Karni Mata: il tempio dei ratti

Sebbene noi solitamente ne contiamo pochi, il mondo è costellato da moltissimi culti diversi, i quali si appoggiano a templi, chiese, santuari e luoghi sacri dove i devoti esprimono le loro credenze religiose.

Chi ha avuto l’opportunità di girare il mondo saprà che i templi, anche quelli sconosciuti, sono tra le creazioni più belle del mondo e nascondono ricchezze inestimabili che perfino nei paesi più poveri nessuno osa rubare per timore delle divinità; esistono però luoghi sacri che mettono davvero i brividi e non per il fatto che siano scarni o terrificanti in sé, ma per ciò che custodiscono.

Un turista, ad esempio, se si trovasse di fronte al tempio di Karni Mata senza saperne la storia, vedrebbe all’esterno una ricca struttura con addirittura porte in argento, ma al suo interno andrebbe nel panico dopo pochi passi.

Il tempio di Karni Mata ha più di 600 anni e si trova a Deshnoke, nello stadio indiano del Rajasthan. Fu costruito per ordine del maharaja Ganga Singh, è ricoperto da pavimenti e pannelli in marmo, arredato con intricate sculture e decorazioni d’argento e d’oro e, come ho scritto prima, alcune delle porte del tempio sono addirittura in argento puro.

Il problema nasce quando ci si affaccia o si mette piede all’interno: i pavimenti sacri di marmo sono costellati da piccole sfumature marroni e dall’interno si sente un continuo, inquietante squittire. Una volta abituati gli occhi alla penombra tutto diventa più chiaro: decine, centinaia … no, migliaia di topi soggiornano nel tempio e guai a voi a calpestarli o scacciarli!

I piccoli roditori sono pressochè ovunque: lungo le sporgenze, sulle statue, perfino nelle crepe dei muri. Un recente censimento ha stimato la presenza nel tempio di oltre 20.000 ratti che hanno fatto di questo posto la loro casa. Nessuno, tantomeno un visitatore schifato o annoiato dai topi può permettersi di far loro del male perché qui loro sono quasi venerati e i sacerdoti si preoccupano di dar loro tutto il necessario affinchè prolifichino il più possibile.

All’interno del tempio sacro di Karni Mata si cerca di mantenere il decoro e la pulizia, ma capite anche voi che già solamente la presenza di 20.000 topi rende l’impresa impossibile; per di più sia i sacerdoti che i visitatori camminano tra i ratti offrendo loro cibo gettandolo negli angoli e al suolo.

I sacerdoti e gli adoratori che vengono nel tempio non vedono i ratti come animali ripugnanti e pericolosi per la salute, ma come “kabbas”, ovvero “piccoli figli”: qui non si parla di animali sacri, ma di creature rispettate e protette perché credute esseri umani reincarnati per espiare le loro colpe nella loro precedente vita.

Intorno al tempio i ratti sono protetti da gatti e uccelli predatori con griglie e filo spinato e i fedeli ogni mattina si presentano per offrire gustose polpette dolci, pane e latte, le stesse cose che solitamente vendono sui loro carretti fuori dal tempio.

Ai sacerdoti è concesso camminare scalzi nel tempio, ma i visitatori, pur essendo obbligati a togliere le scarpe, devono indossare dei calzini per poter accedervi: questo perché il luogo è sacro e perché i topi devono essere protetti dai calci o da un possibile schiacciamento. La regola dice anche che se qualcuno calpestasse o ammazzasse per errore uno dei topi del tempio i sacerdoti di Karni Mata possono chiedere al “reo” di pagare in oro l’equivalente del peso della bestiola.

Come spiegare questo culto quanto meno bizzarro? Ci sono diverse leggende a riguardo, ma la più raccontata risale al XIV secolo e vuole che Karni Mata fosse una giovane donna che tutti credevano un’incarnazione della dea indù Maa Durga. Karni Mata era considerata un mistico capace di operare miracoli e si prodigava per aiutare i poveri e gli sfortunati.

La leggenda narra che il figlio di Karni Mata, Lakshman, annegò mentre cercava di bere acqua da uno stagno; la madre pregò il dio della morte Yama affinchè resuscitasse il ragazzo, ma Yama rifiutò dicendole che Lakshman doveva reincarnarsi per espiare le sue colpe in vita. Per concedere a Karni Mata di avere vicino il suo figlio e tutti i suoi discendenti, decise che tutti i figli maschi di Karni Mata e di tutte le persone che la seguivano si reincarnassero come ratti fino a quando non avrebbero potuto ascendere alla luce.

Oggi l’India non venera i topi e in altri luoghi gli abitanti non hanno una particolare predilezione per i ratti, ma mentre i ratti normali sono considerati come bestie infestanti e schifose, qui nel tempio di Karni Mata sono trattati come quei figli di cui parlava il dio Yama.

Il tempio esalta Karni Mata con diverse statue che la raffigurano davanti alle quali vengono posate ciotole di cibo e grandi piattini di latte per i topi; per un sacerdote è quasi un onore condividere il loro cibo con i roditori e non è raro vederne qualcuno seduto che raccoglie da terra e mangia del cibo avanzato dai ratti. Si crede che qualsiasi cibo addentato da uno dei tanti ratti del tempio sia stato benedetto!

Vedere migliaia di ratti che passano tra le proprie gambe o che si arrampicano sugli indumenti fa sicuramente impressione e può far fuggire un visitatore in preda al disgusto, ma per i sacerdoti quei gesti sono visti come una benedizione. Un evento considerato particolarmente favorevole è l’avvistamento di uno dei rari ratti bianchi del tempio: tra i 20.000 ratti bruni si crede che ce ne siano 5 albini e che siano l’incarnazione di Karni Mata e dei suoi quattro figli; per questo uno dei più grandi riconoscimenti per un visitatore del tempio è ricevere anche solo qualche istante della loro attenzione. Alcuni adoratori passano ore a tentare di attirare i ratti albini utilizzando un dolce cibo santo conosciuto come “prasad” credendo che la loro attenzione porterà loro fortuna e salute. Addirittura molte coppie locali appena sposate visitano il tempio per ricevere la “benedizione dei ratti” e per vedere un ratto bianco: un’occasione simile è sicuramente segno di una vita lunga e felice insieme.

Se le credenze di questo luogo possono sembrare bizzarre, alcune coincidenze sembrano creare un’aura di vera e propria sacralità attorno ai ratti:

– Si dice che i ratti del tempio non oltrepassino mai i cancelli del tempio e siano più propensi a riunirsi durante i riti del tempio.

– Con 20.000 ratti ci si aspetterebbe morsi o attacchi alle persone, ma non sono conosciuti casi in cui abbiano attaccato gli esseri umani se non provocati.

– Sebbene la regione non sia estranea ad occasionali epidemie e nonostante lo stile di vita malsano il loro numero non varia se non di pochissimo e sembra essersi assestato intorno a circa 20.000 individui.

– La cosa incredibile è che in tutta l’esistenza del tempio non c’è mai stato nessun caso di peste o altre malattie trasferite dai ratti all’uomo.

Il bizzarro tempio di Karni Mata è diventato popolare per i turisti provenienti da tutta l’India e del mondo, molti dei quali poco interessati al culto religioso, ma attirati da pura e morbosa curiosità. Certamente il tempio di Karni Mata è un luogo da visitare se siete interessati a bizzarri culti religiosi, ma si deve anche avere un po’ di sangue freddo e certamente non aver paura dei suoi moltissimi piccoli abitanti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere