Ann Hodges: la donna colpita da un meteorite

Per chi crede alla sfortuna ci sono eventi nella vita che, pur credendo che siano impossibili che si verifichino, colpiscono le persone più o meno frequentemente. Certo, alcune cose succedono solo ai più “sfortunati”, come ad esempio essere colpiti da un fulmine, precipitare con un aereo, sopravvivere ad una brutta caduta, ecc., ma quanta sfortuna bisogna avere per essere colpiti da un meteorite?

Le stime affermano che si ha una possibilità su 1.600.000 di essere colpiti da un oggetto proveniente dallo spazio: a confronto essere colpiti da un fulmine è molto più frequente (1 su 135.000) e ancora di più lo è morire in un tornado (1 su 90.000). Non so se queste stime siano giuste, ma l’idea è che per essere colpiti da un meteorite in effetti un po’ di iella bisogna averla!

Di presunti casi di ferite da impatto di un meteorite ce ne sono circa una decina, ma nessuno è stato documentato se non quello che tra poco vi riporterò. Il primo presunto caso risale addirittura al XVII secolo e venne riportato in un manoscritto pubblicato a Tortona nel 1677: in quell’occasione un frate francescano sarebbe stato ucciso a Santa Maria della Pace da un sasso caduto dal cielo. Più recentemente, nel 1825 in India sarebbe rimasto ucciso un uomo e ferita una donna, ma non ci furono conferme ufficiali; nel 1992 nello stato di New York un meteorite colpì una macchina parcheggiata, nel 2003 un altro sfondò il tetto di una casa a New Orleans e nel 2013 in Russia l’onda d’urto di un meteorite esploso a bassa quota in prossimità di Chelyabinsk ha ferito indirettamente un migliaio di persone.

Ma veniamo al nostro caso. La protagonista fu Ann Elizabeth Hodges, una donna di 34 anni che nel 1954 viveva con il marito ad Oak Grove, vicino a Sylacauga (Alabama). Il meteorite che la colpì prese il nome di “Sylacauga”, ma è anche conosciuto come “meteorite di Hodges”.

Era il 30 novembre ed erano le 18.46 quando almeno 200 persone videro in cielo una scia luminosa e assistettero ad un’esplosione sopra la zona. Molte persone nei dintorni riportarono di interferenze alla TV e alla radio, ma soprattutto i testimoni affermarono che la deflagrazione ruppe il meteorite in almeno tre parti:

– il frammento Hodges, che era il più grande, sfondò il tetto della casa dei coniugi Hodges, colpì una radio e rimbalzò addosso ad Ann che stava riposando sul divano colpendola al fianco sinistro;

– il frammento McKinney, ritrovato il giorno seguente da Julius McKinney, un contadino che abitava vicino agli Hodges;

– un terzo frammento più piccolo caduto a nordovest di Oak Grove, di cui però non si seppe mai nulla, anche se si sospetta che venne venduto a qualche istituto di ricerca come il McKinney.

Quello che colpì Ann Hodges pesava poco meno di 4 chili (cosa molto rara nei meteoriti che raggiungono il suolo) e causò alla donna un ematoma esteso che impiegò mesi per essere riassorbito. La storia venne resa pubblica sulla rivista Life il 13 dicembre 1954 e a casa dei coniugi Hodges si precipitarono decine di giornalisti e studiosi interessati al meteorite.

La proprietaria di casa della coppia, Birdie Guy, fiutò l’affare e reclamò il meteorite affermando che era caduto sulla sua proprietà e pertanto apparteneva a lei; per contro Eugene Hodges, il marito di Ann, rivendicò la proprietà perché loro erano stati colpiti direttamente. Iniziò un’aspra battaglia legale perché fu subito chiaro che il meteorite valeva una fortuna e la polizia sequestrò la pietra in attesa del giudizio del giudice.

Eugene ottenne la restituzione, ma le spese processuali costarono alla coppia una fortuna; Birdie Guy li citò a sua volta in giudizio per ottenere il frammento e vinse la causa, ma non riuscì a rivenderlo perché nel mentre (la disputa legale durò più di un anno) il loro vicino Julius McKinney vendette il suo frammento allo Smithsonian Institution, che lo pagò a peso d’oro. L’uomo non rivelò mai quanto guadagnò, ma tutti ad Oak Grove lo videro comprare una macchina, una nuova casa e dei terreni.

Quanto agli Hodges, quel meteorite portò solo sfortuna: Birdie Guy lo cedette nuovamente agli Hodges per 500 dollari, ma nessuno era più interessato ad acquistarlo e la stessa Hodges finì per usarlo come fermaporta per poi donarlo all’Alabama Museum of Natural History, dove è ancora conservato.

Purtroppo le spese legali e la delusione per non aver potuto sfruttare quell’evento causarono ad Ann una profonda depressione che sfociò pian piano in problemi fisici e psicologici. Gli Hodges divorziarono nel 1964 e Ann morì d’insufficienza cardiaca in una casa di cura a Sylacauga nel 1972, a soli 52 anni.

La vicenda di Ann e una storia triste, un evento più unico che raro che segnò la vita di una persona portandole anche una certa dose di sfortuna.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere