Lady Na Tuk Kong, La bambola sacra

Una delle città orientali più ricche di folclore e di misteri è sicuramente Singapore: la città (ma in realtà anche tutta la Malesia) si porta dietro leggende e tradizioni di secoli, se non millenni e il culto degli spiriti è particolarmente radicato.
A nord-est di Singapore c’è una piccola isola chiamata Pulau Ubin e la si può raggiungere al costo di soli 3 € su una bumboat, una piccola “barca-taxi” per passeggeri. Qui gli abitanti hanno eretto un tempio nel 1919 nel quale, tra le altre cose, c’è un altare con sopra una bambola che adorano quasi al pari di una dea.
Il santuario è proprio dedicato a questa bambola che ha preso il nome di Lady Na Tuk Kong e alcune delle offerte lasciate da chi lo visita e dai fedeli sono creme, lozioni, vestitini polveri, piccoli specchi e pettini.
“Na Tuk Kong” è il nome dato agli spiriti custodi e sono adorati in tutta la Malesia, Singapore e molte zone dell’Indonesia, in particolare Sumatra. Chiamati anche “Datuk Gong” dai cinesi malesi, sono spiriti che risiedono negli alberi, nelle grotte, lungo le sponde dei fiumi e in tutte le formazioni naturali.
L’origine del santuario di Lady Na Tuk Kong l’ha spiegata un ricercatore di storia malese di nome Han Shanyuan. All’inizio del 1900 una coppia tedesca con la loro bambina di 10 anni comprò un terreno sull’isola di Pulau Ubin e si stabilì per iniziare la coltivazione e il commercio del caffè.
La loro idea aveva un grande successo e anche la loro vita andava a gonfie vele, ma con lo scoppio della prima guerra mondiale le cose cambiarono radicalmente: l’Inghilterra era in guerra con la Germania e gli inglesi vedevano qualunque tedesco come un nemico e una possibile spia. Durante quel periodo i tedeschi che vivevano in colonie britanniche non erano solo sgradite, ma addirittura ricercati: le loro proprietà vennero confiscate o congelate e loro espulsi.
Nel mese di agosto del 1914 quella sorte toccò anche alla famiglia sull’isola di Pulau Ubin.
L’esercito britannico si presentò alla coppia tedesca per arrestare loro e la loro figlia. I genitori, seppur mal volentieri, accettarono il loro destino, ma la bambina riuscì a fuggire ai piedi della collina oltre la piantagione della sua famiglia. Purtroppo cadde in un dirupo e morì. Venne trovata diversi giorni più tardi e poco distante da lei c’era la sua bambola preferita che lei aveva portato con se.
Quando finì la guerra gli abitanti del posto costruirono un mausoleo in onore della bambina e col, tempo divenne un tempio al fine di pacificare lo spirito della ragazza. Infatti molti degli abitanti negli anni successivi alla guerra affermarono di aver visto in sogno o nei capi dove lavoravano la bambola della ragazzina: pur essendo già allora chiusa in una bacheca di vetro tutti si convinsero che quella bambola racchiudesse lo spirito dell’infante e che, come faceva la bambina quando era in vita, apparisse agli abitanti spensierata nei campi o nei pressi degli alberi per godere della bellezza della natura.
Secondo il custode del tempio, in un primo momento la gente adorava semplicemente l’altare e non la bambola, perché all’interno di esso in una scatola di legno venne riposta una ciocca dei capelli della bambina e un crocifisso che si dice essere quello che la ragazza indossava quando è morta e ognuno si fermava per portare fiori o semplicemente omaggiare il suo spirito; poi, con le apparizioni della bambola agli abitanti, tutti si convinsero che la bambola fosse posseduta dallo spirito di un Na Tuk Kong (da cui il nome) e da allora il fantoccio è venerato come la statua di una divinità.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere