hans-bellmerLa bizzarra arte di Hans Bellmer

Sicuramente sono il meno adatto a discutere di arte contemporanea, ma come sapete nei mie articoli, oltre che di misteri, spesso tratto argomenti che si discostano da quella che consideriamo la normalità. Sfogliando alcuni siti in rete mi sono imbattuto in opere artistiche piuttosto inquietanti e sono risalito ai loro autori per capire se fossero un’anomalia o una corrente di pensiero.
Tra i molti artisti che potremmo definire “anticonformisti” mi è balzato agli occhi Hans Bellmer, un esaltatore del corpo femminile sia nella creazioni di manichini che nelle illustrazioni erotiche. Lungi da me criticare le sue opere, ma io ho un concetto leggermente diverso di bellezza femminile…
«Il corpo è paragonabile ad una frase che vi spinge a disarticolarla, affinché, attraverso una serie di anagrammi infiniti, si ricompongano i suoi veri contenuti. »
Con questa sua stessa frase si può racchiudere la sua ideologia con cui ha plasmato i suoi lavori. La passione per le bambole e il piacere alla vista delle donne in carne hanno generato in Bellmer una specie di ossessione che mirava ad scomporre i corpi femminili e riassemblarli in un ordine diverso, generando nuove “creature erotiche” che di umano hanno ben poco.
Hans Bellmer nacque a Katowice il 13 marzo 1902 ed è stato un pittore, scultore e fotografo tedesco di una certa fama. Nel 1926 Bellmer divenne disegnatore per una propria compagnia pubblicitaria che si opponeva all’ascesa del partito nazista al potere: il suo modo di protestare fu quello di disegnare bambole che, mutate nelle proporzioni e rappresentate in pose non convenzionali, volevano contrastare il culto del “corpo perfetto” ( quello della razza ariana) che si stava instaurando in Germania.
Iniziò così un suo progetto artistico sovversivo che gli costò l’esilio dalla Germania, ma che gli aprì le porte in Francia presso i maggiori surrealisti del tempo. In pochi anni quello che era nato come un’opposizione all’idea nazista del perfetto corpo ariano, divenne un’esaltazione delle forme femminili, viste però sotto l’aspetto del desiderio e dell’ossessione puramente maschile.
Bellmer costruì diverse bambole a grandezza naturale che avevano le giunture a sfera come si usava nella costruzione dei manichini in legno del ‘500. Le fattezze erano di giovani ragazzine prosperose e dalla corporatura robusta, ma articolate in posizioni inusuali e assemblate in modo illogico.
Bellmer le fotografò in diversi ambienti e contesti e nel 1934 pubblicò una raccolta intitolata “Die Puppe” (“La bambola”). L’artista raggiunse la fama, ma poco tempo dopo abbandonò le sue bambole e si dedicò a disegni e fotografie erotiche, sempre in stile surreale e distorto.
Le bambole di Hans Bellmer vengono ancora oggi considerate fra le più estreme rappresentazioni del desiderio sessuale e della violenza, e spesso sono accostati a personaggi controversi come Bataille e De Sade. L’obiettivo è esaltare il corpo femminile in maniera ossessiva, ma visto un insieme di membra dislocate senza volto. Il corpo umano viene rappresentato con una dissezione e riconfigurazione delle sue parti associate per importanza secondo l’ossessione maschile, almeno secondo il punto di vista di Bellmer.
Personalmente ho un’ idea di versa del corpo femminile, anche analizzando i miei desideri più reconditi; ma d’altra parte io non sono un genio e di certo di arte me ne intendo davvero poco.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere