Lo stregone di Cideville

In passato si è molto parlato della famosa “caccia alle streghe”, ma quasi mai si è sentito parlare di stregoni: anche se la vera caccia alla stregoneria è nata ben prima del 1400, la maggior parte dei disgraziati accusati di praticare magia erano donne (anche perché la Chiesa era molto maschilista). Ciò non toglie che alcuni casi sporadici riguardarono anche dei maschi, soprattutto quando il Clero voleva liberarsi di un uomo scomodo.
Uno di quesi casi fu quello che avvenne nel 1851 a Cideville, un paesino a circa 130 km ad est di Parigi. Il periodo è già tardo: l’inquisizione spagnola era stata sciolta e la persecuzione si era spostata nel Nuovo Mondo; in Europa rimaneva qualche spauracchio, ma si tendeva ad imprigionare i sospetti o farli rinchiudere in centri di sanità mentale piuttosto che giustiziarli sul rogo.
Ad ogni modo tutto iniziò un anno prima, nel 1850. Al tempo nei paesini piccoli come Cideville si doveva essere per forza di cose religiosi e praticanti per non destare sospetti nella gente; ciò nonostante non era raro affidarsi a santoni, erboristi e antiche tradizioni per curare i propri mali (anche perché la medicina era pressoché inutile al tempo). Questo fu il caso di un contadino che si era ammalato e che da molti giorni era allettato con la febbre alta.
Quando Padre Tinel, il parroco del paesino, andò a trovare il contadino ammalato lui gli parlò della cura che stava facendo a base di erbe e intrugli. La cura gli era stata prescritta da un vecchio che tutti consideravano un ciarlatano, un bizzarro uomo che diceva riuscire a guarire ogni malattia con i suoi metodi.
Il contadino poco tempo dopo morì e il prete, forte della confessione che gli aveva fatto, fece arrestare il vecchio accusandolo di stregoneria. Per contro il vecchio, cercando di intimidire Padre Tinel e fargli ritirare le accuse, lo maledì e disse che si sarebbe vendicato.
La vendetta, se così si può dire, colpì in maniera trasversale: al tempo Padre Tinel ospitava in canonica due ragazzi, che per sdebitarsi lo aiutavano in sacrestia e tenendo in ordine la parrocchia; un giorno i due ragazzi vennero avvicinati da un certo Felix Thorel, un pastore molto amico del vecchio in carcere.
Thorel li fermò e impose le mani sulle loro teste pronunciando uno spergiuro. Da allora in parrocchia non ci fu più pace. Secondo i documenti del tempo attorno ai ragazzi si verificarono molti fenomeno paranormali: colpi nelle pareti, folate di vento anche a finestre chiuse, oggetti che fluttuavano, ombre lungo le pareti e sussurri che provenivano dai muri.
Tutti i parrocchiani furono testimoni di candelieri che si spostavano da soli, candele che si accendevano e spegnevano senza che le toccasse nessuno e porte che si aprivano e chiudevano da sole, ma i fenomeni più ricorrenti erano forti rumori, come se un martello battesse sulle pareti della chiesa e della casa di Padre Tinel.
La voce giunse fino a Parigi e ad investigare sulla questione giunse il marchese De Mirville. Tinel e De Mirville incredibilmente riuscirono a comprendere in parte il significato dei rumori nella canonica e si convinsero che l’entità temeva gli oggetti appuntiti come i chiodi, i coltelli e i punteruoli.
I due iniziarono a piantare chiodi nel legno di tutta la parrocchia, ma quando giunsero a piantarne uno nella camera dei due giovani il chiodo divenne rovente ed emise del fumo; uno dei ragazzi inoltre disse di aver avuto una visione in cui un chiodo lacerava la guancia di un uomo.
Il giorno seguente quella visione divenne reale: Thorel fu visto con un brutto sfregio sulla guancia, causato da Tinel dopo un litigio. Era il 1851 e Felix Thorel denunciò l’aggressione di Padre Tinel. Il prete disse che Thorel aveva mostrato segni di possessione e l’aveva aggredito: quel segno era semplicemente la prova che lui si era difeso con quello che aveva in mano (uno chiodo) e davanti alla folla riunita in piazza lo accusò di stregoneria e lo colpì con il suo bastone da passeggio.
Il processo fu molto breve: Thorel non solo perse la causa, ma fu anche obbligato a pagare le spese del processo. L’unica cosa che ottenne il pastore da tutta la vicenda fu l’allontanamento dei due ragazzi che aiutavano il prete dalla comunità.
Oggi diremmo che la vicenda era una tipica infestazione da poltergeist, ma al tempo fu considerata in tutto e per tutto un’opera di stregoneria: il presunto stregone fu lasciato morire in carcere e lo stesso Thorel fu tenuto a distanza da tutta la comunità di Cideville per il resto della vita.
Benché gli eventi di Cideville dopo l’allontanamento dei ragazzi svanirono del tutto, gli abitanti continuarono a credere che Thorel avesse ereditato i poteri del vecchio stregone; fu obbligato a rimanere nella periferia, in una casa lontano degli abitanti e a vivere da solo. E venne sempre additato da tutti come uno stregone.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere