Il mistero dell’isola di Colares

Avete mai sentito parlare di “incontri ravvicinati del VI tipo”?
Normalmente siamo abituati a notizie che riguardano in contri del II, III o IV tipo, cioè avvistamenti, interazioni e rapimenti da parte di creature extraterrestri, ma esistono casi molto più “gravi” in cui i testimoni vanno anche oltre.
Un incontro ravvicinato del VI tipo è un contatto con UFO o creature aliene i quali sono causa di danni fisiologici a lungo termine, lesioni gravi che mettono in pericolo al vita delle vittime o addirittura nel causano le morte. Casi del genere “documentati” si contano sulla punta delle dita e tra questi forse il più importante fu quello avvenuto sull’isola di Colares dal 1977.
Colares è un piccolo comune brasiliano nello Stato del Pará e viene definito isola solo per il fatto che i fiumi tagliano la regione facendone assumere a tutti gli effetti la fisionomia. Siamo in piena Amazzonia e, come si può immaginare, la popolazione vive in piccoli villaggi sul mare vivendo dei prodotti locali e della pesca.
Già prima del 1977 gli abitanti della regione avevano avvistato più volte degli UFO (intesi proprio come oggetti volanti non identificati), ma quell’anno qualcosa cambiò e sembrò iniziare una vera e propria invasione con tanto di aggressioni a chiunque capitasse loro a tiro. Secondo le testimonianze vennero visti quasi tutti i tipi di UFO fino ad allora conosciuti: grandi diversi metri e piccoli come una mano, a forma di uovo, di disco, di sigaro, luminosi e no, di giorno e di notte, concreti ed evanescenti.
Giungevano da nord ogni giorno, sia dal cielo che talvolta dal mare emergendo dell’acqua, e la loro invasione massiccia durò da mesi per poi attenuarsi notevolmente, ma mai finire. Stando alle centinaia di denunce alle autorità gli abitanti di Colares furono aggrediti dagli oggetti non identificati che li colpirono con raggi luminosi ferendoli, bruciandoli, rubando addirittura loro del sangue e causando malesseri di diverso tipo che durarono anche settimane. Intervennero l’esercito, molte associazioni scientifiche e, ovviamente, la stampa di tutto il Brasile.
Solo nell’agosto del 1977 furono ferite 35 persone, alcune di loro costrette al ricovero in ospedale, e diverse centinaia di abitanti fuggirono dall’isola terrorizzati. Gli eventi si concentrarono principalmente sull’isola di Colares e con maggiore intensità sulla città di Colares, di circa 2.000 abitanti. Il fenomeno degli UFO divenne talmente intenso che gli oggetti nel gergo locale assunsero il bizzarro nome di “chupa-chupa”.
Qui riporto alcune delle testimonianze delle vittime di quei fenomeni.
La mattina del 10 agosto 1977 il pescatore Manoel João de Oliveira Filho, di 44 ​​anni, passeggiava lungo la spiaggia di Rio Novo con alcuni amici cercando un buon posto dove pescare. Erano le 7 del mattino quando vide un oggetto a forma di ombrello fermo a circa 5 m dalla superficie dell’acqua a pochi metri dal bagnasciuga. Da sotto l’oggetto usciva un raggio di luce bianca e l’oggetto non emetteva alcun suono. Era largo circa 2 m e sembrava scandagliare il fondale. Lentamente, ignorando il gruppo di pescatori, si spostò verso il largo e ad un certo punto “spense” il raggio e si allontanò verso la località Machadinho.
Lo stesso giorno un falegname di nome João Dias Costa e un pescatore, Joao da Cruz Silva, entrambi nella città di Colares, videro uno sciame di “sfere luminose” sorvolare la cittadina a non più di 50 m di altitudine e nelle due notti successive in molti riferirono di oggetti luminosi a forma di sfera fermi sopra il centro di Colares anche per diversi minuti. Le sfere poi si allontanarono in tempi diversi verso ovest.
Qualche giorno dopo Carlos Cardoso de Paula, il barbiere della cittadina, ebbe un incontro molto ravvicinato con le “luci” che addirittura scesero all’altezza della sue finestra e una entrò in casa.

«Erano del 2 di notte e stavano tutto dormendo; io stavo fumando la mia ultima sigaretta alla finestra quando improvvisamente una “pallina di fuoco” entrò nella nostra casa e cominciò a girare freneticamente per la stanza. Poi sembrò calmarsi e si avvicinò lentamente alla mia gamba destra fino che risalì senza toccare la mia pelle. Poco dopo ho cominciato a sentirmi debole e sentivo gli occhi pesanti chiudersi. Ho lanciato un urlo e la palla di fuoco rapidamente uscì dalla stanza. Mentre mi ispezionava sentivo una sorta di calore sulla parte vicina a lei, ma sono certo che non mi abbia mai toccato.»

Il 27 agosto Raimundo Costa Leite, molto conosciuto per la sua abilità nel realizzare e riparare reti da pesca, era su una barca con il suo amico Orivaldo Malaquias Pinheiro per pescare poco a largo dalla spiaggia a Cajueiro. Erano le 4 del mattino quando un oggetto a forma di sigaro delle dimensioni di un elicottero giunse dal mare e si fermò sopra la spiaggia illuminandola con una sorta di riflettore che emetteva una luce bluastra. Non faceva alcun rumore e sembrava cercare qualcosa sul terreno. L’oggetto poco dopo se ne andò ad altissima velocità verso la foresta ad est.
Per tutta l’estate ci furono segnalazioni del genere, ma quasi nessuno affermò di essere stato aggredito da quelle strane luci e quegli oggetti sconosciuti. Ad ottobre le cose cambiarono e gli oggetti divennero ostili, come se avessero studiato il luogo e gli abitanti per organizzare un attacco in piena regola.
Il 20 ottobre ben tre donne vennero colpite al seno dai fasci di luce: tutte e tre affermarono di essere state immobilizzate da un raggio luminoso proveniente da un oggetto a forma di disco che non avevano nemmeno visto arrivare e che si era fermato sopra la loro testa a pochi metri di altezza. Quell’influsso sul loro corpo sviluppò una tremenda tensione nervosa per diversi giorni e tutte affermarono che sentivano come costanti scosse elettriche al petto che rendeva loro difficile respirare. Vennero ricoverate in ospedale e ci volle una settimana prima che i sintomi sparissero.
La sera del 29 ottobre Benedito Campos e sua moglie Silvia Mara, incinta di 7 mesi, erano seduti nel giardino di casa quando videro un oggetto ovale e argenteo “accendersi” sopra la loro casa e proiettare un fascio luminoso all’interno della finestra al primo piano della loro casa. La donna si mise ad urlare terrorizzata e l’oggetto la colpì con un secondo raggio di luce facendole perdere immediatamente i sensi e facendola cadere in una sorta di trance. L’uomo cercò di soccorrerla ma un terzo fascio di luce colpì un braccio della donna. Benedito iniziò ad urlare per richiamare i vicini e quando le prime persone uscirono di casa l’oggetto si allontanò a grande velocità.

«Le vene di Silvia sembravano pulsare ed erano così gonfie che credevo scoppiassero da un momento all’altro.»
Benedito si fece aiutare da un vicino e assieme portarono al donna in casa dell’amico per chiamare i soccorsi nel timore che la donna perdesse il bambino. Ma pochi minuti dopo l’oggetto tornò e mentre l’uomo attendeva fuori dalla casa un altro raggio lo colpì paralizzandolo per diversi minuti. L’arrivo dei soccorritori fece nuovamente scappare l’UFO, ma mentre i due coniugi venivano condotti alla Clinica Medica di Mosqueiro, l’UFO seguì il veicolo per tutto il percorso. La moglie si riprese dopo tre giorni, mentre Benedito, pur essendosi ripreso dalla paralisi dopo pochi minuti, mostrò una strana instabilità psichica e una grave depressione per molti giorni.
Alfredo Bastos Filho, sindaco di Colares al tempo degli attacchi, ha confermato che per tutto l’anno non ci fu un momento di pace: la popolazione era terrorizzata dai chupa-chupa, la clinica si riempì in poco tempo di ustionati o di persone semi-paralizzate o anche di gente che presentava una strana anemia. Le persone locali erano così spaventate che molte donne lasciarono la città con i loro figli, mentre gli uomini rimasti per lavorare accesero moltissimi falò attorno alla città per montare la guardia di notte e si diedero il cambio epr oltre 3 mesi ogni notte portandosi dietro dei fuori fuochi d’artificio per segnalare ogni volta che vedevano che i chupa-chupa che si avvicinavano.
Nel novembre 1977 il medico Wellaide Cecim Carvalho, responsabile dell’unità sanitaria dell’isola di Colares, rese pubbliche le analisi sui principali ricoveri del mese: le vittime hanno sofferto di ipertermia generalizzata, cefalea cronica superficiale, ustioni di primo e secondo grado, nausea, tremori, vertigini, astenia e presentavano piccoli orifizi nella pelle dove erano stati colpiti dai raggi.
La maggior parte delle vittima dei chupa-chupa avevano subito lesioni al viso o all’area toracica. Le lesioni sembravano ferite da radiazioni, cominciando con un intenso arrossamento della pelle nella zona colpita, per poi degenerare nella perdita dei capelli e in grosse macchie nere sulla pelle.
Secondo lui le persone erano state vittima di estreme ustioni molto simili a quelle prodotte dall’irradiazione del cobalto. In alcuni casi erano anche ben visibili piccoli fori sulla pelle simili a punture di aghi.
La prima morte legata agli UFO avvenne i primi di novembre: verso l’1 di notte una signora 60enne giunse alla clinica con gravi problemi cardiaci. Sul il seno sinistro c’erano due buchi molto strani della dimensione di un pisello e lei si lamentava di vertigini, mancanza di respiro. Alle 3 il dottor Wellaide, intuendo la gravità della situazione, la fece trasferire in un ospedale a Belém, molto più attrezzato per casi del genere, tre ore dopo il medico legale Renato Chaves gli comunicò l’avvenuto decesso della donna per arresto cardiaco.
Il giorno seguente il COMAR (Comando Regionale dell’Aeronautica Brasiliana) arrivò a Belém e iniziò una serie di ricerche in tutta la regione sotto il nome di “Operation Plate” (Operazione Piattino). Durante le indagini l’Air Force scattò centinaia di fotografie di dischi volanti nel bacino di Marajó e trascorse oltre un mese e mezzo nei pressi di Colares, installando diversi dispositivi vicino alla spiaggia di Bacurí.
Dopo la conferenza stampa rilasciata dal COMAR molti giornali cominciarono incredibilmente a sostenere e confermare le dichiarazioni dei militari secondo ciu i presunti UFO erano in realtà palloncini meteo o satelliti segreti, e che non c’era stata alcuna aggressione ne danno ai civili. A nulla valsero le centinaia di dichiarazioni degli abitanti dell’isola di Colares e dei medici che si occuparono di loro: le autorità obbligarono al silenzio lo stesso sindaco del paese sotto pesanti minacce e i giornali locali per più di 5 anni non presero nemmeno in considerazione un articolo sulle testimonianze dei locali.
Durante l’ondata di avvistamenti dei “chupa-chupa” ci furono anche altre zone colpite, come Pinheiro e São Bento nello Stato di Maranhão e Viseu e Bragança nello Stato di Pará. Uno di quegli “epicentri ufologici” fu la Baía do Sol sull’Isola di Mosqueiro. Secondo alcuni membri della GUA (Amazonian Ufological Group) esisterebbe , una base extraterrestre nascosta sott’acqua a largo della baia e la dimostrazione sarebbero le migliaia di segnalazioni e avvistamenti anche negli ultimi anni di oggetti volanti non identificati che provengono dal mare.
Nel 1981, una seconda donna colpita da un raggio luminoso nella periferia di Colares morì di infarto, anche se non fu mai chiaro se la sua morte fosse correlata all’attacco. Nel maggio del 1986 due pescatori nei pressi dell’Isola de Granchi (poco distante da Colares) vennero trovati morti sulla loro barca con ustioni di secondo e terzo grado su metà del loro corpo: la sera prima ci furono numerosi avvistamenti di “palle di fuoco” nel cielo.
Nella stessa zona nel 1988 una “palla di fuoco” ustionò gravemente tre uomini che tagliavano degli alberi sull’isola. Uno di loro morì e uno dei due sopravvissuti, Edmundo, presentò un danneggiamento elettrico sul petto che lo rese invalido a vita.
Secondo Ufologo Bob Pratt, nonostante l’informazione venne del tutto repressa fino a metà degli anni ’90, almeno 10 persone morte nella regione hanno qualche relazione con gli incontri ravvicinati di UFO di quel periodo. Alcuni stimano che migliaia di persone abbiano subito gli attacchi dei chupa-chupa negli anni tra il 1970 e il 1980 e che questi si verifichino ancora oggi, anche se meno frequentemente.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere