Mary Bell, serial killer a 11 anni

Cosa forma la mente di un killer? Non intendo un omicida, ma un pluriomicida.
Un omicidio è dettato solitamente da reazioni impulsive o dall’odio verso una persona che sfocia nel peggiore dei modi; ma perché una persona arriva ad uccidere persone diverse, spesso sconosciute e scelte a caso, in tempi diversi e con motivazioni frivole?
Meglio di me potrebbe rispondervi uno psicologo criminale, ma da quel poco che ho capito sfogliando le biografie dei maggiori serial killer sembra che alla base degli omicidi seriali ci siano disagi familiari, violenze subite in età pre-adolescenziale, un’educazione troppo rigida o semplicemente cattivi esempi da parte dei genitori.
Normalmente l’esplosione di tali disagi avviene verso i 18 – 20 anni, quando l’individuo si scontra con la società ed è costretto a procurarsi di che vivere, ma vi sono casi anomali che vanno contro ogni modello matematico che si cerca di stendere su un possibile serial killer.
Già, forse l’errore che si commette sempre più spesso è proprio quello di voler generalizzare la figura del serial killer: ogni individuo è un caso a se e ragiona secondo concetti propri e motivazioni diverse dagli altri, quindi comprendere i suoi pensieri non è affatto facile, tanto meno cercare di prevenire che qualcuno diventi un emule e inizi ad uccidere.
E come prevenire lo sfogo omicida di un bambino? Eh sì, nel mondo purtroppo ci sono centinaia di casi di bambini assassini, anche pluriomicida. Questo articolo parla proprio di una bambina di 11 anni colpevole di ben 2 omicidi e che oggi vive tranquillamente in mezzo alle persone comuni, magari proprio di fronte casa vostra.
Mary Flora Bell nacque il 26 maggio 1957 a Newcastle upon Tyne, un borgo nella contea di Tyne and Wear, in Inghilterra. Sua madre Betty la ebbe a soli 16 anni e da un rapporto con un uomo rimasto sconosciuto: per mantenersi la ragazza faceva la prostituta e nemmeno di rango elevato. Spesso si intratteneva in rapporti sessuali al limite del lecito e la piccola Mary fu più volte costretta ad assistere agli incontri della madre. Si disse anche che la stessa Betty costrinse la figlia a partecipare più volte a rapporti sessuali sin da quando aveva solo 6 anni e che quando era solo una neonata cercò di annegarla per non farle vivere un’esistenza come la sua.
La bambina ad ogni modo riconobbe come genitore Billy Bell, un criminale arrestato più volte per furto di armi che sposò la madre nel periodo della nascita della ragazza.
Con una coppia di genitori del genere e con il fatto che crebbe in un’area molto povera della città piena di delinquenza non c’è da stupirsi se sin dalla tenera età manifestò comportamenti violenti e atti di vandalismo a scuola. Nessuno però si aspettava che divenisse un’assassina.
Mary Bell aveva solo 11 anni quando commise i suoi due delitti. Il 25 maggio 1968 il giorno prima di compiere gli anni Mary e una sua amica coetanea, Norma Jean Bell (stesso cognome, ma non erano parenti) attirarono con la scusa delle caramelle Martin Brown, un bambino di 4 anni figlio dei vicini. Lo condussero in una casa abbandonata poco distante e lì Mary lo strangolò.
Le ricerche partirono quasi immediatamente e la mattina dopo il cadavere venne ritrovato. La autorità però cercarono di chiudere velocemente il caso archiviandolo come incidente: Mary non aveva impresso abbastanza forza da lasciare segni di strangolamento e la morte venne imputata ad un malore o ad un gioco finito male.
Circa tre settimane dopo però giunse la conferma che c’era qualcosa di più orrendo dietro la morte del piccolo: Mary a Norma entrarono di pomeriggio nella scuola materna dove andava Martin, misero le aule sottosopra, distrussero armadi e banchi e lasciarono scritte con gessi e pennarelli in cui affermavano di aver commesso l’omicidio (ovviamente senza firmarsi). La polizia indagò, ma il tema era troppo scottante per essere portato a lungo, così nuovamente chiusero velocemente la questione motivando tutto come uno scherzo di cattivo gusto di qualche vandalo.
Il 31 luglio dello stesso anno Mary uccise un altro bambino, questa volta di 3 anni: si chiamava Brian Howe e venne attirato probabilmente con la stessa scusa sia da Mary che da Norma. Questa volta le due ci andarono sul pesante: credendo di essere così abili da non esser scoperte vollero divertirsi mutilando il cadavere del piccolo e sfidarono apertamente la polizia firmando il loro omicidio. Con un paio di forbici incisero una M sul petto del bambino, lo tagliarono in più parti, gli tagliarono i genitali e gli tagliarono i capelli. Poi lo lasciarono in un campo poco distante dalla casa del bambino.
Il cadavere venne ritrovato lo stesso giorno dell’omicidio e la polizia iniziò a sospettare che in giro ci fosse un pedofilo e subito dopo venne anche considerata la pista di un serial killer. Vennero sentiti circa 1.200 bambini tra la scuola materna, elementare e media, fino a giungere alle amiche Norma Jean Bell e Mary Bell, che più volte diedero risposte sospette e contrastanti. Con un po’ di pressione le due si tradirono e Mary ammise entrambi gli omicidi.
Nell’agosto del 1968 Mary e Norma vennero arrestate: Mary fu dichiarata colpevole di duplice omicidio, mentre Norma fu assolta perché risultò solo spettatrice dei delitti. Mary dichiarò che l’amica aveva mentito e che i delitti erano stati commessi anche da Norma e, soprattutto, che era stata lei ad attirare e colpire per prima i bambini.
La notizia sconvolse il Regno Unito, ma come punire una bambina serial killer? Trattandola come un adulta a dandole il massimo della pena, ovvero l’ergastolo.
Nel settembre fu emesso il verdetto e la motivazione fu non solo la violenza e l’atrocità dei delitti, ma anche la seria possibilità che rilasciandola potesse mettere in atto altri omicidi.
L’ergastolo per Mary Flora Bell però durò solo 12 anni: Mary Flora Bell durante la detenzione fu sottoposta a diverse cure psichiatriche, fino a quando nel 1980 fu ritenuta inoffensiva a degna di tornare in libertà.
Venne rilasciata e le venne assegnata una nuova identità, ma per bene tre volte i giornalisti riuscirono a rintracciarla e il governo dovette adoperarsi per farla sparire e garantirle una vita serena.
Nel 1984 Mary ebbe una figlia e le due furono nuovamente scoperte dai reporter, costringendo le autorità ad espatriarle negli Stati Uniti, dove ancora oggi probabilmente vive. Oggi Mary Bell è addirittura nonna e presumibilmente vive una vita tranquilla e,si dice, da donna ricca: la sua storia fruttò parecchi soldi sia a lei (con le interviste rilasciate a vari giornali e trasmissioni TV), sia alla madre che ne approfittò per rilasciare interviste a chiunque la fermasse per strada in cambio di denaro.
Tecnicamente Mary Bell non è una serial killer perché secondo la classificazione dell’FBI si definisce “serial killer” una persona che uccide almeno tre vittime in momenti diversi; tuttavia rientra sicuramente tra i peggiori mostri umani mai vissuti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere