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Joachim Kroll: Il cacciatore della Ruhr

E’ opinione diffusa che molti assassini diventino tali in seguito a traumi infantili, a condizioni di vita inadeguate o a violenze subita in età adolescenziale. Questo pensiero è supportato dal fatto che gli assassini seriali hanno vissuto in famiglie disadattate o in grave povertà. Joachim Kroll sembra essere uno di questi casi.
Nacque il 17 aprile del 1933 a Hindenburg, in Germania. La sua famiglia era molto povera, nonostante questo ebbe l’ardire di mettere al mondo 8 figli. E nemmeno la fortuna era dalla loro parte perchè il padre di Joachim durante la guerra fu catturato dai russi e non fece mai più ritorno a casa.
In un paese distrutto dalla guerra e in una situazione economica molto grave, Joachim Kroll crebbe in uno stato di sottomissione da parte delle 6 sorelle e di quasi abbandono da parte della madre che faceva quanti più lavori possibile per tirare avanti. La sua gioventù fu segnata da un profondo odio verso le donne e spesso a scuola sfociava in comportamenti aggressivi verso i compagni più timidi o deboli.
Nel gennaio del 1955 Kroll perse anche la madre, che morì stremata dalle molte fatiche e la perdita di quell’unico punto di riferimento lo segnò a tal punto che si convinse di vivere una vita piena di nemici, specialmente le donne. Nei giorni successivi al funerale il 22enne litigò diverse volte con le sorelle, che volevano accollargli i doveri di casa e il dovere di mantenerle; alla fine scappò e trovò una sistemazione di fortuna in periferia, dove iniziò a meditare la sua vendetta verso le donne.
Il primo omicidio di Kroll avvenne meno di un mese dopo, l’8 febbraio del 1955. Il ragazzo era in un parco di Walstede sdraiato su una panchina ed aveva bevuto già diverse birre; nelle sue vicinanze passò Irmgard Strehl, una bella ragazza di 19 anni che subito Kroll cercò di approcciare.
La ragazza si mostrò immediatamente ostile e quando Kroll tentò di baciarla lo colpì con uno schiaffo. A quel punto la sua furia omicida ebbe inizio: la colpì con un pungo al volto facendola svenire e la trascinò in un fienile poco distante dove la violentò più volte e alla fine la strangolò. Ancora non pienamente soddisfatto estrasse un coltello e tagliò alcune parti di cadavere, che abbandonò in bella vista sopra le balle di fieno. Il corpo della ragazza fu ritrovato 5 giorni dopo.
Le donne erano il obiettivo primario: essendo stato costantemente sopraffatto in casa dalle numerose sorelle, Joachim voleva dimostrare a se stesso di essere un uomo e quindi di essere a comandare sulle donne. Probabilmente il suo primo omicidio non gli fu così semplice come possiamo immaginare perchè la sua seconda preda fu scelta ancora più debole ed indifesa, in modo che fosse sicuro di dominarla.
All’inizio del 1956 Kroll si appostò nei pressi di una scuola di Bottrp e riuscì ad adescare la 12enne Erika Schuletter con la semplice offerta di alcune caramelle. Riuscì a condurla in un vicolo buio lontano dai passanti e lì la colpì alla testa tramortendola. Questa volta non si mosse dal poste e tra la spazzatura la stuprò e alla fine la strangolò.
Da quell’omicidio per 3 anni non si hanno notizie di altri crimini perpetrati da Kroll, anche le si teme che semplicemente non siano mai stati scoperti.
Il 17 giugno 1959 Kroll era nei pressi di Rheinhausen, pronto a compiere il suo terzo omicidio. Entrò in una locanda per bere e lì vide la 23enne Klara Frieda Tesmer, con la quale tentò uno dei suoi approcci grossolani. La ragazza rifiutò le sue avances e con l’aiuto dei presenti riuscì a scrollarsi di dosso il suo assillante pretendente. Kroll uscì dal locale e si appostò nel buio in attesa che la ragazza uscisse, poi la pedinò ed infine si presentò di nuovo per molestarla. La ragazza tentò una colluttazione, ma Kroll ebbe la meglio e la soffocò. In seguito la trascinò in un parco dove la violentò e mutilò il cadavere nuovamente tagliandone alcuni pezzi.
Dai test effettuati è risultato che il quoziente intellettivo di Kroll fosse molto basso, ciò non toglie il fatto che l’uomo si rese conto di dover cambiare zona spesso e compiere i propri omicidi ad una certa distanza di tempo l’uno dall’altro.
Il 26 luglio del 1959 Kroll era un nomade che, pur spostandosi di poche decine di chilometri per volta, era riuscito a sviare ogni sospetto per gli omicidi precedenti. Quel giorno era a Bredeney, a sud di Essen, pronto a commettere l’omicidio che gli valse il soprannome di “Cacciatore della Ruhr”.
Come per le vittime precedenti, Kroll non premeditò esattamente chi colpire e se la sua quarta vittima fu la 16enne Manuela Knodt, fu solamente per caso. Riuscì ad attirare anche lei con una scusa in un luogo isolato, dove la stordì, la violentò e la strangolò. Quella volta però, almeno stando alle sue confessioni, volle provare qualcosa di più incisivo, qualcosa che davvero avrebbe manifestato la sua “potenza”. Mutilò il cadavere asportando parti dalle cosce e dalle natiche e poi le arrostì e le mangiò. Quella fu la prima volta che si cibò di carne umana e gli piacque talmente tanto che da allora il cannibalismo divenne una parte integrante del suo modus operandi.
Passarono altri 3 anni ( anche qui si teme che fece altre vittime mai scoperte) e il 23 aprile del 1962 fu il turno della 13enne Petra Griese. Kroll riuscì a convincerla a seguirlo in un prato e lì la uccise, la violentò e le asportò entrambe le natiche, la mano sinistra e l’avambraccio. L’omicidio avvenne vicino a Walsum.
Il suo successivo omicidio avvenne di nuovo a Walsum circa un mese più tardi. La mattina del 4 giugno Kroll avvicinò Monica Tafel, una 13enne che stava andando a scuola. Le offrì delle caramelle e la condusse nel campo dietro l’edificio, dove la violentò, la uccise e le tagliò parti delle cosce.
Venne poi il turno della 12enne Barbara Bruder, anche lei convinta a seguirlo mentre andava a scuola a Burscheid. A lei Kroll non asportò nessuna parte del corpo, probabilmente perchè venne disturbato o perchè temeva di essere rintracciato seguendo la scia di cadaveri deturpati.
Poi di nuovo si fermò per tre anni, il tempo necessario a far perdere ogni traccia e lasciar cadere ogni sospetto.
Il predatore si spostò a Duisburg, dove il 22 agosto del 1965 notò una coppia di giovani appartata in macchina in una zona isolata. Kroll si avvicinò all’auto e con un pugnale lacerò una ruota e poi si nascose dietro l’auto in attesa che il ragazzo alla guida, Hermann Schmitz, uscisse a controllare. Schmitz venne aggredito con violenza e pugnalato diverse volte al petto, ovviamente morendo sotto i colpi di Kroll; la ragazza ebbe la prontezza di balzare al posto di guida e scappare fino alla strada più vicina dove fermò un’auto e andò alla polizia. In stato confusionale raccontò dell’aggressione, ma non riuscì a fare una precisa descrizione dell’assalito, che nuovamente la fece franca.
Il 13 settembre del 1966, a Marl, Kroll se le prese con un’altra coppietta che stava passeggiando in un parco dopo il tramonto. Quando i due si salutarono Kroll attese che il ragazzo fosse abbastanza lontano e poi balzò da dietro un albero e pugnalò al collo la ragazza. Tornò poi in cerca del fidanzato, ma non riuscì a raggiungerlo in tempo e lui si salvò mettendo in moto la macchina e allontanandosi. Kroll allora sfogò la frustrazione sul cadavere, che violentò più volte e mutilò.
Tre mesi dopo Kroll cadde ancora più in basso e se la prese con una bambina di soli 5 anni. L’assassino era in stazione a Essen e notò che la piccola Ilona Harke era piuttosto irrequieta e tendeva ad allontanarsi dai genitori indaffarati con gli altri figli. La adescò con la promessa di una bambola e la a salire sul treno diretto a Wuppertale. Giunti a destinazione Kroll la portò in un luogo isolato dove la stuprò e la gettò in uno stagno, solo per il gusto di vederla annegare. poi recuperò il cadavere e ne asportò via le natiche e le spalle.
Nel 1967 Kroll si stabilì a Grafenhausen, dove riuscì a conquistarsi le simpatie di molti bambini del luogo: si fermava spesso a giocare con loro, regalava loro delle caramelle e portava loro dei doni in legno che lui stesso incideva. La sua copertura saltò quando un giorno attirò una bambina di 10 anni in una campo con la promessa di un regalo: le mostrò un giornaletto di donne nude e la bambina rimase sconvolta. Kroll l’afferò, ma per fortuna della piccola nelle vicinanze c’era una miniera e in quell’istante c’era il cambio turno. Alcuni minatori si avvicinarono e la bambina riuscì a divincolarsi e correre loro incontro. Kroll scappò e fece perdere le tracce.
Il “cacciatore” lasciò che le acque si calmassero e tornò ad uccidere due anni dopo. Il 12 luglio 1969 era a Hueckeswagen, dove tentò di rapire una bambina per strada. Lo vide un’anziana che tornava dalla messa e così Kroll dovette ripiegare su di lei. Attese che la 61enne Maria Hettgen fosse in casa e irruppe da una finestra, poi la strangolò e abusò del suo cadavere.
L’anno dopo, il 21 maggio del 1970, Kroll tornò nuovamente alle bambine e nei pressi di Breitscheid riuscì ad adescare la 13enne Jutta Ranh, che come di consueto violentò, strangolò e mangio parti del braccio e della schiena.
Per altri 6 sembrò tornare la calma nella zona, ma Kroll non aveva ancora finito di cacciare le sue prede. Tornò a Duisburg, dove prese in affitto un appartamento che si pagò facendo lavoretti di sgombero e trasporto, ma la sua brama lo portò di nuovo ad adescare una bambina, Karin Toepfer, di 10 anni. Sempre con la scusa delle caramelle venne fermata nei rpessi della scuola e poi eliminata con la solita procedura.
Il suo ultimo crimine avvenne a Lara, un sobborgo di Duisburg. Il 3 luglio del 1976 uccise la figlia di una vicina di casa: si chiamava Marion Ketter ed aveva solo 4 anni. Essendo un quartiere piuttosto frenetico Kroll non ebbe modo di far sparire il cadavere e così fu costretto ad occultarlo in casa. La famiglia della piccola chiamò la polizia che iniziò a pattugliare la zona. Il giorno dopo la stessa polizia venne avvertita dall’impresa di spurgo che nel palazzo dove abitava Kroll avevano fatto un’agghiacciante scoperta: un inquilino chiamò l’impresa per un blocco delle tubature e l’operazione di spurgo portò alla luce pezzi di carne in decomposizione.
Venne chiamato il un medico legale che confermò che nelle tubature c’erano organi interni di un bambino. L’impresa risalì all’appartamento di Kroll, il cui scarico era al principio dell’ingorgo e la polizia si presentò per chiedere spiegazioni. L’uomo si giustificò dicendo che aveva gettato nello scarico pezzi di un coniglio, ma messo sotto pressione alla fine confessò che si trattava dei resti erano della piccola Ketter.
All’interno dell’appartamento di Kroll venne trovata una pentola nella quale c’era una piccola mano bollita assieme a delle verdure e nel freezer furono rinvenuti diversi sacchetti pieni di carne umana.
Joachim Kroll venne processato il 4 ottobre del 1979. Nella sua lunga confessione ammise di aver ucciso 14 persone, dicendo però di non ricordarli tutti. Nell’aprile del 1982 Kroll fu condannato all’ergastolo, ma il 1° luglio 1991 morì a causa di un attacco cardiaco, sebbene si sospetti che la causa fu un’altra perchè venne più volte colpito e minacciato da altri carcerati.