Il sangue di San Gennaro

Tra i misteri religiosi ce ne sono alcuni davvero particolari che sembrano ripetersi nel tempo, alcuni a cadenze regolari. Uno dei più famosi italiani è quello della liquefazione del sangue di San Gennaro, che ancora oggi interessa perfino la stampa internazionale e che ogni volta viene comunicata sia sui giornali che in TV. Ma cosa c’è dietro?

La data di nascita non è certa, ma oggi si crede che Ianuario sia nato intorno all’anno 272 d.C. Anche il luogo di nascita è motivo di discussione, ma essendo stato vescovo di Benevento è opinione comune che il martire sia nato nella città sannita.

San Gennaro è un martire venerato dalla Chiesa cattolica e ortodossa e venne ucciso a Pozzuoli il 19 settembre del 305. Alla sua morte il suo corpo venne sepolto nell’Agro Marciano, ma ad una donna di nome Eugenia venne concesso di raccogliere un po’ del suo sangue (pratica comune per le persone importanti del tempo) e di conservarlo in due ampolle di vetro.

Un secolo più tardi Giovanni I, il vescovo di Napoli, fece spostare le spoglie di Ianuario nelle catacombe di Capodimonte, che da allora furono al centro di un intenso culto. Secondo la tradizione il sangue di San Gennaro si sarebbe sciolto per la prima volta proprio nel trasferimento delle sue reliquie.

Nell’831 il principe di Benevento Sicone I assediò la città di Napoli e volle riportare i resti nella sua città, dove restarono fino al 1154. A Napoli rimasero solo il capo e le ampolle con il suo sangue, ma bastarono ad alimentare il culto di San Gennaro nei secoli.

Quando nel 1526 la peste giunse a Napoli i napoletani fecero voto a San Gennaro di edificargli una nuova cappella all’interno del Duomo e così nacque la Cappella del Tesoro di San Gennaro che ancora oggi custodisce le sue reliquie.

Su di esse si può leggere l’iscrizione:

“Divo Ianuario e fame bello peste ac Vesaevi igne miri ope sanguinis erepta Neapolis civi patr. vindici ”

(A San Gennaro, al cittadino salvatore della patria, Napoli salvata dalla fame, dalla guerra, dalla peste e dal fuoco del Vesuvio, per virtù del suo sangue miracoloso, consacra).

Oggi le due ampolle sono fissate all’interno di una piccola teca rotonda; una delle due è riempita per 3/4, mentre l’altra è semivuota poiché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo di Borbone che, divenuto re di Spagna, lo portò con sé credendo che potesse in qualche modo portargli fortuna e prosperità.

Il sangue di San Gennaro viene esposto alla venerazione dei fedeli tre volte l’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre, giorno della festa di San Gennaro, e il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631. Si dice che San Gennaro riuscì a fermare la lava arrivata fin quasi alle porte della città. In queste tre date solitamente si ripete il fenomeno della liquefazione del sangue del santo, considerata dai fedele un miracolo.

Nel corso del secolo scorso vi sono stati alcuni casi nei quali il prodigioso fenomeno non è avvenuto e in concomitanza ci sono stati eventi nefasti:

– Nel settembre 1939 e 1940, in corrispondenza con l’inizio del secondo conflitto mondiale e dell’entrata in guerra del Paese, il sangue non subì alcuna modifica, rimanendo intatto nelle ampolle.

– Lo stesso avvenne nel 1943, data dell’occupazione nazista.

– Nemmeno nel 1973 il sangue divento liquido e fu il periodo in cui si diffuse a Napoli l’epidemia di colera.

– Successe poi nel settembre 1980, solo due mesi prima il catastrofico terremoto avvenuto in Irpinia.

Sembra quindi che San Gennaro voglia comunicare così presagi nefasti per la cittadinanza della sua città.

Da molto tempo il fenomeno della liquefazione del sangue incuriosisce gli scienziati, ma per non rovinare la reliquia non si possono effettuare esami diretti. Dall’analisi spettroscopica sulle ampolle effettuata dai professori Sperindeo e Januario il 25 settembre 1902 risulta che il liquido all’interno è ossiemoglobina, cioè veramente sangue.

Il CICAP però negli anni si è adoperato per sfatare il mito, non tanto dimostrando che il miracolo fosse un falso architettato dalla Chiesa, quanto nel cercare di riprodurre il fenomeno con materiali a sua disposizione. Gli studiosi sono giunti alla fabbricazione di una sostanza “tissotropica”, ovvero con la proprietà di diventare meno viscosa se sottoposta a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, e di tornare allo stato precedente se lasciati indisturbati. Nonostante questo la sostanza ricreata dal CICAP ha perso le caratteristiche tissotropiche dopo soli 2 anni e anche i successivi tentativi hanno portato a sostanze più elaborate, ma che mantenevano quelle qualità al massimo 10 anni.

Come è possibile che il sangue umano, che sappiamo che inizia a coagularsi subito dopo la morte, ogni anno diventi liquido in tre precise date? È un miracolo? È uno scherzo ben architettato? Beh, sicuramente è, per definizione, un grande mistero.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere