Allagash Abduction

Oggi giorno quasi tutti noi abbiamo, almeno una volta nella nostra vita, visto qualcosa di strano volare nei cieli. Ciò ovviamente non vuol dire che siamo invasi da astronavi aliene, ma il non poter riconoscere quel puntino o quella forma da lontano fa viaggiare la fantasia a ET e a possibili incontri ravvicinati.
In un periodo dove il bizzarro e l’eccesso sono diventati la routine, sicuramente i casi di persone che affermano di essere state addotte sono aumentati esponenzialmente e ciò scredita quei pochi casi che lasciano pensare che davvero sia avvenuto qualcosa di irrazionale. Questo caso è destinato a restare per un certo periodo sulle bocche degli americani, ma molto probabilmente a breve verrà volutamente dimenticato per i sospetti che lascia trasparire.
Io ve lo racconto come un possibile caso di abduction, ma alla fine scoprirete il perché di questa ultima frase.
Era il 20 agosto del 1976, quindi in un periodo in cui le testimonianze erano ancora piuttosto credibili, e quattro uomini del Maine decisero di passare qualche giorno in campeggio nei boschi vicini ad Allagash. Avevano deciso di unire l’utile al dilettevole: Jack e Jim Weiner erano due gemelli studenti della scuola d’arte e in vista del loro esame avevano convinto il loro professore Charlie Foltz ad unirsi a loro alla ricerca di paesaggi naturali incontaminati da poter dipingere. I tre per precauzione chiesero ad un amico, Chuck Rak, di far loro da guida: Chuck in effetti era un esploratore amatoriale e aveva lavorato come ranger in diversi parchi, così accettò quella gita di buon grado.
Gli obiettivi del gruppo erano passare qualche giorno in pieno relax, fotografare panorami e il sottobosco, accamparsi in tenda e pescare lungo il fiume Saint John grazie anche delle canoe che avevano affittato per l’occasione.
Da ciò che dissero anni dopo pare che il primo segno che fossero osservati avvenne la seconda sera: poco dopo il tramonto videro una luce puntiforme nel cielo che si muoveva in maniera irregolare, ma nonostante non sentissero il suo rumore si convinsero che fosse un elicottero di pattuglia nella zona. Due di loro affermarono di essere rimasti a lungo fuori dalla tenda e che osservando quel puntino che sorvolava insistentemente sopra la boscaglia ad un certo punto lo videro come “collassare” su se stesso e svanire nel nulla, come se fosse stato inghiottito da qualcosa.
La notte successiva (qui le versioni sono discordanti: qualcuno dice la terza notte, qualcuno la quinta) avvenne il presunto rapimento vero e proprio. I quattro si misero d’accordo per fare una gara di pesca notturna e raggiunsero uno stagno poco lontano dall’accampamento dove misero in acqua le canoe. Per precauzione accesero un falò sulla riva in modo da avere sempre un punto di riferimento e non perdersi e poi si allontanarono di una cinquantina di metri per iniziare a pescare.
Era da poco passata la mezzanotte quando nuovamente quella strana luce bianca apparve nel cielo stellato sopra le loro teste. Uno di loro accese la torcia elettrica e la puntò verso il cielo per indicare l’oggetto agli amici, ma notando che la luce si era fermata sopra di loro a un centinaio di metri di quota si spaventarono e decisero di tornare a riva. La loro guida, Rak, rimase affascinata dalla luce e si attardò rispetto agli altri e quella fu l’ultima cosa che i quattro ricordarono.
Si ritrovarono tutti distesi nei pressi delle loro tende a pochi passi dal falò, che però era ormai spento; erano tutti esausti, come se avessero fatto attività fisica molto stancante e si sentivano assonnati e senza forze. Il mattino dopo, pur confrontando i loro ricordi, nessuno seppe dire cosa fosse successo e come fossero tornati a riva all’accampamento.
La vicenda, stando alle dichiarazioni di Jim Weiner, sarebbe stata dimenticata da tutti se non fosse stato per un incidente automobilistico che qualche anno più tardi lo coinvolse provocandogli diversi effetti collaterali. Jim iniziò a soffrire di convulsioni e incubi ricorrenti e durante uno di loro ricordò cosa era successo a lui e ai suoi compagni.
Nel 1988 Weiner parlò ad un ufologo di uomini grigi con gli occhi enormi, lunghi colli, con mani a quattro dita e teste enormi che lo avevano condotto in una stanza del tutto simile a quella operatoria di un ospedale. Quegli esseri lo avrebbero analizzato, avrebbero prelevato campioni di sangue e pelle e avrebbero usato su di lui strani strumenti.
Da allora anche gli altri addotti si fecero avanti affermando di essere stati sottoposti a ipnosi regressiva dal dottor Anthony Constantine e di aver ricordato particolari di quella notte. Tutti parlarono di un rapimento da parte dei grigi e addirittura dissero che erano stati riportati a riva in canoa dagli alieni.
È difficile dire se ciò che dicono sia successo nei boschi di Allagash sia vero e a diminuire la credibilità delle dichiarazioni dei quattro testimoni si aggiunge anche il fatto che tre di loro oggi sfruttino le loro doti di artista per vendere immagini dipinte del presunto rapimento. A loro difesa c’è da dire che molti ufologi propendono per la veridicità dei fatti raccontati e alcuni credono che il loro sia stato uno dei più interessanti casi di abduction negli Stati Uniti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere