Vipera di Russell: il serpente più letale per l’uomo

Tra gli animali pericolosi per l’uomo sicuramente quelli più temuti sono quelli che possono inoculare il veleno perché in molti casi non esiste un rimedio efficace o non lo si ha a portata di mano in caso di incidente. In cima alla classifica degli animali più velenosi del mondo ci sono i serpenti e tra di loro spiccano sempre nomi molto conosciuti, come il cobra reale, il mamba nero, il serpente a sonagli (la famiglia dei crotali)…

È davvero difficile definire quale possa essere il serpente più letale per l’essere umano perché per poter valutare l’efficacia di un veleno entrano in gioco diversi fattori: la tossicità, la velocità di azione, i danni provocati, la quantità inoculata con un morso, la frequenza degli attacchi, quanto l’animale e l’uomo entrano a contatto, ecc.

In un recente studio volto proprio a giudicare quale rettile sia il più pericoloso è venuto fuori che ancor prima del cobra e del mamba il nemico dell’uomo è la vipera di Russell, che in India ogni anno miete l’impressionante quota di oltre 10.000 vittime.

Il nome scientifico è “Daboia russelii” e vive in tutto il sud-est asiatico; non supera i 170 cm di lunghezza ed è piuttosto pigra. Viene chiamata vipera di Russell perché il ricercatore scozzese Patrick Russell la studiò e la catalogò per primo.

Il problema di fondo è che questo serpente, proprio perché è pigro, non scappa quando avverte un pericolo perché è conscio che nessuno, vedendolo, si azzarderebbe a disturbarlo; per di più la sua livrea non è facilmente distinguibile dall’ambiente circostante: il colore varia dal marrone al grigio-bruno e sul dorso presenta tre file di macchie ovali nere o marroni, che si confondono con le pietre e il terreno. Se a questo aggiungiamo il fatto che vive in zone dell’India molto povere, dove la maggior parte dei contadini non indossa le scarpe, si può intuire perché mieta così tante vittime ogni anno. E ancora non vi ho parlato del suo veleno!

Il veleno della vipera di Russell ha componenti emotossiche, citotossiche e neurotossiche: detto più semplicemente va a colpire i globuli rossi, le cellule e i neuroni. Ne bastano 50 mg per uccidere un uomo, ma un morso è in grado di iniettare da 120 mg a 270 mg di veleno.

Sin dai primi istanti il dolore di un morso è molto intenso e può durare settimane anche in caso venga somministrato in tempo l’antidoto. Nel giro di mezz’ora iniziano le prime emorragie: le perdite di sangue diventano copiose dal naso, occhi, bocca e urine; il veleno ha tra l’altro un forte potere coagulante e il cuore rallenta e la pressione scende. La parte colpita inizia quasi immediatamente a morire e i tessuti cominciano ad essere affetti da necrosi, mentre gli organi interni iniziano a collassare lentamente. La morte può avvenire per insufficienza renale, setticemia, emorragia cerebrale, arresto cardiaco o respiratorio.

Se questo può far paura, pensate che tra gli erpetologi è comune l’idea che in questi casi morire subito dopo il morso non sia così male perché i danni del veleno sono permanenti e irreversibili. Nel 30 % dei casi si riesce a sopravvivere al morso della vipera di Russell, ma non tutti possono permettersi le cure ospedaliere prolungate; quelli che non vengono curati adeguatamente e per settimane sviluppano l’ipopituitarismo, una disfunzione causata dall’improvvisa riduzione nella secrezione di ormoni prodotti dall’ipofisi. In pratica i soggetti perdono totalmente i peli, le donne anche le curve dei seni e i fianchi e sia maschi ch femmine diventano sterili. E se questo non bastasse nei casi più gravi i soggetti perdono alcune funzioni cerebrali e spesso arrivano alla pazzia.

Con un rapido ricovero in ospedale e la somministrazione dell’antidoto molte delle complicazioni vengono scongiurate, ma non è raro che il veleno della Daboia russelii faccia comunque il suo corso e comprometta alcuni organi o funzionalità. I medici ci tengono a ribadire che iniettarsi da soli l’antidoto non serve a molto perché le cure devono essere lente e continuative.

La vipera di Russell sembra proprio essere in cima alla lista dei serpenti velenosi, anche perché gli incidenti sono frequenti per la sua abitudine di avvicinarsi agli insediamenti umani in cerca di topi o altre piccole prede.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere