La sindrome di Renfield

Tra le figure mitologiche più famose oggi c’è sicuramente quella del vampiro. Oggi abbiamo un’idea del vampiro diversa da quell’originale, ma la caratteristica che è rimasta uguale nei secoli è che si nutrirebbe di sangue e delle energie delle persone.

Ho parlato diverse volte di presunti vampiri, di racconti e leggende che li vedono protagonisti e ho anche accennato alla porfiria, una terribile malattia che ha effetti devastanti sulle persone e che viene spesso accostata al vampirismo. Ma se la porfiria ha qualche somiglianza con il mito del vampirismo, esiste proprio una sindrome che spinge le persone a bere sangue, con tutti i pericoli annessi.

Li chiamano “Real Vampires” e sono quelle persone che si sentono o cercano a ogni costo di assomigliare ai vampiri delle leggende e dei film; se alcuni si limitano ad imitare i vampiri, a volte anche con comportamenti bizzarri o modifiche corporali più o meno invasive, altri vanno oltre e si identificano a tal punto nei vampiri da credere di esserlo a tutti gli effetti.

Sembra strano, ma non solo oggi ci sono migliaia di persone che si credono vampiri, molte di esse ne fanno anche uno stile di vita e non perdono occasione per pubblicizzarsi sui social e in rete. Queste persone soffrono della cosiddetta “sindrome di Renfield”.

Chi ha letto il libro Dracula di Bram Stocker o ha visto il film ispirato ad esso conoscerà il personaggio di Renfield, un uomo catturato dal conte Dracula che pur non essendo un vampiro ne diventa uno schiavo volontario e masochista.

Proprio a questo personaggio si ispirò nel 1992 lo psichiatra Richard Noll, che è anche autore dell’opera più completa riguardo al vampirismo trattato come disturbo psicologico. Già, oggi in casi gravi si parla di una psicosi che solitamente colpisce gli individui che hanno subito particolari traumi infantili e che li spinge a bere sangue, sia animale che umano.

Lo studio di Noll mette in risalto alcune caratteristiche che sembrano accomunare la maggior parte dei casi di vampirismo studiati clinicamente:

– Prima di tutto sembra che questo disturbo psicologico colpisca maggiormente i maschi che le femmine. Questa particolarità viene spesso spiegata con l’accostamento sessuale alla brama di sangue e il fatto che nel mordere c’è un forte desiderio di dominare un’altra persona. Ma come ho detto però la sindrome di Renfield non è esclusiva dei maschi e pare che negli ultimi anni ci sia stato un incremento femminile piuttosto importante.

– A differenza di quanto si pensi (più che altro analizzando il mito del vampiro sin dal famoso Dracula) la sindrome non sfocia mai in atti di cannibalismo o necrofagia: il cannibalismo ha un significato diverso per chi lo pratica e spesso è un atto più spirituale o dettato da rancori repressi; il vampirismo è associato quasi sempre all’erotismo e al desiderio di infrangere tabù sessuali e si svilupperebbe proprio come una variante dei disturbi psicologici sessuali.

– Bere sangue o dissanguare la propria vittima in passato era un simbolo di potere e forza e ancora oggi le persone affette dalla sindrome di Renfield affermano di provare benessere e un senso di potenza dopo aver bevuto sangue.

La sindrome di Renfield subirebbe una sorta di evoluzione durante gli anni e inizierebbe nell’infanzia con uno o più eventi traumatici, non necessariamente di natura sessuale. Solitamente si parla di “un evento cruciale” nel quale il soggetto prova su sé stesso il sanguinamento come un’esperienza eccitante e non dolorosa; questo evento (o più eventi ripetuti) si ripercuotono durante la pubertà e vengono associati ai primi squilibri ormonali e alle prime esperienze sessuali.

Dopo la pubertà, l’eccitazione viene spesso collegata alla vista del sangue e può sfociare nell’auto-vampirismo e nel desiderio di infliggersi ferite o piccoli tagli. In soggetti particolarmente gravi il disturbo induce a desiderare di bere sangue animale e addirittura ad estrarlo per conservalo in contenitori per un’assunzione costante, ma solitamente questo è uno stadio che viene superato o evitato con una relazione sessuale stabile con un’altra persona.

L’ultimo stadio è il vampirismo vero e proprio, ossia bere il sangue di altri esseri umani. Normalmente la sindrome di Renfield assume la forma di deviazione sessuale e diventa una forma di attività tra persone consenzienti; esistono però dei casi in cui il desiderio è talmente sviluppato da spingere le persone alla violenza e perfino all’omicidio.

Il desiderio compulsivo di bere sangue distingue oggi una persona afflitta dalla sindrome di Renfield dai “vampiri culturali”, cioè da quelle persone che praticano il vampirismo come una moda o una corrente di pensiero: molti che oggi affermano di bere sangue umano lo fanno più per porsi in mostra che un bisogno vero e proprio. Purtroppo il vampirismo è un fenomeno con radici molto antiche e sia nel passato che nel presente ha portato alla luce omicidi efferati e molto violenti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere