vestito-di-saleIl vestito di sale

E’ una delle risorse più importanti per l’essere umano ed è stata anche motivo di guerre nel passato. Sto parlando del sale, comune sale da cucina.
Oggi il sale da cucina ( scientificamente cloruro di sodio, anche se in realtà ciò che mangiamo ha anche altri elementi) si ricava principalmente in due modi: da miniere di salgemma ( depositi salini minerali) e dall’evaporazione dell’acqua di mare.
Ma vi siete mai chiesti quanto è salato il mare? La risposta come al solito è: dipende…
La salinità dei mari e degli oceani vari a seconda di molti fattori, come la profondità, se si tratta di uno specchio d’acqua chiuso o aperto, la quantità di precipitazioni, la temperatura, la pressione e naturalmente il grado di evaporazione. In ogni caso normalmente ci si aggira tra valori tra i 30 e i 40 grammi per litro. Ovviamente ci sono delle eccezioni che presentano dati eccezionali: chi non ha mai sentito parlare della salinità del Mar Morto?
Il Mar Morto è in realtà un lago situato nel vicino Oriente tra Israele, la Giordania e la Cisgiordania che prende il nome dal fatto che l’acqua è talmente salata da non consentire alcuna forma di vita fatta eccezione per alcuni tipi di batteri. Questa anomala salinità è dovuta alla forte evaporazione che lo rende unico al mondo: pensate che tra i 40 e i 100 m di profondità si parla di concentrazioni tra i 300 e i 332 grami per litro e che scendendo ancora più in basso l’acqua si satura e il sale precipita sul fondo accumulandosi.
Le sue acque così ricche di sali sono conosciute fin dai tempi dei Romani e sono sfruttate ancora oggi per le loro qualità curative. C’è però chi ha sfruttato questa caratteristica per compiere un esperimento che è terminato con un’opera d’arte: il suo nome è Sigalit Landau.
L’artista israeliana Sigalit Landau ha vissuto la sua infanzia su una collina di Gerusalemme, da cui poteva ammirare le rive settentrionali del Mar Morto. Crescendo è diventata una donna creativa, ma è sempre rimasta attaccata alla sua terra, tanto che nel 2016 ha voluto creare un’opera d’arte in “collaborazione” con quelle acque che l’hanno vista crescere.

L’artista ha immerso un abito nelle acque del Mar Morto e ha documentato l’affascinante fenomeno di salinizzazione con delle foto ( 8 in totale) scattate nell’arco di tre mesi, il tempo necessario alla totale saturazione dell’indumento. L’opera è stata chiamata “Salt Bride” ( “La sposa di sale”) e per ottenerla è stato utilizzato un abito tradizionale israeliano, lo stesso indossato dal personaggio di Leah nell’opera teatrale “The Dybbuk”.
Il Dybbuk è uno spirito maligno della tradizione ebraica che è solitamente confinato in un oggetto o una scatola. Nella rappresentazione teatrale una sposa di nome Leah viene posseduta dallo spirito del Dybbuk e viene costretta dai rabbini a seguire un “processo di purificazione dell’anima”.
Analogamente Sigalit Landau ha voluto rappresentare un lento processo di purificazione di quel vestito nero che indossava Leah, ( il nero è spesso associato alla morte o al male) che pian piano si ricopre di bianchi cristalli di sale e si trasforma in un lucente abito da sposa, degno della Leah all’inizio della storia, quella pura e incorrotta.
Sigalit Lindau ha sperimentato più volte gli effetti della cristallizzazione, spesso avvalendosi di oggetti immersi nelle acque salate fino alla copertura totale da parte del sale: nelle sue opere l’artista vuole far trasparire l’azione del tempo sulle cose, ovvero un silenzioso racconto poetico di ciò che avviene sotto ai nostri occhi senza che ce ne accorgiamo.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere