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Scoperto a 50 anni di distanza il mistero della galassia M106

Nell’arco di molti decenni gli astronomi di tutto il mondo si sono scervellati per riuscire a capire in che modo si sono formate due braccia stellari invisibili all’occhio umano nella galassia a spirale M106. Per scoprire il mistero gli scienziati hanno confrontato i dati ottenuti da osservazioni effettuate con quattro diversi telescopi. Scoperta nel 1781, la galassia a spirale M106 rappresenta un’isola a se’ stante nel cielo della costellazione dei Cani da Caccia e si trova a circa 25 milioni di anni luce di distanza dalla Terra. La caratteristica principale di questa galassia viene considerata il paio di braccia a spirale che si sporgono dal centro della galassia stessa verso la periferia di ammassamento di gas interstellare. Queste due braccia per lungo tempo hanno rappresentato un vero e proprio mistero per gli astronomi di tutto il mondo, ma dopo aver analizzato i dati ottenuti dalle osservazioni effettuate con quattro diversi telescopi, gli astronomi dell’Universita’ dello stato americano del Maryland pare siano finalmente riusciti a svelarlo.

Nell’occasione gli scienziati americani hanno utilizzato le capacita’ uniche degli osservatori a raggi X Chandra (NASA) e XMM-Newton (ESA), nonche’ i telescopi cosmici Spitzer e Hubble (NASA). Sulle immagini ottenute appaiono evidenti le due braccia che si dilungano partendo dal nucleo della galassia. “Queste braccia si trovano in balia di stelle giovani e sfolgoranti, le quali ne illuminano i gas nella loro periferia, mentre in base alle osservazioni a raggi X effettuate 45 anni fa si vedevano due ulteriori braccia invisibili all’occhio umano situate tra le braccia principali”, racconta Andrew Wilson, uno degli scienziati appartenenti al gruppo che ha effettuato la ricerca. Gli scienziati sbalorditi, hanno definito questo fenomeno “braccia anomale”. In un primo tempo si riteneva che esse si fossero formate da flussi di particelle emanate dal cosiddetto “buco nero”, sebbene in seguito questa teoria venne smentita. E, come e’ stato recentemente stabilito, le “braccia fantasma”, frutto di un disco galattico, si appiattiscono sotto l’influsso del gas surriscaldato. Il disco galattico rappresenta un sottosistema sottile a base di gas stellare nel quale viene concentrato quasi tutto il gas interstellare nonche’ le stelle giovani, le quali a loro volta ruotano attorno al centro della galassia in orbite dalle eguali sottili superifici. Oltre a risolvere il mistero rappresentato dalle “braccia galattiche anomale”, le osservazioni effettuate dagli astronomi del Maryland permettono inoltre di valutare l’energia delle particelle e misurarne la loro interrelazione con buco nero situato al centro della galassia M106.

FONTE: pravda.ru