Oggetti maledetti Il libro dei vermiOggetti maledetti: Il libro dei vermi

Avete mai sentito parlare del Necronomicon? Certamente sì.
Il Necronomicon è oggi considerato uno “pseudobiblium”, cioè un libro mai scritto ma citato come se fosse vero in libri realmente esistenti. Il Necronomicon, infatti, sarebbe un espediente letterario creato dallo scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft per dare verosimiglianza ai propri racconti. Eppure si è sicuri che esistano almeno 3 copie del Necronomicon in giro per il mondo: una contraddizione estrema. Lasciamo perdere, diciamo solo che ci sono persone che credono fermamente in quello che riporterebbe il Necronomicon e altre che lo rigettano completamente.
(Tornerò su questo libro: più avanti stilerò un articolo su di lui)
I “benpensanti” rifiutano non solo l’esistenza del famoso libro di Lovecraft, ma di molti altri, che allo stesso tempo vengono definiti “proibiti” dalla Chiesa. Uno di questi è il “De Vermis Mysteriis” che, analogamente, viene ritenuto inesistente e solo frutto della fantasia di Robert Bloch.
Robert Bloch è un altro nome che dice poco, ma sappiate che è tutt’altro che sconosciuto: tra le sue opere più importanti troviamo il romanzo Psycho 8 ora ditemi se non vi dice qualcosa!). Bloch e Lovecraft erano legati da una salda amicizia, al punto che si scambiarono favori inserendo l’un l’altro in alcune delle loro opere.
La prima apparizione del De Vermis Mysteriis avvenne nel 1935, quando Bloch pubblicò il romanzo “Il divoratore giunto dalle stelle”. Nel racconto uno dei protagonisti decide di cercare copie preziose di libri sull’occulto e queste sono le parole scritte nel libro:
«In un piccolo negozio della South Dearborn Street, fra scaffali ammuffiti, apparentemente dimenticati dal tempo, […] c’era un grosso volume nero con la copertina intarsiata di metallo. Su di esso, incisa a mano, figurava la scritta De Vermis Mysteriis, I Misteri del Verme».
Un po’ poco per definirlo maledetto, vero? Ma andiamo avanti…
Nel romanzo Boch descrive meglio questo grimorio dicendo che l’autore era stato Ludvig Prinn nel 1542, che lo scrisse durante il periodo di prigionia che precedette la sua morte. L’uomo venne imprigionato a Bruxelles con l’accusa di essere un alchimista, uno stregone e divulgatore di scienze proibite ( siamo ancora nel periodo della caccia alle streghe e bastava guardare di storto qualcuno per finire sul rogo).
Assieme and altri “maghi e stregoni” venne processato da un più che iniquo tribunale che ne decretò la morte sulla pira. Durante le torture per fargli ammettere le sue colpe Prinn confessò che era stato in Siria, dove venne a contatto con maghi e stregoni del luogo ed acquisì conoscenze “demoniache” e fu proprio questa confessione che gli costò la vita.
In prigione, mentre aspettava il processo, egli tracciò le innumerevoli, contorte e morbose righe brulicanti di allusivi orrori del De Vermis Mysteriis. Il De Vermis Mysteriis e’ una raccolta dove vengono descritti dei complicati riti che avevano lo scopo di evocare una divinità maligna e distruttiva chiamata Tsathoggua. Analogamente al Necronomicon questo libro convoglierebbe un enorme potere a chi lo usa, ma anche disgrazie e sfortuna a chi non è “psichicamente potente”.
Il De Vermis Mysteriis esiste in diverse copie ( può anche essere che qualcuno si sia divertito a scriverlo sulle informazioni di Bloch, ma mi chiedo a quale scopo), sicuramente più copie del Necronomicon; nel libro sono presenti inserti in pergamena di tavole ricavate da immagini antiche e altre moderne riviste e ridisegnate tramite ricalco e successivamente stampate. Sono presenti illustrazioni di creature contorte e malefiche ed il testo è interamente in latino per un totale di 530 pagine.
Il libri maledetti come il De Vermis Mysteriis sono considerati frutto della fantasia degli autori che li inseriscono nelle loro opere. Stando a questa classificazione non hanno motivo di esistere, ne tanto meno, di essere considerati.

CURIOSITA’: nella branca della letteratura chiamata “pseudobiblia” è presente anche il libro “I Promessi Sposi” sul quale lo stesso Manzoni dichiarò di averlo trovato per terra, e che il testo non aveva il nome dell’autore.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere