I suicidi di massa delle pecore

Negli ultimi decenni avvengono sempre più spesso fenomeni ancora poco compresi nel regno animale: ogni anno da qualche parte nel mondo gli animali si suicidano in massa. Recentemente alle cronache è salita di nuovo la notizia dello spiaggiamento di decine di balene, ma il fenomeno riguarda moltissime specie, specialmente gli uccelli. Un evento tanto curioso quanto agghiacciante è il suicidio di massa di uccelli di Jatinga in India: incredibilmente ogni anno alla fine dei monsoni migliaia di uccelli (addirittura oltre 40 specie diverse) si alzano in volo per schiantarsi contro case, automobili e sulle strade e concentrano i suicidi in poche ore.

A cosa sono dovuti questi suicidi di massa? Beh, si può fare solo supposizioni perché gli studi in questo senso procedono a rilento. C’è chi pensa siano dovuti a onde elettromagnetiche anomale generate dalla tecnologia dell’uomo che disturbano o alterano gli animali; qualcuno ipotizza che la causa siano repentini cambiamenti climatici come tempeste o il surriscaldamento globale; c’è poi chi pensa si tratti di patologie particolari che fanno letteralmente impazzire i soggetti.

Ma se per un certo senso si può teorizzare malesseri nelle specie selvatiche, diventa più difficile capire coma mai la stessa attitudine iniziano ad averla anche gli animali domestici o allevati. Immaginate lo sgomento di un allevatore che vede le sue pecore gettarsi una dietro l’altro in un baratro e tutte dallo stesso punto…

Uno degli ultimi eventi di questo tipo è avvenuto in Italia in provincia di Brescia. Venerdì 27 luglio del 2012 ben 37 pecore e agnelli sono precipitati da un’altura nei pressi del Lago d’Arno, in alta Val Saviore, a circa 1.900 m di quota. In questo caso il dubbio che non sia stato un suicidio “volontario” c’è perché, per stessa ammissione del pastore che le stava guidando al pascolo, nella mattinata sulla zona si è abbattuto un violento temporale con tanto di fulmini e tuoni. L’idea più gettonata è quindi che i tuoni abbiano spaventato gli ovini e abbiano fatto precipitare i capi ai piedi della Sega d’Arno. La cosa strana è stata che invece di disperdersi, come ci si aspetterebbe, si sono gettate tutte nello stesso punto una dietro l’altra.

Nel 2011 in Turchia era avvenuto qualcosa di molto simile, ma questa volta non c’era alcun temporale o cambiamento climatico. Herder Mejmet Gana stava guidando il suo gregge di 52 pecore su un sentiero montano; gli ovini al termine del viaggio sarebbero state vendute al macello, ma all’improvviso hanno scelto tutte di suicidarsi gettandosi da una rupe. Una delle pecore ha dato il via alla tragedia e ha deviato per gettarsi giù dal dirupo, subito seguita dalle altre compagne. Le carcasse degli ovini sono state trovate sul fondo del dirupo, tutte ammassate nello stesso punto; due pecore incredibilmente sono sopravvissute ad una caduta di oltre 30 m atterrando sui cadaveri delle prime.

Ancora prima, sempre in Turchia, ben 450 pecore si sono suicidate con quello che sembra a tutti gli effetti una sorta di rituale. È successo nel 2005 nella provincia di Van, nella regione orientale del paese. Di ritorno dal pascolo in montagna, 450 delle 1.500 pecore che componevano il gregge hanno seguito una che le ha guidate giù da un precipizio: i pastori hanno cercato con ogni mezzo di dissuaderle e ostacolarle, ma prima di riuscire a deviare il flusso hanno perso quasi un terzo dei loro ovini. Si calcola che siano cadute oltre 800 capi e che per fortuna 350 di loro si siano salvate atterrando sui cadaveri di quelle che le hanno precedute.

Torno ancora più indietro, al 17 luglio del 1995. Questa volta nella Mongolia orientale 500 capi tra pecore e capre hanno tentato il suicidio gettandosi in un lago mentre si stavano abbeverando. I pastori, increduli, hanno visto il gregge gettarsi in acqua senza un motivo apparente e, addirittura, rifiutarsi di nuotare. La follia suicida è iniziata non appena le capre e le pecore sono giunte sul posto: due capre si sono gettate in acqua, immediatamente seguite dal resto del gregge, ad eccezione di sole quattro pecore che sono rimaste in riva al lago. Ci sono volute tre ore per trarre in salvo 281 pecore, mentre per altre 43 di loro e per 206 capre non c’è stato nulla da fare. La cosa più inquietante, oltre al fatto che gli ovini non hanno cercato di nuotare, è che i capi riportati a riva hanno cercato nuovamente di buttarsi in acqua. Le pecore e le capre sopravvissute sono state sottoposte ad alcuni esami, ma tutte sono state trovate in ottime condizioni fisiche.

Questi sono soli alcuni casi di suicidi di massa di pecore avvenute negli ultimi anni. Se il caso italiano potrebbe essere spiegato, almeno in parte, come gesto dovuto alla paura dei capi, il resto non è spiegabile, almeno apparentemente, come fenomeno dettato da condizioni esterne. Cosa porta allora al suicidio di massa di molti animali sempre nello stesso punto?

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere