L’esercito di terracotta di Qin Shi Huang

Una delle materie più odiate dagli studenti è la storia: io per primo quando andavo a scuola la trovavo noiosa e pressochè inutile. Forse questa repulsione per la storia deriva dal fatto che in pratica dovevamo studiare a memoria date ed avvenimenti e che spesso i professori erano tutt’altro che coinvolgenti e si limitavano a informarci in maniera rigida e senza passione.
Proprio negli ultimi invece ho scoperto che la storia è ricca di episodi interessanti, di battaglie spettacolari, di eventi bizzarri e misteriosi e questo che sto per raccontarvi ne è un esempio.
Nei pressi di Xi’an, nella provincia cinese di Shaanxi (siamo nella Cina centrale), c’è il più importante e il più grande sito archeologico della Cina. Si tratta di una specie di città funeraria (sì, non è solo una tomba, ma un intero complesso) che fino a dove è stata portata alla luce oggi si estende per oltre 2,5 km, ha le pareti in bronzo ed è profonda decine di metri, tanto che attraversa ben tre falde acquifere. Si tratta della camera funeraria dell’imperatore Qin Shi Huang (260 a.C.- 210 a.C.), colui che ha conquistato tutti e 6 gli stati in guerra riuscendo ad unificare per la prima volta nella storia la Cina.
Oltre alla sua importanza storica è famoso anche per almeno due misteri che circolano attorno alla tomba e che calano in velo di magia su di essa: il primo è un immenso esercito di soldati di terracotta che l’imperatore volle come armata da portare con sé nell’Aldilà e l’altro una serie di fiumi di cinabro (solfuro di mercurio) che nella filosofia taoista è un attivatore energetico dell’immortalità.
Tutto il complesso si trova sotto una collina e dal 10 settembre del 210 a.C. e Qin Shi Huang riposa indisturbato (ancora per poco si teme). Ad oggi sono state dissepolte costruzioni sotterranei, mausolei, edifici e circa 2.000 statue, anche se si stima è che ne esistano oltre 10.000. L’enorme città tombale venne scoperta per caso nel 1974 da un contadino cinese che, dopo una violenta tempesta, vide affiorare dal terreno una delle statue. Da allora iniziarono gli scavi di quello che sembrava una modesto sito e solo negli anni ’80 si capì l’effettiva grandezza del complesso.
Oggi il governo cinese ha fermato ogni attività di scavo perché teme il crollo del complesso e quindi la perdita di preziosi reperti archeologici. L’archeologa Kristin Romey, curatrice di alcune mostre riguardanti l’esercito di terracotta, ha affermato che “Nessuno è mai stato nella collina, in parte per rispetto verso i morti ma anche perché oggi nessuno al mondo ha la tecnologia necessaria per entrarvi senza provocare dei danni“.
Ma allora come si fa a sapere cosa c’è sotto terra? La storia di Qin Shi Huang è bene delineata ed è raccontata in numerose carte giunte fino a noi. Anche la sua tomba venne minuziosamente descritta da molti scrivani cinesi e negli anni in cui gli scavi erano attivi si riscontrò una precisione delle indicazioni quasi maniacale.
Qin Shi Huang nacque nel 259 a.C, primogenito del re di Qin, uno dei sei regni indipendenti all’interno della Cina. I regni erano in lotta da oltre 200 anni, ma Qin Shi Huang riuscì a radunare sotto il suo comando una forza militare talmente imponente da conquistare tutto ciò che incontrò sul suo cammino. A suo favore, e qui inizia il mistero, accaddero numerose catastrofi naturali che spazzarono vie i nemici proprio quando lui aveva intenzione di muoversi e alcuni fatti strani a cui ancora oggi gli storici non sono ancora del tutto riusciti a dare un senso: dalle cronache del tempo pare che l’imperatore riuscisse a conquistare le città spargendo il minimo sangue possibile e che incutesse paura quasi come una divinità.
Alla sua morte venne costruita una vera e propria città sotterranea che si stima ampia ben 9 km e nelle caverne che la compongono vennero seppelliti tesori, mezzi di uso quotidiano, cibo, addobbi e tutto ciò che poteva (secondo i suoi sudditi) servirgli nell’Aldilà. Il suo esercito venne riprodotto con migliaia di statue di terracotta che furono messe a vigilare il suo edificio, sul quale perfino i reperti storici calano il più assoluto silenzio e di cui non si sa praticamente nulla.
Un antico scritto afferma che l’imperatore fece realizzare il soffitto in modo che imitasse il cielo notturno con perle che raffigurano le stelle. Oltre all’esercito dovrebbero esserci molte concubine di terracotta che non sono mai state portate alla luce, ma gli esperti ritengono che siano state poste più vicina a lui, all’interno della camera funebre.
Si pensa che la tomba di Qin Shi Huang venne al tempo circondata da canali di mercurio liquido, che a quell’epoca si pensava potesse donare l’immortalità.
A conferma di questa stranezza nel terreno della collina sono stati riscontrati livelli di mercurio superiori di 10 volte rispetto alla normalità, cosa che mette in allarme chiunque sia dell’opinione di aprire la collina e svuotarla del contenuto.
Il divieto di scavo imposto dal governo oggi ha fatto salire la curiosità di tutti gli archeologi del mondo alle stelle e si teme che i segreti del primo imperatore cinese siano destinati a rimanere tali ancora per molto tempo

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere