la spada nella roccia

Una delle più famose leggende inglesi è quella di Re Artù e la spada nella roccia. Secondo le varie versioni della storia, la spada poteva essere estratta dalla pietra in cui era stata imprigionata da parte del vero re d’Inghilterra.

Una storia simile, anche se molto meno nota, trova le fondamenta nella regione italiana della Toscana. Si tratta della spada nella roccia di San Galgano.

San Galgano è uno dei primi santi la cui canonizzazione è stata condotta attraverso un processo formale da parte della Chiesa. Di conseguenza, gran parte della vita di San Galgano si conosce grazie ai documenti usati nel processo di canonizzazione, che è stato effettuato nel 1185, pochi anni dopo la sua morte. Inoltre, ci sono anche una serie di opere scritte da autori successivi sulla vita del santo.
Galgano era un nobile e cavaliere esperto nell’arte della guerra. Ma per tutta la sua giovinezza fu arrogante e violento. Tutto ciò cambiò quando il cavaliere in seguito divenne un eremita.

La conversione di San Galgano iniziò con una visione dell’Arcangelo Michele. In una versione della leggenda l’Arcangelo Michele apparve in sogno a San Galgano, e gli mostrò la via della salvezza, via che con la sua vita di abusi e sopprusi si era lasciato alle spalle. L’arcangelo impose perciò a Galgano un periodo di riflessione in solitudine, affinchè la sua mente potesse liberarsi dall’oscurità di cui si era avvolta; disse perciò al futuro santo che aveva bisogno di un luogo lontano dalle tentazioni e dalle influenze umane. La mattina dopo San Galgano dichiarò alla sua famiglia la sua intenzione di diventare un eremita, e che si sarebbe confinato in una grotta vicina alle sue terre per cercare la pace interiore.

La madre del Santo, Dionisia, tentò di far desister il figlio da quell’azione che tutti avrebbero inteso come un segno di pazzia e provò a convincere il figlio a visitare la sua fidanzata per l’ultima volta prima di rinunciare a tutti i piaceri mondani. San Galgano, che era tutt’altro che forte di spirito, si propose di visitare la sua fidanzata, ma durante il suo viaggio a cavallo il suo desiderio di lussuria gli fece venir voglia di rinunciare alla chiamata dell’arcangelo. Ma lungo la strada il cavallo del santo improvvisamente si fermò e fu inutile il tentativo di spronarlo a riprendere il cammino. Addirittura Galgano venne disarcionato e il cavallo fuggì lasciandolo a piedi.

Poi una forza invisibile sollevò San Galgano e una voce serafica lo condusse in volo a Montesiepi, una collina vicino a Chiusdino.
Quando San Galgano fu sulla cima di Montesiepi, la voce parlò di nuovo, ordinandogli di rinunciare a tutti i suoi desideri mondani. San Galgano, però, obbiettò dicendo che per lui era impossibile rinunciare ai piaceri mondani, come era impossibile spaccare un masso con una psada. Per dimostrare il suo punto, San Galgano estrasse la spada e la spinse contro una roccia. Con suo grande stupore l’arma affondò nella pietra come un coltello caldo perfora nel burro, e da allora la sua spada fu da essa imprigionata. San Galgano capito il messaggio, visse sulla collina di Montesiepi da eremita per tutto il resto della sua vita. Diversi anni dopo la morte di San Galgano, venne costruita in suo onore una cappella sulla cima di Montesiepi, con la spada nella roccia come la sua attrazione principale.

Per secoli la spada nella roccia venne intesa come falso moderno, una sorta di attrazione turistica. Un recente studio, tuttavia, ha dimostrato che la spada è effettivamente del XII secolo. I ricercatori hanno anche scoperto, con l’ausilio di radar a penetrazione del suolo, che vi è una cavità di misura 2m x 1m sotto la spada, contenente uno scheletro umano, forse il corpo di San Galgano.