi non ci ha tenuti? … Lei non si è mai scusata. Allora era questione di sopravvivenza. È giusto giudicarla?»

Negli ultimi anni Bedford non ha mostrato risentimenti, solo amarezza.
LANA
I fratelli non sanno molto della vita della sorella Lana perché morì nel 1998 di cancro. Tuttavia Mills sta cercando di rintracciare la sua famiglia per saperne di più di quello che ha fatto dopo essere stata adottata.
SUE ELLEN
Sue Ellen Chalifoux credeva di essere stata legittimamente adottata da una coppia che di cognome faceva Johnson.
Crebbe non lontano dalla sua casa originaria, nel quartiere di East Side di Chicago, e frequentò la St. Francis de Sales High School.
Nel 2013 era troppo malata per parlare con chiarezza, ma si mostrò molto felice per essersi riunita con Mills. Al suo funerale parteciparono tutti i fratelli e sul loro volto scesero lacrime di commozione.
Concludo l’articolo con una frase che è solita dire RaeAnn Mills riguardo la madre biologica.

«Spero che in questo momento sia all’inferno» ha detto al Times.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere