Klaus Schreiber

Klaus Schreiber e la trans-comunicazione

È uno dei sogni più reconditi di chi si interessa del paranormale e il desiderio di tutti coloro che hanno perso un loro caro: poter comunicare, anche solo ancora una volta, con un defunto o il suo fantasma. Ma è possibile?

Molti scienziati del passato erano convinti di sì, al punto da spendere gran parte della loro vita alla ricerca di un modo per farlo o un mezzo con cui mettersi in contatto con le entità ultraterrene. Ancora oggi succede, ma il fenomeno mediatico dei “ghost hunters” ha dato un’immagine distorta degli obiettivi e del fine di molti studi effettuati in tal senso.
Mi spiego meglio: quante volte vediamo in TV gruppi di ghost hunters che ogni volta “dimostrano” di aver parlato con fantasmi? Beh, perdonate il mio pensiero polemico, ma secondo me almeno il 90% dei casi sono truffe organizzate per ottenere fama e denaro. Ci sono però casi documentati, dimostrati e ampiamente discussi dalla scienza che effettivamente hanno destato quanto meno il sospetto che si possa creare un contatto con l’Aldilà.

Uno dei metodi più controversi e che oggi è ancora motivo di discussione è la transcomunicazione strumentale video (TSV), conosciuta in passato come “psicovisione”.
Qualcuno non ha mai sentito una cosa del genere, ma per chi ha superato la 40ina sarà familiare il fenomeno secondo cui negli anni ’80 alcuni scienziati affermavano che è possibile ricevere su schermi televisivi volti ed altre immagini provenienti da altri piani dimensionali, compreso quello dei defunti. Uno degli maggiori esponenti di questa teoria è stato Klaus Schreiber, un ex ispettore tedesco di dispositivi antincendio, che un giorno scoprì la capacità comunicare con i defunto attraverso il suo televisore.

Nel 1982 ad Aquisgrana, mentre guardava la TV con alcuni suoi amici, si accorse che di tanto in tanto il segnale se ne andava per trasmettere, seppur per decimi di secondo, delle immagini di una persona che lui conosceva bene, ma che era morta in un incidente poco tempo prima. Per gioco prese un registratore dal suo sgabuzzino e lo accese poi chiamò attraverso il microfono il suo amico Peter (il volto che gli pareva di aver intravisto) e ridendo lo invitò a bersi una birra assieme ai vecchi amici.

Dopo molti secondi di perfetto silenzio riavvolse il nastro e lo ascoltò. Alla fine della registrazione incredibilmente si udì una voce che apparteneva proprio al defunto Peter. Schreiber a quel punto trasformò la sua cantina in un piccolo laboratorio da esperimenti e cominciò a cercare di perfezionare il modo per comunicare con i defunti.

Due anni dopo quella prima registrazione paranormale, l’uomo registrò un altro audio proveniente dalla TV, questa volta da Karin, la sua figlia defunta diversi anni prima: in quell’occasione la voce scandì bene le parole “veniamo in TV”. Schreiber. Quel “veniamo” gli fece capire che più di un’entità avrebbe interagito con lui così sintonizzò il suo televisore in bianco e nero su una frequenza libera e lo tenne acceso giorno e notte, registrando centinai di nastri. Prese anche un telecamera e la puntò contro lo schermo nella speranza di riuscire a catturare qualche immagine, ma per moltissimi giorni non ottenne assolutamente nulla.
Poi ebbe un’illuminazione: orientò la telecamera dal basso verso l’alto, in modo da acquisire anche la luminosità di altre fonti di luce che lui aveva posizionato: la luce del giorno proveniente dalla finestra, la luce di tubi fluorescenti accesi posti sul soffitto e la luce di due lampade a raggi ultravioletti posti ai lati della TV; tutti questi segnali luminosi avevano lo scopo di creare un’instabilità luminosa, una sorta di gioco di luci e ombre in continua modificazione. Ogni 3 minuti Schreiber visionava il materiale registrato e quando comparivano delle modificazioni sullo schermo ne ripuliva la qualità fino a definire dettagli che in maniera normale non comparivano.

Con quel sistema Schreiber ottenne un gran numero di immagini in cui riconobbe molti suoi parenti defunti: i propri genitori, la figlia Karin, il figlio Robert, il cognato e molti altri. Ottenne anche immagini di personaggi famosi, come Kieling, Curd Jurgens, Romy Schneider e re Luigi di Baviera. Iniziò anche a ricavare immagini su TV di altre persone che nutrivano al speranza di rivedere o riascoltare i propri cari defunti e tra il 1985 e il 1988 Schreiber ottenne più di 100 transimmagini di persone conosciute.

La durata media era di circa 4 centesimi di secondo, ma fu abbastanza per interessare tuta la comunità scientifica, Dopo Schreiber anche gli studiosi Harsch e Fischbach iniziarono a studiare la TSV e anche loro ottennero ottimi risultati, addirittura una sorta di contatto video paranormale.

A loro si presentarono delle entità che si definirono “zeitstrom” (letteralmente vuol dire “flusso del tempo”) e che dissero che dalla loro dimensione si stavano specializzando per migliorare i contatti con la nostra dimensione. In seguito le entità spiegarono che per poter inserirsi nella nostra dimensione dovevano adeguarsi al fluire del nostro tempo poiché dalla loro parte il tempo scorreva in maniera diversa.

I risultati ottenuti da Schreiber, Harsch e Fischbach sono ancora oggetto di curiosità da parte degli scienziati e hanno alimentato l’interesse nella psicovisione, oltre che alla segreta speranza di tutti noi di poter un giorno metterci in contatto con i nostri cari.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere