tortura biancaLa tortura bianca, una sottile tortura psicologica che porta alla pazzia

In antichità esistevano varie metodi di torture terrificanti, nella maggior parte dei casi si trattava di torture fisiche. Quelle di oggi, invece, sono molto più “raffinate” e studiate. Oggi si usa la sottile tortura psicologica, che può durare anche anni, portando la vittima alla pazzia, una delle più terribili è: la tortura bianca.

La tortura bianca, è una tortura tipica dell’Iran, e di molti altri paesi mediorientali ma, testimoni raccontano che altri paesi come, Irlanda del Nord e Stati Uniti, utilizzano questa sevizia.

La tortura consiste, nel esporre il prigioniero ad una sottrazione sensoriale, cominciando da quella visiva. Ci si ritrova in una stanza quadrata, dove tutto quello che ci circonda è totalmente bianco, non ci sono finestre, le porte sono a scomparsa, e ci sono diverse luci bianche posizionate in modo tale da non creare nessun tipo di ombra.

Le guardie sono nascoste all’esterno della cella, non si fanno mai vedere e non parlano mai, utilizzano scarpe imbottite per non fare rumore. La stanza è anche totalmente insonorizzata, qualsiasi cosa succede all’esterno, il prigioniero non sentirà mai nulla, questo fa affievolire l’udito velocemente. All’interno della cella è tutto liscio, questo serve per desensibilizzare il tatto, si viene nutriti solo con riso in bianco, insapore, per attenuare il senso del gusto e dell’olfatto.

Dopo poche settimane, cominciano le allucinazioni che possono portare alla follia.

Uno degli esempi piu noti di vittima della tortura bianca è quello di Seyyed Ebrahim Nabavi, uno dei più importanti e autorevoli giornalisti itaniani, seviziato nel carcere di Evin (Iran) come prigioniero politico, e liberato nel 2004.

Da quando ho lasciato Evin non riesco più a dormire senza assumere sonniferi. È orribile. La solitudine non ti abbandona mai, anche una volta che vieni liberato. Tutte quelle porte che ti si chiudono dentro… Ecco perche’ la chiamano la tortura bianca. Ottengono quello che vogliono senza colpirti fisicamente. Conoscono abbastanza di te per manipolarti con quello che ti dicono: possono farti credere che il presidente è stato deposto, che hanno rapito tua moglie, che qualcuno di cui ti fidavi ha rivelato loro delle menzogne su di te. Comincia a rompersi qualcosa dentro. E quando ciò avviene, ti hanno in pugno. E allora confessi tutto. – Seyyed Ebrahim Nabavi in un ’intervista del 2004 0 Human Rights Watch

Un’altro caso molto famoso è quello di Amir Fakhravar, uno studente rapito a soli 17 anni dalla Guardia rivoluzionaria Iraniana.

Non riuscivamo a scorgere alcun colore, tutto nella cella era bianco, il pavimento, i nostri vestiti e persino la luce accesa 24 ore al giorno era bianco. Ci nutrivano solo con riso in bianco.
Non vedevamo alcun colore e non sentivamo alcuna voce. Fui imprigionato per otto mesi, finché non riuscii più a ricordare neanche i volti di mio padre e mia madre. -Amir Fakhravar

Possiamo trovare un esempio simile alla tortura bianca, nel numero 212 del maggio 2004 di Dylan Dog, Necropolis

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