la-morte,-falce,-corvo,-nuvole-scure-216420La verità sull’accostamento dei corvi alla morte

Da studi recenti effettuati su diversi volatili è emerso che il corvo è tra gli animali più intelligenti del mondo. Alcuni corvi fabbricano strumenti per recuperare il cibo, risolvono enigmi e problemi complessi per ottenere una ricompensa e sono in grado di apprendere ed imitare molte azioni svolte dagli uomini ed adattarle alle loro esigenze. Un esempio? Il corvo comune ha trovato il modo di aprire noci, semi e rompere le ossa delle sue prede in una maniera geniale: si alza in volo e lascia cadere l’oggetto da grandi altezze, distruggendo l’involucro e tornado a cibarsi del contenuto.
La famiglia dei Corvidi annovera 46 specie diffuse quasi in tutto il mondo e non è raro vederne alcuni nelle nostre campagne. Il corvo è un animale molto e spesso si sofferma e spesso è possibile vederlo, mentre ci osserva attentamente. Da secoli però i corvi sono ritenuti strettamente connessi con la morte, al punto che ancora oggi in alcuni paesi vengono identificati come “sentinelle dell’Aldilà” o “profeti di sventura”. La gente in passato credeva che quando giungeva un folto stormo di corvi a breve si sarebbe scatenata una malattia, una sciagura o una carestia. Nel Medioevo si pensava anche che quando un corvo gracchiava nei pressi di una casa a breve sarebbe morto qualcuno al suo interno.
Probabilmente la ragione di questa cattiva reputazione era dovuta al fatto che i corvi non disdegnano di cibarsi di carcasse, anche umane. Nelle numerose battaglie del passato molti cadaveri rimanevano sul suolo degli scontri e l’odore del sangue attirava i corvi che finivano con il banchettare sui corpi esanime.
Queste scene intimorivano sia la gente comune, contadini ignoranti e molto superstiziosi, sia persone delle alte caste che venivano a recuperare i corpi dei congiunti per dar loro un’appropriata sepoltura, e che assistendo a tali scempi spesso si convincevano che le anime dei defunti venissero ” strappate” dal corpo dei morenti per essere condotte all’Inferno.
Un esempio agli occhi di tutti ebbe luogo in Europa occidentale durante l’epidemia di peste bubbonica: tutti, ricchi e poveri, morivano del morbo inarrestabile e puntualmente chi sopravviveva vedeva i corvi giungere da chissà dove per saziarsi sui corpi impilati delle vittime. A volte addirittura entravano nelle case attirati dall’odore e ciò alimentò l’idea che venissero per condurre le anime nell’Aldilà.
Ma non tutte le culture vedono i corvi sotto una cattiva luce: i nativi americani, ad esempio, vedono i corvi come comunicatori tra questo mondo e il prossimo; essi assistono i defunti e vegliano sui loro spiriti fino al loro “passaggio” e a dimostrarlo spesso si posano sulle tombe e sulle croci. Anche i tibetani hanno una visione positiva dei corvi: fino ad un secolo fa i corpi dei defunti, prima della sepoltura, venivano distesi in cima templi per uno o due giorni, in modo che i corvi conducessero la loro anima alla prossima vita. I primi Celti credevano che i corvi fossero oracoli che gli Dei usavano per parlare con loro: a dimostrazione molti corvi ( ancora oggi) imparavano alcune parole anche senza addestramento e le ripetevano in presenza delle persone.
Perfino nel cristianesimo i corvi sono visti positivamente: i monaci benedettini conoscono molto bene l’episodio in cui S. Benedetto venne salvato da un corvo che lo avvertì di un pezzo di pane avvelenato. Per evitargli la morte certa il corvo sperò il tozzo di pane avvelenato e lo beccò, sacrificando la sua vita a dimostrazione del pericolo che stava correndo il santo.
Le leggende sui corvi però sono molto ben radicate e ancora oggi si crede che il verso gracchiante del corvo ( così come il canto della civetta) preannunci la morte. Di certo non aiuta il fatto che la maggior parte dei corvi sono di colore nero spettrale e che abbiano una predilezione per i cimiteri.
In realtà i corvi frequentano i cimiteri perchè lo trovano un habitat ideale alle loro esigenze: nei cimiteri la vegetazione è tenuta sempre in rigoroso ordine e spesso le aiuole vengono falciate, lasciando facilmente individuare i lombrichi da mangiare; c’è sempre abbondante acqua e parecchi alberi sui quali ripararsi e cercare ombra nei periodi afosi; sono luoghi tranquilli e lontano dal chiasso cittadino. Insomma, se i corvi si affollano nei cimiteri lo fanno per la protezione e un po’ di tranquillità..
Nulla di soprannaturale quindi, o quasi…
Alcuni studiosi hanno notato che i corvi sembrano essere consci della propria mortalità: quando uno di loro muore spesso gli altri volano intorno per ore gracchiando e vegliando sul loro congiunto scomparso. Sembra addirittura che abbiano la loro versione di funerale e più volte sono stati visti atterrare e formare un cerchio attorno al corpo dell’uccello defunto per poi rimanere fermi e in silenzio per più di 30 minuti.
Concludendo si può dire che molte delle superstizioni e delle leggende sui corvi e la morte sono chiaramente sciocche, ma c’è qualcosa in questi uccelli che ancora resta un mistero e chissà. forse hanno davvero un collegamento con il fenomeno del trapasso.

FONTE: Misteri dal Mondo Credere Per Vedere ARTICOLO DI: Francesco A.