BONNIE E CLYDE

La storia di Bonnie e Clyde

Ladri, sequestratori, amanti… Bonnie e Clyde, nonostante la carriera molto breve, sono la coppia criminale più conosciuta al mondo e romanzata ancora oggi. Nel 1967 Arthur Penn diresse il film sulla loro vita, ” Gangster Story”, ma la storia dei due criminali è un po’ meno entusiasmante di come da allora viene rappresentata.
Clyde Chestnut Barrow nacque il 24 marzo 1909 a Telico, in Texas, ed era il quinto di 7 figli di una famiglia contadina molto povera. Aveva circa 4 anni quando i genitori andarono in rovina e furono costretti a vendere la fattoria a causa della siccità; alla fine si trasferirono a Dallas in cerca di fortuna. L’unico amico della sua infanzia fu la sorella Nell, a cui era particolarmente affezionato e con cui condivise le gioie e dolori dovuti alla condizione precaria a cui erano destinati e il ragazzo presto si convinse che il suo destino fosse molto umile. Le sue uniche ambizioni erano di diventare un musicista, e per questo imparò a suonare la chitarra e il sassofono.
Giunto ai 16 anni però il suo fratello maggiore Buck gli aprì uno spiraglio verso una vita diverta, fatta di ricchezze e gioie, non senza qualche rischio ovviamente. Sotto l’influenza di Buck, Clyde si trasformò presto in un piccolo criminale, cominciando con piccoli furti e poi specializzandosi rubare automobili. A 17 anni iniziarono i suoi guai con la polizia: prese un’auto a noleggio senza restituirla e venne arrestato pochi giorni dopo proprio sotto casa sua; nello stesso anno fu nuovamente arrestato per furto di tacchini insieme al fratello Buck.
Le pene per quelle “ragazzate” furono lievi e questo convinse sempre più Buck che il guadagno dai loro furti valeva sicuramente la pena di rischiare qualcosa, così tra 1927 e il 1929, nonostante lavorassero regolarmente, i due fratelli si dedicarono a crimini più remunerativi, come le aperture di casseforti e il furto di automobili. Il passo successivo avvenne nel 1929 quando entrarono in una banca e fecero la prima di rapina a mano armata. All’età di 20 anni Clyde era già un fuggitivo dalla legge.
Bonnie Elizabeth Parker nacque a Rowena il 1° ottobre 1910 ed era la seconda di tre figli. Aveva solo 4 anni quando il padre morì e la madre, anch’ella con problemi economici, si trasferì in un sobborgo povero di Dallas noto come Cement City dove andarono a vivere con i nonni di Bonnie.
Bonnie a scuola era una studentessa brillante, ma sopratutto divenne molto bella e iniziò ad aspirare di diventare un’attrice. Ma durante il secondo anno di scuola superiore iniziò una relazione con un suo compagno di nome Roy Thornton. Fu una relazione malsana per Bonnie, che divenne la “pupa” del bullo del scuola ( anch’egli coinvolto in piccoli furti) e che sposò Thornton nel settembre del 1926 a soli 16 anni.
Bonnie era una ragazza ribelle ed ambiziosa e volle dimostrarlo con un gesto che allora dava scandalo: si fece tatuare i loro nomi all’interno della coscia destra per celebrare la loro storia d’amore e di aver raggiunto un certo grado di libertà dalle regole perbeniste.
Il loro matrimonio però si è rivelò tumultuoso e problematico: Thornton intensificò la sua vita criminale e passò alle rapine a mano armata e verso Bonnie si dimostrò più volte violento. L’unione presto arrivò al punto di rottura, anche se la coppia non ha mai divorziato legalmente. Nel 1929 Thornton venne condannato a una pena di cinque anni per rapina e Bonnie tornò a vivere dalla nonna. Lei e Thornton non si rividero mai più, anche perchè l’uomo morì durante un tentativo di evasione dal carcere.
Clyde e Bonnie si conobbero nel gennaio del 1930 a casa di un’amica che avevano in comune. Bonnie in quei giorni assisteva l’amica che si era rotta il braccio destro in una caduta; Clyde era molto conosciuto nel quartiere e volle andare a trovare la ragazza per
portarle un mazzo di fiori.
Per Bonnie e Clyde fu un vero colpo di fulmine e ne giro di poco tempo i due iniziarono a frequentarsi. Lui dei due era quello più preso dalla relazione, tanto che in breve tempo rivelò ai suoi amici che amava Bonnie più di qualsiasi altra cosa. Iniziò a dare soprannomi alla sua bella, ma quello che più di tutti utilizzò fu “Bambolina dagli occhi blu” (Blue-Eyed Baby).
Clyde si procurava da vivere con furti di piccola entità: faceva parte di una piccola banda di ladri, ma le esperienze precedenti lo avevano convinto a non attirare troppa attenzione su di se, almeno nei dintorni di Dallas. Bonnie era una ragazza ribelle e in cerca di emozioni forti e forse fu proprio il brivido del proibito che la unì a Clyde in maniera indissolubile ( così come probabilmente l’aveva portata a sposare Thornton).
Il 27 aprile 1932 però Clyde fu accusato dell’assassinio di Bucher, il proprietario di un negozio di Hillsboro che lui stesso frequentava quasi quotidianamente. Egli continuò a professarsi innocente di quel delitto fino al giorno della sua morte: alla polizia disse che in quel colpo era rimasto fuori ed aveva aspettato in macchina, ma la vedova riconobbe il suo volto più che conosciuto e lo accusò della morte del marito. Clyde si difese affermando di aver chiesto ai suoi compagni di non sparare e di immobilizzare il signor Bucher senza fargli del male perchè sapeva che era un brav’uomo, ma qualcosa andò storto e i suoi complici iniziarono la sparatoria.
La signora Bucher identificò Clyde e la sua testimonianza alla polizia fu più che sufficiente ad incolparlo di omicidio. La sua situazione permetteva una scelta limitata: scontare il resto della vita in galera o la fuga; Clyde scelse la seconda e diede inizio, insieme a Bonnie, a una nuova vita fatta di rapine a mano armata, furti e spostamenti continui.
Braccati costantemente dalla polizia, i due rubavano macchine e, per confondere le loro tracce, cambiavano spesso la targa, rubandola da altre automobili. Ben presto divennero arroganti e convinti di poter scappare ogni volta che volevano, così vollero provare emozioni sempre più forti e iniziarono a sequestrare alcune delle persone che rapinavano. Per loro era solo un modo di divertirsi e non facevano mai del male: si limitavano a legare la vittima, imbavagliarla, caricarla in macchina e trasportarla lontano dalla scena del crimine; infine l’abbandonavo spesso seminuda sul ciglio della strada o nei pressi di case isolate e poi scappavano. Per loro il crimine era in gioco, un gioco imprudente ma incredibilmente eccitante.
Si divertivano in modo particolare a sequestrare i poliziotti disarmati perchè quel loro gesto era a conferma che potevano prendersi beffa delle autorità quando volevano. Clyde in fondo aveva un codice morale enon aveva mai voluto sparare a gente disarmata; lo stesso pretendeva dai suoi complici che però trovavano il suo modo di fare pericoloso e infantile.
Il 5 dicembre 1932 uno dei suoi complici, W.D. Jones, uccise Doyle Johnson e nel 1934 un altro suo complice, Henry Methvin, uccise due poliziotti che lo fermarono e gli chiesero i documento per un controllo di routine. Clyde non prese bene quei due episodi e più volte entrò in contrasto con gli altri membri della banda.
Il 22 marzo 1933 Buck, il fratello di Clyde, usufruì di un’amnistia e venne scarcerato. Clyde ritrovò il suo “mentore” e fu più che contento di prenderlo con se nella banda, accettando anche di buon grado la moglie Blanche. Blanche però era contraria a quello stile di vita e cercò di riportare il marito sulla retta via, ma senza esito.
Nello stesso anno, durante una sparatoria nello stato dello Iowa, Buck venne colpito alla testa da due proiettili e morì sei giorni dopo in ospedale. Blanche venne catturata dalla polizia assieme ad altri 4 membri della banda e condannata a 10 anni di carcere.
Bonnie e Clyde riuscirono a fuggire, ma W.D. li incolpò di aver abbandonato gli amici al loro destino e di aver approfittato della confusione per lasciarli a piedi e dileguarsi. La banda si sciolse.
Il 16 gennaio del 1934, forse colto da rimorsi, Clyde fece evadere Raymond Hamilton e alcuni sui compagni dalla prigione di Eastam. Tra questi vi fu pure Henry Methvin, che verso Clyde aveva sviluppato non poco rancore per il suo “tradimento”.
Henry Methvin decise di collaborare con la polizia e la sua fuga fu in qualche modo agevolata dalle guardie carcerate. Il 23 maggio del 1934 fu il giorno in cui ottenne lo sconto di pena in cambio della coppia di ladri. Bonnie a Clyde si erano rifugiati in una zona rurale della Louisiana ed Henry Methvin li invitò a casa del padre per festeggiare un colpo. Lungo la strada venne lasciato il furgone del padre di Henry e la polizia si appostò in un vecchio casolare abbandonato; quando Clyde rallentò riconoscendo il mezzo, i poliziotti aprirono il fuoco. Bonnie e Clyde rimasero uccisi da numerosi proiettili: lei aveva 23 anni, lui 25.
I due amanti furono sepolti entrambi a Dallasm ma per volere delle famiglie in due cimiteri diversi: Clyde nel Western Heights Cemetery e Bonnie nel Crown Hill Memorial Park. Clyde venne seppellito vicino al fratello Buck, e Bonnie accanto ai suoi nipotini Jacqueline e Fred Mace Jr. Bonnie venne vestita di una bellissima camicia da notte di seta azzurra, i suoi capelli vennero ondulati e le sue unghie smaltate; venne messa in una bara d’argento e tra le mani teneva dei gigli di un donatore sconosciuto.
Sulla lapide di Bonnie è inciso questo brano, tratto da una sua poesia:
« Come i fiori sono resi più profumati
dalla luce del sole e la rugiada,
così questo vecchio mondo è più splendente
grazie all’esistenza di persone come te »

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere