fantasma del Teatro MassimoIl fantasma del Teatro Massimo

L’Italia è famosa, tra le altre cose, per le sue stupende opere architettoniche. Tra queste spicca sicuramente il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo che è l’edificio teatrale più grande d’Italia e terzo in Europa: lo superano solo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna.
I lavori per la costruzione di questo gioiello architettonico iniziarono nel 1875 e si conclusero nel 1891. Il comune di Palermo volle creare un’opera tale che fosse ricordata nei secoli al pari delle Sette Meraviglie del mondo Antico e così per la sua costruzione fece abbattere la Chiesa ed il Monastero delle Stimmate di S. Francesco, la Chiesa e Monastero delle Vergini Teatine dell’Immacolata Concezione, la Chiesa di Santa Marta e la Chiesa di Sant’Agata di Scorruggi delle Mura che occupavano assieme un’area di circa 25.000 metri quadrati.
Proprio questo scempio di demolizione dei luoghi sacri sembra che abbiano risvegliato uno spirito che da allora si mostra spesso e volentieri nel teatro palermitano.
Durante gli scavi, infatti, venne ritrovata la tomba di una monaca, l’ultima madre superiora del convento annesso alla chiesa delle Stimmate. Disturbata nel suo eterno riposo, la pia donna cercò in ogni modo di ostacolare l’opera dell’uomo manifestando la sua presenza ammonitrice. Molti scritti dell’epoca riportano infatti i numerosi problemi e incidenti avvenuti durante la realizzazione del teatro e in particolare alcuni parlano chiaramente di un’ombra nera di bassa statura apparsa diverse volte sul palcoscenico, tra le quinte e nei sotterranei dove emetteva rumori misteriosi e lamenti che gelavano il sangue. Il fantasma sembra che si aggirasse irrequieto per tutto il teatro lanciando maledizioni agli operai e che facesse loro diversi scherzi come nascondere i loro strumenti, schiaffeggiarli e facendoli inciampare.
A causa dell’altezza ridotta, circa un metro e 30, il fantasma venne soprannominato dai palermitani “la monachella” ed è proprio lei che viene indicata dai cittadini di Palermo come la principale responsabile della lunghezza ventennale dei lavori di costruzioni e dei restauri. Infatti si dice che sia stata colpa del fantasma se il teatro fu costruito in 23 anni e per altri 23 anni rimase chiuso per restauri.
La sua predilezione per gli sgambetti ai costruttori divenne talmente frequente che la cosa non poteva essere ignorata, così all’ingresso del teatro vi è un gradino un po’ speciale, sul quale c’è un cartello con il quale si chiede di fare attenzione: la leggenda afferma che tutti coloro che non credono al fantasma della monachella nel salire i gradini inciamperanno proprio su questo, a cui è stato dato il nome di “gradino della suora”.
Nonostante il teatro abbia fatto la storia della città, lo spirito inquieto della suora non è mai stato placato: un tentativo fu fatto dal sindaco con un’iscrizione che appare sul frontale dell’edificio: <<Vano delle scene è il diletto>>
La scritta aveva proprio lo scopo di placare l’ira della monaca e di rendere l’edificio in un certo senso più morale e spirituale, ma a quanto apre il fantasma non ci badò molti.
Oggi il Teatro Massimo è nel pieno della sua attività, e riceve moltissimi visitatori e amanti del teatro. Di tanto in tanto però qualche turista intravede una piccola ombra scusa, a volte ben delineata a volte meno, che sembra ammonire i presenti e protestare per lo scempio “necessario” all’opera di intrattenimento.
Il piccolo fantasma della monachella non riesce a trovare la pace che merita, anche perchè negli ultimi anni, anche di notte, molti curiosi si appostano nei pressi del teatro nella speranza di immortalarla mentre si lamenta.