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La mostruosa famiglia Mauerova

La storia che sto per raccontarvi credo sia agghiacciante persino per molti serial killer spietati, pertanto se siete facilmente impressionabili vi consiglio di astenervi dal leggerla.
Quando una donna ( normale intendo) mette al mondo un figlio tra lei e il suo bambino nasce un rapporto indissolubile ed il neonato diviene per lei la cosa più importante al mondo, perfino più importante del suo compagno. Una madre per suo figlio farebbe tutto, anche perdonargli le peggiori azioni.
Analogamente, un ragazzo cresciuto da una madre amorevole, che sia severa ma giusta allo stesso tempo, prima o poi si renderà conto di quale fortuna ha avuto e vedrà in lei la figura dell’angelo guida nei momenti più difficili.
Ci sarebbe da disquisire sul fatto del le bambine sono generalmente più legate al papà mentre i bambini più alla mamma, ma in effetti per tutti la mamma resta comunque un punto fisso, una colonna portante della vita di ogni bambino.
Si dice che una madre sia Dio agli occhi di bambino prima della pubertà ( poi inizia il periodo ribelle ecc.), e purtroppo in quel periodo i bambini sono talmente vulnerabili da affidarsi alla mamma per qualunque cosa, anche se si tratta di una squilibrata sadica e brutale.
Questo è il caso della famiglia Mauerova, un gruppo di pazzi, sadici, cannibali e torturatori che non si fecero scrupoli a distruggere, sia fisicamente che moralmente, un bambino di soli 8 anni. Premetto che non ci sono morti in questa storia, ma nonostante questo reputo i 6 carnefici dei mostri ben peggiori di un assassino.
Questa storia ve la devo raccontare dalla fine perchè in effetti di Casa Mauerova tutto ciò che si è saputo si è ricavato a ritroso dopo che la polizia irruppe in casa: prima di allora i vicini, come accade spesso, non avevano alcun sospetto di cosa succedesse in quella casa e ritenevano gli inquilini persone per bene, anche se un po’ riservate.
Nel maggio del 2007 a Brno, nella Repubblica Ceca, la polizia fece irruzione in una casetta alla periferia della città e arrestò Klara Mauerova ( 30 anni), sua sorella Katerina ( 34 anni), Jan Turek ( 32 anni), Barbora Skrlova ( 34 anni) e Jan Skrla (25 anni). Lo stesso giorno venne arrestata a casa sua un’altra donna non presente, ma reputata implicata: era Hana Basova ( 28 anni). Ad accusarli c’era un video “fortuito” di un vicino che aveva osservato delle orribili scene nella loro casa a causa di in’interferenza, ma che fu essenziale a mettere fine a quello scempio.
Dalle confessioni degli imputati e dalla ricostruzione della scientifica erano già oltre 8 mesi che in quella casa il gruppo di giovani seviziava, violentava, incideva le carni e ne mangiava parti di due bambini di 8 e 10 anni e il tutto avveniva per soddisfare degli strani riti di una setta religiosa piuttosto conosciuta in tutta Europa, chiamata “Il movimento del Graal”.
Ma vediamo un attimo di dare un profilo a questi mostri:

– Klara Mauerova era la madre di due bambini: Ondrej di 8 anni e Jakub di 10. La donna assieme alla sorella Katerina viveva nella casa lasciata loro dai genitori deceduti ed era noto a tutti che fosse disturbata. In gioventù aveva avuto diversi episodi di schizofrenia e non l’aveva aiutata il matrimonjo disastroso con un poco di buono che la lasciò dopo il secondo figlio.

– Katerina Mauerova era la sorella maggiore ed era quella in casa si occupava di tutto, ma anche lei era sotto cura di antipsicotici ed aveva disturbi simili. Soffriva di violenti scatti d’ira e di deliri pseudo-religiosi. Si dice sia stata lei ad avere l’idea di accogliere in casa in maniera stabile gli altri celebranti del culto.

– Barbora Skrlova era una loro amica, ma da anni viveva in casa con loro, partecipando alle spese facendo piccoli lavoretti di tanto in tanto. Neanche a dirlo, anche la sua mente era compromessa dalla malattia, ma per lei c’era anche una patologia fisica. Nonostante avesse quasi 34 anni il suo corpo ne dimostrava circa 13 e anche nei comportamenti speso regrediva allo stadio di bambina, alternando azioni da donna adulta a momenti in cui mostrava il carattere di una capricciosa bimba di 7 – 8 anni.

– Jan Skrla e Hana Basova erano una coppia di fidanzati apparentemente normali che lavoravano come operai e che probabilmente aderirono al culto per noia o in cerca di forti emozioni. Frequentavano spesso casa Mauerova e ed erano diventati più che amici con le tre donne di casa.

– Jan Turek non è mai stato definito in maniera chiara: si è detto che fosse il capo del gruppo e che fosse lui a celebrare i riti in quella casa; c’è chi ha affermato che fosse in fidanzato di Klara e che fu epr quello che lei gli diede in dono i suoi figli da macellare; sta di fatto che il suo avvocato difensore fu molto bravo a farlo passare come uomo dalla colpa marginale in questa storia.

– Infine i due piccoli Ondrej e Jakub, le uniche vittime indifese di quei pazzi. Ecco, riprendo il concetto iniziale dei figli: entrambi erano talmente affezionati alla mamma da eseguire sempre i suoi ordini ed erano disposti a soffrire le pene dell’inferno pur di non compromettere la situazione dalle loro madre con i vicini. Sorridevano sempre, nonostante sotto gli indumenti avessero cicatrici profonde sempre aperte e chissà quale dolore provassero. L’accusa tentò di accusare la madre di somministrare ai due bambini dei forti calmanti perchè era insensato che non tentassero al fuga o di ribellarsi a quello scempio, ma non venne mai provata alcuna somministrazione.

E ora passiamo ai fatti.
Barbora aveva una grande influenza sulla mente di Klara e sin dal suo ingresso nella casa la consigliava su ogni cosa, dal vestirsi al mangiare, dagli hobby a come educare i figli. Fu lei a convincere lei e Katerina ad unirisi al movimento religioso “Il movimento del Graal” che predicava la totale libertà dell’individuo che doveva essere privo di ogni tabù sociale.
Per Barbora le regole imposte dalla società erano sbagliate ed ognuno aveva diritto di gestire la propria vita come più gradiva. I figli erano frutto del proprio grembo, ma essendo lei stata tradita dal marito essi erano in parte lo specchio del padre e quindi malvagi e infedeli.
Barbora in realtà confessò negli interrogatori di essere estremamente gelosa dei due figli di Klara perchè la sua condizione fisica non le permetteva di generare prole e la sua indole bipolare faceva allontanare qualsiasi pretendente. Lei stessa disse che nel vedere ogni giorno le attenzioni che i figli, nonostante tutto, dedicavano alla madre faceva nascere in lei un’invidia incontenibile che spesso placava in bagno graffiandosi i seni o le parti basse.
Poco per volta manipolò la mente di Klara arrivando a convincerla che i figli fossero perfidi e crudeli e che meritassero punizioni esemplari perchè in quel modo avrebbe punito anche lo spirito del padre dei bambini.
Nel settembre del 2006 Klara per la prima volta trascinò i bambini con rabbia nel seminterrato di casa e li incatenò al muro per poi frustrali con una cinghia per ore intere. La sorella Katerina fu la prima da accorgersene, ma trovò la cosa più divertente che sbagliata e consigliò a Klara di non esagerare e di alternare le punizioni ad un certo riposo dei due bambini.
Ogni giorno la donna, aiutata dalla zia e da Barbora, li torturava brutalmente. Le loro teste venivano immerse all’interno di una tinozza piena d’acqua gelida e venivano tenute immerse fin quasi all’annegamento. Calci, pugni frustate e persino abusi sessuali erano ormai divenuti la quotidiana normalità. Il loro essere maschi, secondo Barbora, incarnava la malvagità del padre e dovevano essere puniti con frustate e calci nei genitali per il dolore che l’uomo aveva inferto alla madre.
Ma le cose andarono peggiorando quando le donne ne parlarono agli amici e qui entra in gioco la figura di Jan Turek. L’uomo convinse le donne che i bambini erano da “esorcizzare” con riti appositi perchè era giusto incanalare in loro l’idea di una vita dura e fatta di sofferenze. Le punizioni non dovevano essere inflitte per la colpa di un altro, ma per le loro ( pensiero contorto, ma nel caso di una famiglia “normale” potrebbe stare), ma il problema era che lui le convinse a punire i figli per sbagli che ancora non avevano fatto, ma che si presumeva avessero fatto in futuro. Nella sua mente malata decise che i bambini dovevano essere puniti perchè un giorno avrebbero marinato la scuola, sarebbero tornati a casa ubriachi, avrebbero rubato una caramella, avrebbero scommesso dei soldi, e così via: ogni giorno il gruppo di adulti pensava ad una nuova possibile infrazione e andava a punire i due piccoli innocenti.
Ben presto i piccoli corpi vennero ricoperti da molte cicatrici e da bruciature di sigaretta. I due bambini erano costretti a vivere il loro incubo al buio, incatenati al muro o ad un tavolo, a volte all’interno di una gabbia, circondati dai loro stessi escrementi. La madre per giustificare la loro assenza da scuola li fece cancellare dall’elenco degli iscritti dicendo alla preside che si sarebbero trasferiti .
Un giorno di novembre Klara si presentò davanti ai figli con un coltello e poco per volta, lentamente, cominciò ad incidere le carni di Ondrej. Il suo corpo venne parzialmente scuoiato e gli estrasse alcuni pezzi di carne dal costato e dalla schiena.
Io credo che a quel punto oltre al tremendo dolore fisico il bambino abbia accusato un danno psicologico irreversibile e los tesso vale per il fratellino maggiore che fu obbligato non solo ad assistere, ma perfino a partecipare all’orrore. Ondrej e Jakub vennero costretti a mangiare quella carne insieme alla madre. Pezzo dopo pezzo…
Immaginate quali incubi stiano ancora provando nelle loro menti quei due bambini nello scoprire che la loro madre, la persona che li dovrebbe amare e proteggere, era in realtà un mostro affamato di sangue e violenza.
Ma non finisce qui: una sera che tutti e 6 gli adulti si erano riuniti per uno dei loro riti, Jan Turek e Barbora Skrlova escogitarono un metodo ingegnoso per non perdersi lo “spettacolo” delle donne che torturavano i due bambini.
Decisero di comprare e installare un video baby monitor così da poter vedere i figli comodamente dalla sua cucina o dalle altre stanze. Le torture proseguirono per sei mesi e probabilmente sarebbero finite con la morte dei piccoli, se non fosse che in questo caso ci mise mano la Provvidenza.
Un vicino di casa, infatti, istallò un altro baby monitor nella camera del figlioletto di pochi mesi, così da poterlo tenere d’occhio durante la notte. Per fortuna la tecnologia di questi apparecchi è ancora approssimativa e capita spesso che apparecchi del genere interferiscano tra di loro quando sono posizionati ad una breve distanza l’uno dall’altro.
Quello che vide l’uomo quando accese lo schermo dell’apparecchio lo sconvolse: nell’immagine distorta sul monitor comparve Ondrej che giaceva nudo a terra, mentre si contorceva in una pozza di sangue ed escrementi. Ferite orribili e grandi tratti di carne esposta gli coprivano il corpo.
L’uomo chiamò la polizia che accorse a casa Mauerova e finalmente, dopo aver sfondato la porta della cantina, mise fine all’incubo per i due bambini.
Insieme a loro venne trovata anche Barbora, che probabilmente aveva sospettato qualcosa e nella sua lucida follia escogitò un piano a dir poco geniale: si vestì come una bambina e fu trovata mentre stringeva tra le braccia un orsacchiotto di peluches. La donna, fingendosi una vittima, corse tra le braccia di uno dei poliziotti, ovviamente non destando alcun sospetto. Il giorno dopo fu portata nell’orfanotrofio locale, nell’attesa che le indagini chiarissero la situazione. Poche ore dopo la donna era già in fuga….
Venne catturata tre settimane dopo, quando la famiglia che l’aveva presa in casa credendola un bambino di strada, vide in TV il suo identikit. Per sfuggire alla giustizia si era tagliata i capelli a caschetto e si presentò davanti la casa di una famiglia norvegese spacciandosi per Adam, un bambino di 13 anni orfano.
Klara e la sorella Katerina furono arrestate e furono le prima a confessare tutti gli orribili maltrattamenti che fecero subire ai bambini. Dissero di essere state manipolate da Barbora che aveva operato su di loro un vero e proprio lavaggio del cervello.
Il 23 ottobre 2008 ebbe termine il processo al gruppo di mostri:

– Nonostante l’orrore scaturito dalla confessione delle due sorelle la condanna fu di appena 9 anni di reclusione per Klara e 10 per Katerina, perchè ritenute parzialmente instabili e non conscie delle loro azioni.

– Barbora Skrlova, nonostante è la sua parte nella tortura, nonostante il suo tentativo di sua e nonostante sia stata la mente traviante del gruppo, è stata ritenuta elemento marginale degli abusi e la difesa riuscì a convincere la giuria che la donna non toccò mai direttamente i due bambini. Se la cavò con soli 5 anni di galera. C’è però chi sussurra che durante quel periodo abbia subito una dura “lezione” da parte di alcune detenute che una notte la picchiarono e la seviziarono con uno sgabello di metallo.

– Hana Basova, 28, e Jan Skrla, 25, sono stati condannati a sette anni ciascuno per aver fomentato gli abusi ed aver conservato inc asa parecchi scatti dei bambini durante la loro detenzione.

– Jan Turek, è stato imprigionato per cinque anni, anche lui incredibilmente accusato solo di complicità negli abusi, ma di aver avuto solo un ruolo marginale.

Oggi i due bambini, Ondrej e Jakub, sono stati affidati ad una famiglia che è rimasta anonima e hanno cambiato nome per maggiore tranquillità. A questo punto io mi chiedo: 9 anni, 10 anni, 7 anni e addirittura solo 5 anni… E’ questa la “giusta pena” per chi distrugge la vita di due piccoli innocenti che porteranno ferite sia fisiche che psicologiche per il resto dalle vita?

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere