Fashion VictimsFashion Victims, quando i vestiti alla moda uccidono

Sin dall’antichità è noto che uno dei metodi più ingegnosi che avevano le donne per uccidere un uomo o una rivale fosse il veleno, sciolto nei cubi o nelle bevande perchè era difficile risalire ala sostanza prima del 1900.
C’era però chi si ingegnava ( non solo donne a dire il vero, non siamo sessisti) nell’escogitare metodi ancora più subdoli e a volte “spettacolari” per far morire le persone, magari durante un ballo o una cerimonia di centinaia di persone in modo da “godersi la scena” ed eludendo eventuali sospetti. A volte poi capitava che in realtà si trattasse di suicidio inconsapevole, perchè non si era a conoscenza della tossicità di una sostanza e la si utilizzava per la cosmesi oppure per colorare un abito.
Ecco i bizzarri modi che nei secoli ha trovato la moda per mietere vittime:

– VESTI AVVELENATE: Sin dalla preistoria i veleni erano noti come mezzi da somministrare in bevande o cibi per uccidere e si estraevano per lo più da piante o animali terrestri ( serpenti e ragni nella maggior parte dei casi). Ma è dai “secoli bui” del medioevo che venne utilizzato in maniera più creativa e macabra: soprattutto nell’alta società, addirittura nelle dispute di corte ci sono stati casi del genere, si era soliti sviare i sospetti con plateali “cerimonie di rasserenamento” in cui due o più litiganti facevano la pace davanti a molti testimoni. E cosa c’era di meglio che un bel regalo? Magari un vestito di pura seta delle Indie, che era la maggior ambizione delle donne del tempo? I veleni preferiti usati erano l’arsenico o la cicuta, che venivano versati sui vestiti colorati ( solo i ricchi potevano indossare vestiti sgargianti) poche ore prima dell’essere regalati al proprio nemico. La storia riporta tantissimi casi di questo metodo in cui a rimetterci erano le dame di corte, che aspiravano ad un rampollo ambito, ma sono noti anche casi in cui “il dono” era destinato agli alti prelati, ai sovrani, ai castellani, ai politici del tempo e ai mercanti “troppo potenti”.
Un esempio fu Caterina de’ Medici che nel 1500 fu considerata “una donna irritabile divorata dalla gelosia”. Fu lei a diffondere l’uso delle mutande presso le dame della corte francese, in quanto, amando molto cavalcare, era un indumento essenziale. Ma si dice che fu sempre lei a uccidere almeno 20 delle sue dame regalando loro indumenti intimi intrisi di veleno e che usasse l’espediente di una passeggiata a cavallo nei boschi solo per attendere che sudassero al contatto con la sella e morire tra atroci sofferenze. Un altro esempio è quello della regina Elisabetta I, nel cui film del 1998 “Elizabeth” viene riportato l’aneddoto in cui una damigella indossa il vestito di Elizabeth e muore avvelenata tra atroci spasmi: si crede che quel fatto sia realmente accaduto perchè è riportato neli documenti storici del tempo. Un caso di tentativo di omicidio verso un reale andato male…

– CAPPELLI E FERMAGLI AL MERCURIO: Questo è uno di quei casi in cui i sarti e i gioiellieri erano degli assassini inconsapevoli. Dal 1650 circa e per circa due secoli l’uso del mercurio nella produzione dei cappelli e come rifinitura di gioielli e occhiali non era ritenuto pericoloso per le persone che li indossavano. In realtà nella loro lavorazione di danni il mercurio ne causava eccome, ma si riteneva che esso fosse tossico solo per i lavoratori che li confezionavano perchè nei laboratori era puro ( come se si potesse diluirlo…). Le morti da intossicazione da mercurio sono note anche in tempi recentissimi, ma nei secoli passati l’avvelenamento per traspirazione era molto lento e la morte veniva sempre attribuita ad altri fattori.

– VESTITI INCENDIARI: Agli inizi del 1700 entrarono in voga le gonne con il cerchio denominato “crinolina” e divennero talmente popolari da essere prodotti anche per la gente meno abbiente perchè il tessuto era per lo più costituito da crine di cavallo ed aveva un prezzo esiguo. I vestiti di crinolina davano una forma pomposa agli abiti femminili dell’Ottocento, ma costituivano anche un terribile pericolo per coloro che le indossavano a causa della loro elevatissima infiammabilità. Bastava un ambiente secco e un camino che una sola scintilla trasformava la povera sventurata in una torcia umana.

– FIORI E VESTITI ALL’ARSENICO: A differenza di chi avvelenava appositamente le vesti di un nemico, nel 1830 uscirono sul mercato europeo i primi vestiti all’arsenico che uccidevano chi li indossava nell’inconsapevolezza sia di chi li indossava che chi li creava. L’obiettivo del mercato europeo e americano era quello di ridurre i prezzi delle stoffe riducendo gli acquisti delle pregiate sete indiane e creandone di più basso prezzo con tinture proprie. Un colore che in particolare spopolò tra le gente fu il “verde di Parigi”, il cui pigmento era ottenuto dall’arsenato di piombo e veniva usato sia per le stoffe che per colorare i gli steli dei fiori meni freschi. Anche in questo caso era noto l’effetto che il composto aveva sui fabbricanti, sopratutto sulle loro mani che venivano letteralmente corrose dal composto, ma il colore risultante , essendo diluito aveva effetti ritardati e per questo veniva ritenuto sicuro. probabilmente in questo caso l’innocenza di chi fabbricava il colore verde non è poi completa: negli affari spesso non si andava molto per il sottile.

– VESTITI SETTICI: Beh, come è noto nella nostra storia ci hanno accompagnato terribili malattie, alcune delle quali si trasmettevano per via aerea o per contatto con i fluidi corporei. La pulizia e l’ordine non sono stati priorità dell’essere umano fino a metà del 1900 e di conseguenza le epidemie si propagavano attraverso molte vie. Una di queste, decisamente insolita ma che colpì molti “furbi” del tempo, era trasmettersi attraverso il sudore assorbito dai vestiti. Febbre, tifo, influenza, tubercolosi e altri germi e microbi si trasmettevano con rapidità nella popolazione, così molti ecclesiastici e nobili cercavano riparo nelle loro abitazioni solate, credendo di scampare il pericolo. Sin dai tempi della peste si adottava questo stratagemma: si abbandonava tutto e tutti, compresi i familiari, figli e moglie, rinchiudendosi in rocche isolate per attendere che l’epidemia passasse, ma puntualmente il “tristo mietitore” arrivava anche per i codardi. Per quanto riguarda la peste si attribuì gran parte dell’epidemia ai topi, che si annidavano ovunque, anche nei vecchi castelli; ma per le malattie successive gli storici sono giunti alla conclusione che un veicolo molto frequente del male fossero i vestiti. Bastava che fosse infetto un servitore e che questo entrasse a contatto con un indumento del padrone che il vestito ne assorbisse i microbi: ogni membro dell’alta società si avvaleva di servi per le semplici azioni quotidiane , come vestirsi e lavarsi e mentre i ricchi erano in un certo senso più “puliti” ( anche qui non è del tutto vero) i servi si sporcavano le mani tutto il giorno ed entravano facilmente in contatto con le malattie.

– ACCESSORI MORTALI: Oltre ai vestiti nel nostro passato siamo stati vittima di cosmetici e accessori avvelenati o contaminati. C’è una casistica immensa di invenzioni mortali che abbiamo creduto alla moda e per questo sfruttate.: dalla cipria contenente polvere di piombo ai saponi alla povere di bario, dai profumi al piombo alle ciglia finte a base di mercurio, per terminare con la moda più raccapricciante, quella degli smalti con colori radioattivi lanciato dalle “Radium Girls” negli anni ’20.

C’è chi farebbe di tutto, ancora oggi per essere sempre alla moda, anche morire…

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere