reborn-dollsLe “Reborn dolls”

Se il dolore fisico di un individuo in un certo senso è quantificabile in stadi o livelli, per quello psicologico non è così semplice definire quanto faccia male un trauma. Tuttavia esistono eventi che sconvolgono a tal punto una persona da lasciar intendere che il dolore psicologico sia decisamente maggiore di quello fisico e che i tempi di ripresa siano a volte lunghissimi, se non infiniti.
Probabilmente uno dei traumi psicologici più gravi è la perdita di un figlio che, specialmente nelle madri, crea un vuoto quasi incolmabile, a prescindere dall’età. Recentemente però, per quelle madri che abortiscono o perdono il loro bambino in tenera età, è nata una tendenza che lascia perplessi gli psicologi e che ha portato a diverse sedute di discussione sull’argomento: si tratta delle “reborn dolls”.
Le reborn dolls (tradotto in italiano significa “bambole rinate”), sono bambolotti in vinile estremamente realistici, tutti lavorati artigianalmente per assomigliare il più possibile a dei bambini veri. Normalmente le bambole e i bambolotti sono giocattoli per bambine, ma qui andiamo oltre e questi esemplari sono pensati principalmente per le collezioni, anche perchè il loro prezzo varia da centinaia a migliaia di euro.
Fin qui nulla di strano: di collezioni bizzarre siamo abituati a vederne o a sentirne parlare. Ma dall’inizio degli anni ’90, quando questa moda ebbe inizio negli USA, gli impieghi delle reborn dolls sono molto cambiati: approfittando della sempre più raffinata tecnica artistica, molte persone hanno iniziato a commissionare bambolotti con l’aspetto dei proprio bambini deceduti in tenera età e a trattare questi fantocci come veri e propri figli.
Creare una reborn doll non deve essere affatto facile: ci sono diverse fasi di lavorazione e raffinazione in cui la pelle viene dipinta più volte, addirittura disegnando le vene e le imperfezioni della cute della bambola; i capelli e le sopracciglia vengono inseriti uno alla volta mediante un apposito ago e le narici vengono lasciate aperte per permettere al bambolotto di “respirare”.
Come ho scritto sopra il dolore di alcune persone per la perdita di un bambino o di un aborto le porta ad ordinare queste bambole iper realistiche, che vengono trattate come dei veri e propri bambini. Oggi infatti le reborn dolls sono ordinate per lo più da donne che hanno perso un figlio, non ne possono avere, o hanno subito il trauma dell’aborto. Molti ordini vengono corredati di fotografie dei figli perduti, in modo che i produttori creino bambolotti il più fedelmente simili ai piccoli scomparsi. Queste bambole sono così accudite, coccolate, messe a letto, nutrite, perfino portate in giro in carrozzina, come se fossero vive e reali.
Le aziende produttrici hanno sfruttato l’enorme successo che stanno ottenendo i loro prodotti per rendere la vendita ancora più realistica: l’acquisto viene infatti proposto come un’adozione e le bambole sono spesso corredate da finti certificati di nascita.
Alcuni acquirenti arrivano anche a richiedere che all’interno della bambola venga aggiunto un simulatore di battito cardiaco o di respiro, in modo che il loro “bambino” sembra che respiri e che dorma.
C’è chi vede queste persone come bizzarre ( per non dire pazze), ma molti psicologi sono dell’opinione che queste bambole abbiano una certa importanza terapeutica per quelle persone che fanno fatica ad elaborare il lutto: secondo molti di loro prendersi cura di quelle bambole così simili ai loro figli favorirebbe la produzione di ossitocina, proprio come un bambino vero, causando così nelle madri ( ma anche nei padri) un forte attaccamento.
Oggi la vendita delle reborn dolls è in costante crescita e frutta un cospicuo guadagno alle ditte produttrici. Il prezzo varia dai 400 alle migliaia di euro, a seconda delle personalizzazioni richieste da chi le commissiona.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere