incontro-ravvicinato-di-scalengheL’incontro ravvicinato di Scalenghe

Gli amanti del mistero e gli ufologi conosceranno, anche solo per sentito dire, il Monte Musinè, la montagna più vicina a Torino. Il Monte Musinè è alto circa 1.150 m ed è al centro di molti miti locali, avvistamenti UFO e attività paranormali che più volte vengono illustrati anche su giornali nazionali.
Sul Monte Musinè si raccontano decine di storie, dal fatto che al suo interno ci sia una base aliena a ad anime perse che di notte vagano sotto forma di fuochi fatui, da ruscelli che che scorrono al contrario a nodi di forze elettromagnetiche planetarie, dalla presenza di anomalie biologiche a luogo di culto per streghe e demoni, ovviamente tutto corredata da innumerevoli testimonianze di avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Un fattore albinetale che per anni ha contribuito ad alimentare il mistero che avvolge questa montagna è che nonostante la vicinanza alla città di Torino spesso, a causa della foschia in pianura e nella bassa valle, il monte non risulta visibile, come se venisse “cancellato” dal panorama.
In questo articolo non è mia intenzione approfondire le storie che si raccontano sul Monte Musinè, ma è necessario che vi parli di uno dei tanti avvistamenti che lo hanno visto protagonista, perché ha molto in comune con quello che vi illustrerò dopo.
Uno dei più clamorosi eventi risale all’8 dicembre 1978 quando ai piedi della montagna due giovani escursionisti videro nei pressi di una roccia una sfera scura fluttuante di circa 2 m di diametro dal cui interno proveniva una intensa luce bianca. Secondo la testimonianza di uno dei due, l’amico si avvicinò alla sfera incuriosito e nel giro di pochi istanti scomparve letteralmente nel nulla, così come la stessa sfera bicolore.
Il suo compagno scese di corsa alla base del percorso e sconvolto contattò di altri escursionisti, che si misero alla ricerca dell’amico scomparso. Un gruppo di 14 persone pattugliò la zona indicata al momento della scomparsa e ripercorsero i sentieri più volte senza vedere nulla di strano. Alle 4 del mattino l’ennesima battuta, proprio lungo il sentiero battuto decine di volte, portò al ritrovamento del ragazzo su un masso. Venne trovato seduto a cavalcioni, ma in stato di shock e con un’evidente bruciatura su una gamba, e ci vollero diverse ore prima che si riprendesse da quello stato di trance.
Quando si riprese disse che dalla sfera erano usciti due esseri umanoidi che lo toccarono e sollevarono per condurlo su un’astronave invisibili sopra la cima del monte. Descrisse i suoi rapitori come umani deformi dal torso largo e le gambe sottili; erano alti più di 2 m, con una testa sproporzionata e dal volto sporgente come quello dei roditori; avevano occhi grandi e perfettamente rotondi e dalla bocca uscivano canini come quelli dei lupi.
Una descrizione simile venne data dal protagonista dell’incontro ravvicinato del 3° tipo di Scalenghe, a meno di 30 km di distanza dal Monte Musinè.
Il 29 giugno del 2005 un contadino della zona si alzò verso le 4 del mattino per andare a controllare che giungesse l’acqua nel canale di irrigazione di uno dei suoi campi (spesso i contadini ricevono le deviazioni di acqua durante la notte). Verso le 4.30 era in bicicletta nei pressi dei suoi campi: essendo estate la luce era sufficiente a vedere in lontananza, pure essendo ancora notte; il cielo era sereno e l’alba sarebbe giunta da lì a poco. Costeggiando il suo ampio campo di grano si fermava di tanto in tanto a controllare i vari chiusini che dirigevano l’acqua in concessione. Ad un certo punto in un campo attiguo da poco mietuto vide una sagoma scura inginocchiata a terra e credendo si trattasse di un altro contadino del luogo si fermò e richiamò la sua attenzione per salutarlo.
Al suo richiamo la figura si accorse di lui e si alzò in piedi a fissarlo. Il contadino si fermò sotto un lampione e a sua volta lo fissò cercando di capire se fosse davvero un suo collega, ma ben presto si accorse che le fattezze erano totalmente diverse da quelle che si aspettava.
L’essere che lo fissava, pur assomigliando ad un essere umano, aveva le spalle molto più larghe ed era alto circa 2 m; anche la testa nell’oscurità sembrava decisamente più grande del normale, come un’anguria. Il contadino rimase interdetto e la figura avanzò nella sua direzione lentamente, muovendosi su due gambe molto sottili rispetto al resto del corpo.
Quando giunse a distanza sufficiente il contadino riuscì ad intravedere la faccia, o meglio il suo muso che sembrava quello di un enorme topo. Gli occhi erano grandi, neri, lucidi e rotondi e le sue orecchie erano lunghe e a punta. La creatura era di colore grigio scuro, anche se il contadino nella sua testimonianza disse di non aver capito se si trattasse di pelo o di una tuta aderente.
Alle spalle dell’essere c’era una sfera nerastra grande circa 2 m che fluttuava a qualche centimetro da terra e dal centro veniva emanata una luce rotonda molto intensa, come quella di una torcia elettrica. La creatura continuò ad avanzare nella direzione del contadino, che vinto dalla paura iniziò a pedalare con tutta la forza che aveva nelle gambe per scappare via.
Mentre scappava volse più volte lo sguardo alle sue spalle, ma l’umanoide e la sfera si erano dileguati nell’oscurità. Nella concitazione della fuga l’uomo non riuscì a capire se quell’essere se n’era andato a piedi o se era entrato nella sfera per alzarsi in volo. Tornò velocemente e, visibilmente scosso, raccontò ciò che aveva visto hai familiari che decisero di uscire per verificare il suo racconto.
Nessuno di loro notò nulla di strano nel campo che l’uomo indicò, ma il giorno dopo furono trovate delle bruciature sul terreno che formavano un cerchio largo circo un metro e mezzo e nei giorni a seguire anche altri contadini della zona dissero di aver visto strane luci nei loro campi.
Diversi cittadini della zona torinese, di cui fa parte anche Scalenghe, negli ultimi anni hanno segnalato svariati incontri del 3° tipo in provincia di Torino; molti dei testimoni però sono convinti che “quelle creature” non siano aggressive e che non abbiano mai fatto male a nessuno; spesso si avvicinerebbero alle abitazioni e agli animali da fattoria, ma scapperebbero non appena sentano un cane abbaiare o vedano una luce accendersi.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere