Il Golem di Praga

Chi ama i videogiochi o il genere fantasy conoscerà sicuramente la creatura “golem”, solitamente descritta come un essere umanoide di pietra o metallo dalla forza incredibile e quasi invincibile.

È da oltre un secolo che in Europa la figura del golem appare in opere di fantasia, ma le sue origini sono antichissime, riconducibile ai libri sacri dell’ebraismo.

Il golem, infatti, appartiene alla mitologia ebraica e rispecchia in un certo senso il mito della creazione umana: a differenza di Dio, che soffiò nel fango per creare Adamo, qui è l’uomo a generare la vita adoperando della terra e usando il Sacro Verbo.

La parola “golem” deriverebbe dall’ebraico “gelem”, che significa “materia grezza” o “embrione”; questo perché senza l’intervento divino non potrebbe prendere vita, ala pari di Adamo che prima del soffio della vita era un ammasso informe.

Secondo la mitologia ebraica, conoscendo le parole divine necessarie, si può fabbricare un gigante di argilla forte e ubbidiente che può essere usato come servo o impiegato per difendere il popolo ebraico dai suoi persecutori. Il golem quindi sarebbe un automa dotato di straordinaria forza e resistenza, schiavo della parola del suo creatore, incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché è privo di un’anima e nessuna magia fatta dall’uomo è in grado di fornirgliela

Folclore, o mitologia se vogliamo esse puntigliosi, ma non di certo qualcosa di realmente realizzabile… Eppure la storia ne riporta diversi di golem, tutti descritti bene o male come umanoidi di terra o fango utilizzati per difendere il popolo ebraico dalle persecuzioni. Il caso più famoso è quello del golem di Praga che prese vita nel 1580: definire cosa sia storia e cosa leggenda non è di certo semplice dopo oltre quattro secoli, ma la sua storia è descritta in migliaia di libri e in modo molto dettagliato.

A quel tempo la comunità ebraica in città non se passava affatto bene: le vessazioni, le persecuzioni e il fanatismo religioso degli abitanti era tale da mettere in pericolo ogni giorno la loro vita. Pare che tutto sia iniziato quando un certo Taddeus, un uomo particolarmente fanatico, iniziò una vera e propria campagna per cacciare tutti gli ebrei dalla città. Tutta la gente, anche solamente sospettata di essere di fede ebraica, veniva presa a bastonate e a pietrate da un gruppo particolarmente agguerrito e ciò portò il rabbino Jehuda Lőw ben Bezalel, rettore della Scuola Talmudica di Praga, a cercare un modo per salvaguardare l’intera comunità.

Conosciuto da tutti come Rabbi Lőw, l’uomo si rivolse all’Altissimo e da lui ottenne la soluzione in un sogno, anche se si dice fosse criptata e solo lui riuscì a carpirne il significato:

«Ata Bra Golem Dewuk Hachomer W’tigzar Zedim Chewel Torfe Jisrael»

(Crea un Golem di argilla e annienta la malvagia canaglia divoratrice di Ebrei).

Il rabbino chiamò a sé i suoi due discepoli più fidati, Jizchak ben Simon e Jackob ben Chajim, e di notte andarono sulle rive della Moldava dove lui diede disposizioni precise per creare una statua di argilla. Rabbi Lőw poi iniziò a recitare delle formule magiche contenute nel Libro della Creazione (Sefer Yezirah) e per tutta la notte portò avanti un complesso cerimoniale. Terminato il rituale il rabbino inserì nella bocca della statua uno “shem” (ovvero gli diede un nome nel nome di Dio) scritto su una pergamena e il golem prese vita.

Gli fu dato il nome Josef, venne vestito come un servitore del tempio e gli fu dato il compito di vigilare sulla comunità: appariva come un uomo normale, ma senza la parola e la scritta sulla fronte “Emeth” (che in ebraico vuol dire “verità”). Rabbi Löw spiegò al popolo di aver trovato quello straniero muto per strada e di averlo assunto come servitore.

Rabbi Löw seppe dare vita alla massa informe con la parola e stabilì perfino i giorni che doveva vivere il Golem: per distruggere la creatura infatti bastava togliere la E alla parola Emeth e avrebbe ottenuto la parola “Meth”, che significa morte.

Ad ogni modo in almeno un’occasione pare che il rabbino perse in controllo della creatura: la leggenda vuole che un giorno Rabbi Löw dimenticasse di impartigli gli ordini della giornata e il golem iniziò a correre all’impazzata distruggendo ogni cosa, fino a che il suo creatore lo fermò.

Passarono el settimane e quando a Praga gli scontri e gli attentati agli ebraici smisero Rabbi Löw ordinò a Josef di andare nella soffitta della Sinagoga Vecchia-Nuova. Lì, sempre assieme ai suoi due collaboratori, disattivò il golem ripetendo il cerimoniale di creazione al contrario. Alla fine cancellò la lettera E dalla sua fronte e la creatura si irrigidì tornando ad essere una semplice statua di argilla.

Ai suoi seguaci il rabbino disse che Josef era scappato dalla città di Praga e sigillò la soffitta della sinagoga impedendo a chiunque di accedervi.

Secondo la leggenda lassù, nella soffitta della sinagoga Vecchia-Nuova di Praga, ci sarebbe ancora oggi una statua umanoide che attende di essere riportata alla vita.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere