BAMBOLEQuelle bambole troppo “umane”…

Si chiama “pediofobia” e colpisce tanto i bambini quanto le persone in età adulta. Sto parlando della paura delle bambole, di quelle ben fatte, a volte così realistiche da causare un profondo senso di inquietudine.
Anche se sono probabilmente i giocattoli più antichi, le bambole fino a qualche anno fa erano solo fantocci che richiamavano vagamente la figura umana vera, mentre oggi si tende a fabbricarle sempre più realistiche, persino con “problemi fisici” come bambole incinte o addirittura affette dalla sindrome di Down. Forse questa somiglianza sempre più curata sta facendo passare un po’ la voglia di averle vicino e da gioco “positivo” per la crescita delle nostre bambine diventano oggetti inquietanti e repulsivi.
L’effetto perturbante delle bambole è anche sfruttato nel cinema e questo forse ha contribuito al diffondersi di questa paura innaturale nei loro confronti: non si contano i film in cui da vagamente inquietanti le bambole si trasformano in diaboliche protagoniste di storie dell’orrore.
Una frase davvero azzeccata in questo caso l’ha detta John Leonetti, regista del film “Annabelle”:
<< Le bambole sono figure umane, ma mancano di emozioni: in pratica sono gusci vuoti e quello spazio noi lo riempiamo con i nostri timori e le nostre insicurezze. Siamo noi a renderle vive e soprattutto malvagie!>>
Un bel discorso quello fatto finora, ma se fosse così la fabbricazione di bambole realistiche sarebbe nulla o quasi; e invece non è affatto così: se molti hanno paura delle bambole, molti altri invece ne provano attrazione e questa attrazione è tale da diventare quasi una malattia.
Qui di seguito vi condurrò per stadi all’Inferno della perversione umana, a cose che è persino difficile immaginare, figuriamoci da constatare. Eppure, purtroppo, l’essere umano sa sfociare in mostruosità incredibili, tali da essere ben peggiori di qualsiasi film dell’orrore.
– Il primo livello di deviazione è l’ossessione per le bambole: beh, non la chiamerei proprio deviazione, ma comunque può diventare un problema psicologico quando si parla di collezioni costose, che spesso mandano i proprietari sull’astrico pur di accaparrarsi una bambola desiderata o i gadget con cui adornarla.
Un esempio è Victoria Andrews, che oggi ha 24 anni. Vive a Newbury, nel Berkshire, e non ci tiene affatto a trovare un fidanzato. Il motivo? Deve occuparsi dei sui “bambini”. Possiede quasi 100 bambole iper realistiche, per lo più dall’aspetto di neonati o bambini molto piccoli e ha già speso oltre 40.000 sterline per comprare abiti, lettini, ceste e ogni accessorio utile a creare dei veri e propri corredi per le sue bambole. La ragazza lavora in un pub, ma spende tutti i suoi risparmi per le sue bambole.
<<La prima che ho comprato si chiamava Charlotte, l’ho pagata 250 sterline. E’ adorabile, è impossibile non amarla. Oggi sacrifico la mia vita sociale ed amorosa per le mie bambole, ma so che ne vale la pena>>.
Al momento Victoria non desidera diventare mamma o crearsi una famiglia perchè, a suo dire, ha già troppi “bambini” di cui prendersi cura e spera di poter presto comprarne di nuovi.
– Scendiamo uno scalino e arriviamo alle “child’s angels”. Anche in questo caso non si tratta di nulla di particolarmente grave, ma chi arriva qui abbatte la barriera sociale della vergogna: in pratica la passione per le bambole diventa ossessione e chi la prova la reputa normale al punto di renderla pubblica e coinvolgere altre persone nel comportarsi in modo quanto meno “anomalo” verso le bambole. Vi dicevo delle “child’s angels”: le child’s angels sono bambole a grandezza naturale che stanno facendo impazzire non solo i bambini thailandesi, dove è scoppiata la moda, ma anche i genitori e persone sole di tutto il mondo. Come la signora Ratchada Mahanavanont, che ha lasciato che la si intervistasse, sono migliaia le persone che commissionano bambole non solo realistiche, ma addirittura con le sembianze dei loro figli defunti.
<< In questo modo>>, dice la signora Ratchada, << il dolore per la perdita del mio bambino si è attenuato ed io attraverso il mio “nuovo bambino” posso parlarci, accudirlo e portalo con me come avrei fatto se fosse ancora vivo>>.
La moda è dilagata ormai e la “Thai Smile”, una compagnia aerea tailandese, ha approfittato delle dimensioni dei fantastici compagni di viaggio per imporre una tariffa come se fossero un vero passeggero. E chi può paga, perché nessuno permetterebbe al suo “angelo” di viaggiare nello scompartimento dei bagagli a mano o sotto il sedile, come richiedono i regolamenti quando gli oggetti ingombrano.
C’è anche chi dota i propri bambolotti perfino di reliquie mistiche, oppure li cosparge con le ceneri della cremazione dei propri bambini per rendere questo legame ancora più stretto. Non è quindi insolito vedere persone che tengono in braccio un fagotto, ma non dobbiamo stupirci se al posto di un bambino vero vedremo una bambola.
– Scendiamo ancora ed arriviamo a qualcosa di un po’ più raccapricciante. In fondo lo sappiamo tutti, ma spesso tendiamo a rimuovere le immagini dalla nostra testa: molte persone, che per lo più restano anonime, soffrono di “pediofilia”, ovvero l’attrazione sessuale per le bambole. Contrariamente a ciò che si pensa non è una deviazione prettamente maschile: anche molte donne hanno pensieri perversi verso questi fantocci, ma ovviamente l’industria a base della creazione delle “sex doll” mira a costruire per lo più fanciulle prosperose che non devono avere nulla da invidiare alle più belle ragazze in circolazione.
L’attrazione sessuale verso questi oggetti può riguardare il desiderio di avere un vero e proprio rapporto sessuale o può anche prevedere l’organizzazione di incontri sessuali fra le stesse bambole. In alcuni casi l’individuo può anche desiderare una bambola con le fattezze del partner. Si tratta di un feticismo piuttosto raro, ma sfocia in comportamenti antisociali, depressivi e aggressivi da parte di chi ne soffre.
Maestri nel creare questo tipo di oggetto sessuale sono i giapponesi, capaci di dare un realismo tale alle loro creazioni da rendere le bambole indistinguibili da una persona in carne ed ossa. Ragazze di dimensioni naturali, con seni prosperosi e sguardi irresistibili, costruite in silicone plastica dura, ma con addirittura i calchi delle ossa del loro scheletro; dovete solo chiedere e vi creeranno la ragazza ( o ragazzo) dei vostri sogni.
Volete andare a letto con Megan Fox? Non c’è problema: nel giro di due settimane arriverà a casa vostra una bambola indistinguibile dalla Megan reale, ma molto più accondiscendente e con organi sessuali o peculiarità come li avete richiesti voi!
C’è chi ordina bambole di persone famose, chi le vuole vestite da sposa, chi incatenate e imbavagliate, chi esagera e spende fino a 50.000 € per averle robotizzate e con chip in grado di interagire a seconda dei movimenti che le si fa fare, oppure con nastri registrati con tanto di voce sensuale che ci invita a far loro compagnia. E sì, incredibile, ma vero, c’è chi le richiede vergini! E la ditta si adopera per dotare la bambola di una speciale sacca di liquido rosso pronta a rompersi alla prima penetrazione.
– Pensate che abbiamo raggiunto il fondo? Nemmeno per l’idea! Il prossimo scalino è quello delle bambole umane… La perversione e la follia umana non hanno davvero limiti. C’è chi pensa che le bambole dall’aspetto di bambine abbiano in se la perfezione dei lineamenti e vorrebbe esattamente il contrario di tutto ciò che vorrebbero gli altri: questa gente malata desidera far assomigliare le bambine ( io non mi ripeto, ma anche se raramente la cosa vale anche al maschile) a delle bambole. Perchè? Beh, forse perchè i fantocci, a differenza degli umani, hanno sempre la pelle lucida, hanno espressioni sorridenti, la loro bellezza non si sciupa nel tempo, restano nelle posizioni in cui li mettiamo e fanno tutto ciò che vogliamo.
L’esempio più agghiacciante di questo tipo di persone è apparso sulle pagine di tutti i giornali del mondo proprio di recente. Il russo Anatoly Moskvin fino a poco tempo fa aveva un triste e sconvolgente “hobby”: quello di riesumare salme per mummificarle. L’uomo, arrestato nel 2011 ed ora ricoverato in una clinica psichiatrica, rimuoveva dalle tombe i corpi di bambine di massimo 12 anni e li portava nella sua casa a Nizhny Novgorod. Era solito vestire le mummie con abiti da bambola: una ragazzina è stata addirittura conciata da “Teddy Bear”, l’amico orsetto con cui dormono migliaia di piccoli bambini.
Quando la polizia ha fatto irruzione nella sua casa si è trovata di fronte ad uno spettacolo terribile: l’intero appartamento era disseminato di corpi di bambine di età compresa tra i 3 ed i 12 anni. Erano tutte morte da diverso tempo e semi mummificate. I piccoli cadaveri erano stati agghindati con abitini da festa e grottesche maschere, in maniera tale da nasconderne l’avanzato stadio di decomposizione.
Anatoly non solo non si è mai pentito delle sue azioni, ma ha spiegato che la sua era una missione di benefattore: stava sempre attento alle cronache locali e quando leggeva della morte di una bambina nella regione si preparava a recuperarne la salma dopo la sepoltura; entro uno o due giorni dal funerale l’uomo scassinava la tomba e portava con se il corpo per potersene “prendere cura”. Nella sua mente malata credeva di poter arrestare il processo di decomposizione delle bambine con unguenti e creme, così sottoponeva i corpicini a trattamenti di bellezza e poi le vestiva da bambole, in modo che la loro bellezza non sfiorisse con il tempo.
– Sì, Anatoly Moskvin probabilmente andrà all’Inferno dei pervertiti, ma non è l’ultimo scalino della nostra discesa. Ce n’è ancora uno, il gradino più tremendo e disturbante, al punto che credo che Satana in persona impallidirebbe di fronte alle persone di cui sto per parlarvi…
Per trovare questi mostri bisognerebbe entrare nello “shadow web”, la parte oscura della rete che nasconde criminali di ogni genere, ed avere moolta fortuna perchè i siti del genere che vi indicherò ora vengono chiusi o spostati continuamente per eludere le autorità; in ogni caso nell’enorme abisso che è il deep web ci si può imbattere in persone che procurano, scambiano o comprano vere e proprie bambole sessuali umane. A differenza di ciò che ha fatto Moskvin, già raccapricciante di suo, qui si tratta di bambine vere, ma “modificate” affinchè si comportino come bambole sessuali.
Io non mi sono mai addentrato nel deep web, quindi vi scrivo per sentito dire, ma si tratterebbe di bambini tra 6 e 10 anni, acquistati da famiglie nei paesi in cui la povertà estrema colpisce la maggioranza della popolazione. Per centinaia di dollari questi bambini sono acquistati dai così detti “Dolls Makers”; questi poi “trattano” i bambini in centri chirurgici clandestini, facendo su di loro modifiche estetiche e trasformandoli in bambole che non mostrano resistenza alle perversioni sessuali dei loro proprietari. Il prezzo varierebbe da 40.000 a 700.000 $, a seconda delle richieste di personalizzazione.
Sembrerebbe una leggenda metropolitana, se non fosse che uno di questi siti venne smascherato a postato da un utente anonimo su 4chan qualche anno fa. Il sito era“Lolita Slave Toys”, di cui vennero pubblicati la schermata di stampa, l’indirizzo e il modo per entrarci. Il sito era solo un’immagine con un testo che spiega cosa fosse e come ottenere la “doll”. Dopo quella notizia il Dolls Maker chiamato “Pussymonster” venne rintracciato da qualcuno che, sempre in anonimato, scrisse poco tempo dopo che aveva scoperto ed eliminato quel “mostro”.
Mi fermo qui, non credo sia il caso di continuare sull’argomento.
In questo articolo vi ho parlato di bambole, fantocci che assomigliano sempre di più ad esseri umani, fino a spaventarci perfino. Un tempo parlavamo di bambole come uno dei giocattoli preferiti dai bambini, oggi stiamo iniziando a parlarne come oggetti inquietanti, dall’aspetto sinistro e perfino scioccanti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere