Kola Hole e le urla dei dannati

Ho già parlato di questo argomento tempo fa, ma allora non avevo trovato le informazioni che ho trovato recentemente. Pertanto vi parlo nuovamente di quest’argomento “ex novo”.
Esiste un progetto sul web che sta cercando di raccogliere i suoni più strani mai registrati sulla superficie della Terra: è stato chiamato “Strange Sounds” e raccoglie i suoni e i rumori provenienti dallo spazio, dagli abissi marini, dall’atmosfera terrestre e persino da sotto terra.
Tra di essi ci sono registrazioni molto famose, come il segnale WOW, captato da uno scienziato del SETI il 15 agosto 1977, o il BLOOP registrato con un idrofono nell’Oceano Pacifico nel 1997 dalla U.S. National Oceanic and Atmospheric Administration.
Ce ne sono poi alcuni meno noti, ma che hanno dell’incredibile e di cui non sono mai state individuate le sorgenti. Questo che sto per illustrarvi è forse il più spaventoso di tutti. Ma partiamo da un po’ di storia.
Un gruppo di scienziati sovietici a partire dal mese di maggio 1970 ha messo in opera un progetto davvero ambizioso, il cui l’obiettivo era di studiare la geochimica e la geofisica dello strato più profondo della crosta terrestre. Per far questo hanno scelto un luogo quasi disabitato, in modo da non danneggiare le persone con i rumori delle trivellazioni ed eventualmente salvaguardarle in previsione di possibili scoppi di zone di gas o materiali pericolosi. La penisola di Kola faceva proprio al caso loro perché è situata al confine tra il mare di Barents e il Mar Bianco, dove gli insediamenti sono quasi inesistenti.
Il sito di scavo si trova ad una certa distanza dalla cittadina di Zapoljarnyj, a cui gli studiosi potevano far riferimento in caso di gravi necessità . Costituito da una serie di perforazioni differenti, raggiunse la profondità massima di 12.262 m nel 1989, stabilendo un primato mondiale che ha resistito sino al 2008.
L’obiettivo, proposto nel 1962, non era certamente quello di raggiungere il centro della terra (obiettivo impossibile), meta cara agli amanti del genere fantascienza quasi quanto lo spazio profondo, ma per lo meno avvicinarcisi il più possibile fino alla zona intermedia di discontinuità detta Moho o discontinuità Mohorovičić, la prima che separa la crosta terrestre dal mantello superiore o litosferico a 15.000 m di profondità. Il Kola Superdeep Borehole, in una landa inospitale chiamata “Valle dei Lupi”, iniziò il 24 maggio 1970.
Il più profondo dei buchi, denominato SG-3, fu completato a 12.262 m nel 1989. In realtà non fu completato, ma fu messo fine al progetto.
Ma perché furono fermati i lavori anzitempo? Semplicemente a causa di alcuni seri imprevisti. La versione “scientifica” fu che il team fu costretto a fermare tutto e a chiudere il buco perchè temperatura incontrata risultò molto più elevata del previsto (180 °C invece degli attesi 100 °C), sicché si calcolò che presto la trivella si sarebbe trovata a operare alla temperatura proibitiva di 300 °C, troppo elevata per gli strumenti.
L’altra spiegazione fece il giro del mondo, ma fu prontamente smentita dai portavoce della compagnia asserendo che il dottor Azzacov si era ammalato ed aveva avuto delle allucinazioni.
Il dr. Dimitri Azzacov, geologo a capo del progetto, venne messo a tacere e di lui si persero le tracce pochi mesi dopo la chiusura del sito: ciò che disse di aver scoperto, con tanto di registrazione audio, farebbe venire i brividi persino ai più impassibili.
Nell’unica intervista che l’uomo riuscì a concedere ai giornali egli diede un’altra versione dei fatti: la trivella, giunta alla profondità di 12250 m prese a girare a vuoto e all’impazzata come se avesse raggiunto un grande vuoto all’interno della terra. Il team perforò fino a 12262 m e, tramite un dispositivo a celle raffreddate ad acqua, calò alcuni strumenti di rilevamento che però, dopo aver rilevato una temperatura intorno ai 1.100 °C, si staccarono e vennero persi per sempre. A quel punto si decise di calare un microfono ultrasensibile in quell’abisso per udire i suoni della terra e quindi capire cosa ci fosse a profondità maggiori.
Ciò che gli studiosi udirono e registrarono fu spaventoso: delle urla tremende e inquietanti, come se fossero emesse da una disperata e tormentata folla umana. Secondo Azzacov la perforazione da record si sarebbe fermata dopo aver sorpreso e atterrito tutti coloro che avevano fino allora preso parte al progetto, così il gruppo sigillò il foro e recuperò tutta la strumentazione per darsela a gambe.
I primi a riportare questa versione dei fatti furono un giornale finlandese e il Trinity Broadcasting Network, una televisione evangelica inglese, nel 1989. Da allora ha fatto il giro del mondo, soprattutto su internet, dove si può ascoltare un mezzo minuto di quelle grida di dolore che si è detto provenire dall’inferno posto negli abissi della Terra. In verità si tratta di una registrazione inquietante, specialmente se la si affronta con l’atavica idea dura a morire dell’inferno come ci è sempre stato inculcato.
Prese a girare per il mondo la diceria che i russi avessero quindi raggiunto e registrato l’inferno nel senso più dantesco del termine, ma, come ho detto, le smentite non tardarono ad arrivare.
Alcuni scienziati hanno provato a smascherare l’inganno di quella registrazione, come Åge Rendalen, un professore norvegese disgustato da quanto divulgato dalla TBN, ma nel farne oggetto di ricerca si convinse anzi del contrario.
Dal 1991 nella valle dei Lupi sulla penisola di Kola non vive quasi più nessuno, a parte uno sparuto gruppo di scienziati che fino a qualche anno fa sorvegliava il buco più profondo del mondo.

Al minuto 3.00 potete sentire l’audio registrato all’interno del buco….

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere