londra-cimitero-degli-animaliGli strani ed inquietanti funerali dei gatti in epoca Vittoriana

Durante il 19° secolo non era molto raro, seppellire i resti del proprio animale domestico, nel giardino di casa. In epoca Vittoriana, l’usanza di celebrare funerali per gli animali da compagnia, aumentò notevolmente.

I padroni, facevano costruire bare e lapidi decorate e molti sacerdoti eseguivano servizi funebri per gli animali. C’erano persone però, che si sentivano profondamente offesi, dal fatto che un animale potesse ricevere una sepoltura cristiana.

Nel marzo del 1984, tutti i giornali britannici raccontarono la storia di una signora di Kensington, che aveva voluto il funerale per il suo gatto. Il Cheltenham Chronicle scrisse:

«Eccetto che per l’aspetto religioso, la funzione è stata condotta come se fosse stata la sepoltura di una persona umana di una certa importanza. Un impresario di pompe funebri di tutto rispetto è stato chiamato, e ha ricevuto l’incarico di eseguire il funerale: il corpo doveva essere racchiuso in un guscio da inserire all’interno di una bella bara di quercia. C’erano i soliti ornamenti, tra cui un piatto su cui era incisa l’affermazione che ‘Paul’ era stato per diciassette anni il gatto amato e fedele di Miss…, che ora piange la sua perdita in termini adeguati. La bara, con una bella corona sopra di essa, fu esposta nel negozio del becchino, dove era oggetto di intenso interesse e non certo di divertimento.”

Un edizione del 1897 del Hull Daily Mail riporta la storia di un sacerdote, che celebrò il funerale di una gatta, descritta come obesa, di colore bianco e nero, che amava fare passeggiate con il suo padrone. Alla sua morte, tutta la famiglia “cadde in lutto”.

“Per tre giorni la gatta, i cui resti sono stati collocati con amore in una bella bara di quercia con decorazioni in ottone e l’interno rivestito di seta e lana, fu esposta nel salotto. Al termine di questo periodo, il reverendo chiamò un taxi che lo accompagnò alla stazione, dove prese un treno per il nord, portando con sé la bara di quercia e i resti preziosi. Dove il funerale si sia svolto sembra essere un po’ un mistero – almeno ci sono resoconti contrastanti – ma di una cosa la gente sembra essere certa. Il cerimoniale è stato rispettato fino alla fine, e il servizio di sepoltura, o parte di esso, è stato celebrato sulla tomba della gatta”.

Spesso questi funerali, provocavano l’ira di chi non approvava che gli animali fossero trattati alla stregua degli esseri umani. Nel settembre del 1985 un articolo del Edinburgh Evening News racconta la storia di un’anziana signora che voleva dare al suo gatto, Tom, una “degna sepoltura”

Diede incarico di costruire una bara su misura e fece scavare ad un becchino di nome Jamie, una fosse nel cimitero locale. Il giornale riporta:

 “… Il funerale, che si è svolto nel pomeriggio di ieri, ha avuto molti partecipanti: la signorina, che trasportava la bara, e sulla strada per il cimitero una folla di giovani che la seguivano, i quali divennero eccessivamente rumorosi. Temendo che la vicenda sarebbe finita in una zuffa, ‘Jamie’ ha chiuso il cancello di ferro con l’intento di prevenirla, consentendo a pochi eletti di entrare. La folla, però, si è eccitata ancora di più, alcuni hanno scavalcato il muro, e tutti gridavano a gran voce, sbraitando che era una vergogna e un disonore seppellire un gatto come un cristiano”

“La bara fu poi distrutta, e il corpo del gatto fu tolto, e alla fine il frastuono divenne così grande che si è reso necessario l’intervento della polizia, chiamata per proteggere il becchino e la vecchia signora. Quest’ultima è riuscita a rientrare in possesso del cadavere di Tom, e con l’assistenza degli agenti Johnston e Smith si è rifugiata in una casa nel quartiere, dove è rimasta per qualche tempo. In Abercromby Street, dove risiede, un certo numero di poliziotti è stato mantenuto in servizio fino a tarda ora, al fine di proteggerla dalla violenza della folla.”

Molto probabilmente, la rabbia della gente, era dovuta al fatto che la signora voleva seppellire il gatto in un cimitero destinato agli uomini. In molti cimiteri, che sono terra consacrata, non fu permessa la sepoltura di animali domestici, e di conseguenza si costruirono dei cimiteri per animali.

Il più famoso fu l’Hyde Park Dog Cemetery, inaugurato nel 1881. Anche se il nome, lascia pensare ad un cimitero prettamente per cani, all’interno furono seppellite anche tre scimmie e due gatti.

Molti altri cimiteri esistevano in tutta l’Inghilterra Vittoriana, sia pubblici che privati. Lo scrittore Thomas Hardy aveva un cimitero privato per animali nella sua casa di Mac Gate, nel Dorchester, dove tutte le tombe avevano una lapide, una delle quali incisa personalmente dal famoso romanziare.

La maggior parte delle lapidi e dei monumenti nei cimiteri per animali erano di cani, gli animali domestici più amati in Inghilterra nel 19° secolo, perché considerati altruisti. I gatti invece venivano spesso etichettati come opportunisti ed egoisti.

Laurel Hunt nel suo libro Angel Pawprints scrisse: “La predilezione della Regina Vittoria per i cani ha rafforzato il loro ruolo come animali da compagnia in epoca vittoriana.”

Questo non impedì che i funerali dei gatti si svolgessero con altrettanta pompa magna di quella dei cani. La reazione del pubblico ad entrambi è stata molto simile: divertimento, indignazione e, occasionalmente, disprezzo. Un articolo del 1880 del Portsmouth Evening News riporta di una signora che spedì ai conoscenti “cartoncini listati a lutto” per la morte del suo cane. Come una sorta di dichiarazione di non responsabilità, l’articolo conclude: “E’ superfluo precisare che la proprietaria di quel compianto Fido è una signora nubile.”