Ama no Murakumo: la spada del paradiso

Excalibur, Durlindana, Altachiara, Dyrnwyn… Sono davvero molte le spade compagne dei grandi condottieri delle leggende e ognuna di esse ha una storia. Noi occidentali abbiamo tradizioni, folclore e leggende molto radicate, però l’Oriente può vantare storie talmente ben articolate che a volte non si riesce a distinguere tra realtà e leggenda.

La spada di cui sto per raccontarvi ne è un chiaro esempio: la storia che la circonda non può essere altro che una leggenda, eppure compare in diversi documenti storici e ancora oggi è una reliquia gelosamente custodita dai monaci shintoisti.

Il nome originario è “Ama no Murakumo”, cioè “Spada del Paradiso”, ma nei secoli ha assunto altri nomi, il più famoso dei quali è “Kusanagi-no-tsurugi” (Spada Falciatrice). Chi segue manga giapponesi (Naruto è un esempio) o si interessa di leggende giapponesi avrà sicuramente sentito il secondo nome.

Secondo la leggende riportata nell’antico libro Kojiki, un giorno il dio del mare Susanoo giunse nella regione di Izumo e sulla spiaggia intravide una coppia di contadini che si disperavano e piangevano invocando il suo nome. Quando lui chiese loro il motivo loro gli dissero che un terribile drago con 8 teste chiamato Yamata no Orochi giungeva spesso al villaggio minacciando di distruggere tutto e chiedeva in sacrificio delle vergini per non mandare in rovina tutta la provincia. Loro avevano già perso 7 delle 8 figlie e ora temevano che anche l’ultima, di nome Kushinada, sarebbe stata uccisa dal mostro.

Susanoo si fece condurre al villaggio e lì incontrò la bella Kushinada, della quale si invaghì. A quel punto decise di aiutare gli abitanti del villaggio, ma solo a patto che la ragazza divenisse sua moglie. Trovato l’accordo, il dio trasformò Kushinada in un pettine e fece disporre 8 barili colmi di sake davanti alla casa della ragazza, in modo da attirare il mostro Yamata no Orochi per reclamare la vergine.

Quando il mostro giunse al villaggio trovò i barili e bevve fino ad ubriacarsi, finché ogni sua testa cadde addormentata. Susanoo allora uscì allo scoperto e recise le teste del drago uccidendolo. Susanoo, dopo aver tagliato le teste, iniziò a recidere le code del mostro, ma all’ottava la sua spada colpì qualcosa che fermò la sua lama: all’interno del corpo del mostro trovò la spada Ama no Murakumo.

Il dio del mare decise di donare la spada ai genitori della fanciulla e questa poi fu a sua volta donata all’imperatore in segno di devozione. Molti anni dopo l’imperatore Keikō consegnò la spada magica al grande guerriero Yamato Takeru come dono della la principessa Yamato: l’eroe infatti era in partenza per una grande battaglia contro gli Ainu, una popolazione dell’isola di Hokkaidō che minacciava il regno, e la sconfitta non poteva essere un’opzione.

Yamato Takeru cadde in un’imboscata dei nemici in mezzo ad un campo, che con delle frecce infuocate incendiarono l’erba creando un cerchio di fiamme attorno al guerriero. Takeru cercò di usare la spada per impedire al fuoco di raggiungerlo e fu allora che scoprì che l’arma poteva controllare il vento; sferzando l’arma nell’aria aprì un varco tra le fiamme e riuscì a mettersi in salvo. Da allora Takeru chiamò la spada Kusanagi, ovvero “Falciatrice d’Erba”.

Ok, una bella leggenda, che giustifica anche il nome della spada; tuttavia dell’arma ci sono anche tracce nei libri di storia giapponese. Uno di questi è il Nihonshoki, il quale racconta che nell’anno 688 fu trasferita dal palazzo imperiale al Tempio di Atsuta nella città di Nagoya. In una raccolta di eventi trascritta nel 1371 la spada compare di nuovo, ma nel manoscritto si legge che il clan Taira, allora proprietario della mitica arma, la perse nella battaglia navale di Dan-no-ura.

Ama no Murakumo riaffiorò dal mare anni dopo sulle coste di Ise, dove fu recuperata dai monaci shintoisti e da allora sarebbe custodita nel Tempio di Atsuta. I monaci sono molto gelosi delle reliquie e non permettono a nessuno di far fotografie o estrarla dalla teca in cui è chiusa; la mostrano solo alla famiglia reale e a pochi eletti, per lo più alti monaci

La spada Kusanagi è lunga circa 84 cm, forgiata in un metallo di colore bianco e ad oggi risulterebbe ben mantenuta nonostante abbia più di 1400 anni. L’ultima apparizione della spada risalirebbe al 1989, quando Akihito salì al trono imperiale: in quell’occasione sembra che l’imperatore abbia seguito un particolare rituale nel quale abbia avvolto la spada e gli altri due Doni Imperiali (lo Specchio di forma ottagonale e la Gemma) in teli sacri e li abbia riposti sopra l’altare sacro come voto agli dei nella speranza della loro benedizione.

La mitica Spada del Paradiso è quindi a metà tra il mito e la storia e per ora non è concesso a nessuno testarla per capire se davvero abbia il potere di comandare il vento o meno.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere