Irma-GreseIrma Grese, La più crudele donna delle SS

Anche se spesso ci soffermiamo agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ogni guerra ha trascinato con se morte, distruzione e sacrifici umani. Ci sono però casi di persone che sono andate oltre il concetto di guerra e hanno approfittato del loro titolo per compiere scempi che anche solo nominarli mette i brividi. Tutti conosciamo la storia dei lager tedeschi che hanno causato la morte di milioni di innocente che con la guerra nemmeno c’entravano, e molti dei responsabili di tali abomini sono stati giustamente condannati a morte, ma a volte tendiamo a pensare che quei “mostri” fossero solo maschi.
In questo articolo voglio parlarvi di una ragazza ( sì perchè morì a soli 22 anni) che diventò la più atroce donna arruolata nelle SS.
Irma Grese nacque il 7 Ottobre 1923 nel villaggio di Wrechen, nel nord della Germania. Era la terza di cinque figli e sin da piccola si mostrò come introversa e facilmente manipolabile dai fratelli: si spaventava per qualunque cosa e non prendeva mai l’iniziativa, nemmeno per giocare o mangiare. In famiglia le cose nona davano benissimo e il padre di Irma più volte commise adulterio facendo piombare la madre in una profonda depressione.
Irma aveva solo 12 anni quando su madre Berta, stanca dei ripetuti tradimenti del marito Alfred, si tolse la vita bevendo dell’acido cloridrico. Il padre mantenne il lutto per poco più di un anno, poi si risposò ed ebbe un altro figlio. A quel punto al famiglia Grese divenne enorme: nelle stessa casa vivevano i 6 fratelli, il padre, la matrigna e altri 4 figli della donna avuti prima del matrimonio.
Nonostante tutti i fratelli di Irma seppero tenere a bada i fratellastri, per Irma l’infanzia fu ancora più difficile di prima: veniva presa in giro e sbeffeggiata sia dai fratelli che i fratellastri a anche la sua matrigna mostrava comportamenti ostili nei suoi confronti.
Irma era molto bella e questo probabilmente fu la causa dell’accanimento della matrigna che, al contrario, aveva messo al mondo figli non proprio bellissimi. Per sminuirla la costringeva ad indossare abiti che la rendevano goffa e ridicola, mortificando la sua femminilità e le rivolgeva la parola solo per insultarla o prenderla in giro.
Anche il padre di Irma non era affatto il prototipo di padre e spesso sfogava i suoi problemi sui figli picchiandoli anche per cose che non avevano fatto. Verso i 15 anni Irma Grese decise di scappare da quella famiglia degenere e trovò un pretesto entrando nella Lega delle ragazze tedesche (la BDM), che educava le ragazze con ferrea disciplina perché fossero pronte a combattere e morire per il Terzo Reich.
La ragazza fece un apprendistato infermieristico in un ospedale a circa trenta chilometri da casa e mostrò subito doti eccezionali, ma il suo destino non era quello di crocerossina. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Lega le fece fare un corso sotto la supervisione di Dorothea Binz, che le trasmise la passione del sadismo, e poi la mandò a Ravensbruck come sorvegliante.
Irma era la più giovane e la più bella sorvegliante del campo, ma divenne presto anche una delle più crudeli: quel suo primo incarico di potere fece nascere in lei il desiderio di affermarsi e dimostrate a tutti, specialmente la sua famiglia, di essere migliore di loro.
Iniziò a curare maniacalmente i simboli del suo potere: la divisa, gli stivali, la frusta ed il suo cane. Quando tonò a casa per un congedo volle presentarsi al padre in divisa e tirata a lustro, ma l’uomo la guardò con orrore e la colpì violentemente al volto cacciandola di casa.
Tornata al campo venne in qualche modo promossa e trasferita al più importante campo di Birkenau, dove divenne sorvegliante del settore destinato alle ebree polacche. Fu lì che la rabbia e la crudeltà presero il sopravvento su di lei.
La crudeltà verso chi trasgrediva, le punizioni feroci che impartiva, il suo controllo costante e puntiglioso a cui non sfuggiva niente le valsero un encomio da parte dei superiori e il passaggio a supervisore senior, il secondo ruolo più importante a cui una SS donna potesse aspirare. Aveva il compito di sorvegliare trentuno baracche che contenevano circa trentamila donne ed ebbe il permesso di eliminare tutte coloro che non rispettavano le regole. Doveva fare rapporto quotidianamente a Maximilian Grabner, capo della Gestapo ad Auschwitz. Il famigerato Blocco 11 era sotto la sua diretta giurisdizione.

Irma GreseIrma però puntava al massimo grado e pur di ottenerlo intrecciò una relazione con il dottor Josef Mengele, che spesso aiutava a scegliere i prigionieri destinati ai suoi esperimenti o alla camera a gas. Irma ebbe anche relazioni omosessuali con alcune sorveglianti e perfino con alcune prigioniere, le più belle e procaci, che poi eliminava velocemente per mettere tutto a tacere. Se si accorgeva che una donna l’aveva vista in compagnia dell’amante, la uccideva con la sua pistola o la indicava come inadatta al lavoro e quindi pronta per la camera a gas.
La crudeltà della Grese toccò livelli incredibili proprio a causa del potere che aveva: uno dei suoi passatempi era frustrare le donne sul seno o sul ventre fino a causare loro ferite profonde che richiedevano punti di sutura, poi le conduceva in infermeria dove le faceva operare senza anestesia, godendo delle loro sofferenze. Arrivò al culmine della crudeltà quando fece legare insieme le gambe di una partoriente che morì fra atroci dolori insieme al suo bambino.
Nonostante il comandante di Auschwitz avesse proibito l’uso della frusta, Irma ne aveva fabbricata una speciale con l’anima di metallo foderata di cellophan trasparente, da cui non si separava mai. Spesso seguiva in bicicletta la colonna di prigioniere dirette ai luoghi di lavoro, accompagnata dal suo pastore tedesco. Se si accorgeva che una donna era troppo debole per camminare a passo spedito nel lungo sentiero di sedici chilometri o sembrava malata e quindi inadatta a portare pesi, ordinava al cane di attaccarla e sbranarla.
Attraversava il campo spargendo terrore qui e là, secondo i capricci del momento. Le prigioniere cercavano di tenersi a distanza da lei, ma non era sempre possibile.
Irma nel 1943 si accorse di essere rimasta incinta di uno dei suoi numerosi amanti, ma ciò avrebbe causato la fine della sua carriera, così ordinò ad un medico del campo di farla abortire. Subito dopo l’aborto Irma tornò al lavoro come se nulla fosse.
A marzo del 1945 venne trasferita nel lager di Bergen-Belsen, dove iniziò una relazione con un ufficiale delle SS trasferito in quello stesso campo. Ma la relazione durò poco perchè il 15 aprile le truppe inglesi entrarono nel lager per liberare i prigionieri.
I soldati rimasero scioccati da quello che videro. Un luogo costruito per ospitare 8.000 persone ne conteneva 100.000 tra uomini, donne e bambini; più di 10.000 cadaveri gettati in mucchi a qua e là e altri 40.000 nelle fosse vicino al campo. Irma venne arrestata insieme ad altri ufficiali del campo e quel giorno ebbe fine il suo terrore.
Irma venne accusata di crimini di guerra sulla base della testimonianza dei sopravvissuti. Il processo contro Josef Kramer ( comandante del campo) e 44 SS al suo servizio, di cui 19 donne, iniziò il 17 Settembre 1945.
Il pubblico ministero, colonnello T.M. Backhouse, dichiarò che Irma era “la peggiore donna del campo”.
Una delle imputate, Helena Kopper, riferì che era abitudine di Irma Grese scegliere delle prigioniere ebree e ordinare loro di portare qualcosa oltre la rete divisoria del campo. Quando le donne si avvicinavano alla rete venivano minacciate dalle guardie, ma poiché Irma selezionava solo coloro che non parlavano il tedesco, queste proseguivano perché non capivano gli ordini e venivano uccise. Secondo Helena, Irma Grese era responsabile almeno di trenta morti al giorno in conseguenza di questo macabro gioco, ma ne uccideva molte di più in altre occasioni.
Le testimonianze oculari, la parziale confessione dell’imputata, il suo atteggiamento arrogante durante gli interrogatori resero inutile tutto il lavoro svolto dall’avvocato difensore. Il 17 Novembre il presidente del Tribunale, il generale Berney-Ficklin, lesse il verdetto per l’imputata Irma Ilse Ida Grese:
<<Il tribunale degli Alleati ha giudicato Irma Grese colpevole di genocidio e di strage e l’ha condannata a morte mediante impiccagione>>.
Delle diciannove imputate, solo tre vennero condannate a morte: Juana Bormann, Elisabeth Volkenrath e Irma Grese.
Irma venne giustiziata assieme ad altri 12 membri delle SS la mattina del 12 dicembre 1945. Aveva solo 22 anni.
Irma si presentò al patibolo sorridendo e si posizionò nel punto che il boia le aveva indicato. Baciò un crocifisso che il sacerdote le tendeva e chiuse gli occhi. Le venne infilato il cappuccio e tutti la sentirono dire <<Schnell!>> (Presto!).

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere