Il cimitero vivente di Manila

Il nostro pianeta è meraviglioso, ma a differenza degli animali l’essere umano non riesce adattarsi e cerca piuttosto ad adattare l’ambiente alle proprie necessità. Ma il problema più grave è che l’uomo non riesce nemmeno ad adattarsi a sé stesso e uccide, emargina e schiaccia i propri simili spesso per futili motivi.

Abbiamo superato abbondantemente i 7,5 miliardi di individui e l’interazione tra i popoli e le caste non è affatto migliorata nel tempo, nonostante lo spazio stia lentamente diminuendo e per forza di cose bisogna convivere gli uni con gli altri.

Noi li vediamo ogni giorno per strada, ma tendiamo a voltare lo sguardo e non preoccuparci di chi per strada ci vive e non ha nulla, ma vi siete mai chiesti come vive quella gente sfortunata? Si adatta e sfrutta ogni possibilità di miglioramento del proprio status per fare un piccolo salto di qualità.

A Manila, la capitale delle Filippine, gli abitanti si accalcano e a Metro Manila, una delle aree metropolitane più grandi del mondo, gli abitanti censiti superano i 12 milioni. È un numero pazzesco, non per altro Manila risulta tra le città più densamente popolate del pianeta. Il problema è che circa metà degli abitanti vive sotto la soglia di povertà ed è costretta a vivere in baraccopoli o abitazioni di fortuna.

Il fatto è che non solo non ci sono case per tutti, ma il numero degli abitanti è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi decenni e non ha intenzione di smettere di crescere. Come sopravvivere quindi? Dove andare a vivere se perfino i ponti, gli edifici fatiscenti e le fogne sono sovraffollate? Nel cimitero…

Non uno, non due, ma oltre 8.000 persone oggi hanno scelto il Cementerio del Norte di Manila come residenza fissa e a quanto pare ne sono entusiaste. Non si tratta di un cimitero abbandonato o in chiusura, ma di un camposanto perfettamente funzionante nel quale avvengono in media 80 funerali al giorno. L’intero cimitero è grande circa 130 ettari, ma gli abusivi si dividono circa 55 ettari: sopra migliaia di tombe sono sorte baracche di legno e metallo improvvisate, ma stabili e permanenti all’interno delle quali la gente ha trovato una nuova speranza di vita.

Le lapidi abbandonate sono diventate le basi per letti, l’elettricità viene canalizzata con cavi all’interno delle abitazioni e l’acqua viene presa dai pozzi scavati nei pressi delle fontane; pare che l’occupazione del cimitero sia iniziata a metà degli anni ’40, ma solo dagli anni ’90 è diventata a tutti gli effetti un’alternativa alla vita in strada.

I mausolei e le tombe sono diventati dei veri e propri mini appartamenti per le famiglie, ma questa gente ha fatto di più: tra centinaia di tombe sono riusciti ad allestire un piccolo quartiere con tanto di bar, attività commerciali, attività ricreative, bancarelle fast-food e addirittura un internet cafè.

Molti residenti del cimitero (perché ormai sono veri e propri abitanti delle tombe) hanno trovato lavoro all’interno della struttura, aiutando a portare le bare dei defunti e svolgendo altre attività necessarie per il mantenimento. Grazie a questi lavoretti riescono anche a guadagnarci qualcosa: perfino i bambini vengono impiegati dalle famiglie raccogliendo plastica metallo e rifiuti che poi vengono rivenduti.

C’è anche si mette d’accordo con le famiglie dei defunti, specialmente quelle più facoltose, per fare la guardia alle tombe, tenerle pulite e le proteggerle dai ladri di ossa e ornamenti.

La gente che vive qui è la più povera, ma allo stesso modo si ritiene più fortunata delle affollate baraccopoli prive di servizi igienici e immerse nella criminalità. Gli abitanti del cimitero di Manila non sono disposti a lasciare le loro residenze, nonostante la forte pressione politica e amministrativa che vorrebbe cacciarli e ripristinare le tombe che hanno occupato.

Tutti gli abitanti del cimitero affermano che la loro vita sia migliore di molti altri sfortunati che vivono negli “slums” (luoghi più poveri di Manila) e non riescono ad immaginare un posto migliore dove poter vivere e crescere i propri figli.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere