Lina Medina: la mamma più giovane al mondo

Perchè al mondo esistono regole e leggi da seguire? Per il bene comune, per la sicurezza del singolo e collettiva, per creare una società collaborativa, per una sorta di buon senso, per una vita migliore, per un futuro migliore…
Vero, o meglio sarebbe vero se vivessimo in un mondo utopico, dove la nostra specie collaborasse per fini comuni e per migliorarsi. Avete presente le formiche e le api? Beh, l’essere umano non ci si avvicina nemmeno e non c’è speranza che un giorno acquisisca quella mentalità.
Io inizio a pensare che l’uomo spesso veda le leggi e le regole semplicemente come un limite: analogamente ad uno sportivo ognuno di noi ha il desiderio segreto di infrangere uno o più tabù, di eludere o raggirare le regole che ci vengono imposte, anche solo per la soddisfazione di (erroneamente) dimostrare di essere più furbo della giustizia.
In campo sessuale, soprattutto da un paio di decenni a questa parte, gli stessi mezzi di informazione sembrano voler accelerare quel processo di emancipazione adolescenziale che tanto preoccupa i genitori: in TV o in rete oramai il sesso è “sdoganato” e le scene di persone in atti sessuali o nude le vediamo di continuo, anche in quelle che dovrebbero essere ore protette; mentre a scuola ancora si dibatte se sia utile l’educazione sessuale, i nostri figli guardano video a luci rosse sui loro smartphone, vedono programmi “crime” in televisione in cui sono sempre protagoniste persone violentate e uccise, commercializzano il proprio corpo scambiando foto intime per beni materiali, e purtroppo assorbono quella tendenza alla ribellione con rapporti intimi sempre più precoci.
Di chi è la colpa? Dei genitori che non sanno dar loro regole rigide? All’inizio pensavo fosse questo il problema, ma poi mi sono reso conto che per quanto possiamo tutelare i nostri figli, fuori dalle nostre mura domestiche c’è un mondo che non possiamo controllare e che purtroppo gira al contrario di come vorremmo.
La colpa è della disinformazione. Sarebbe più giusto dire della sbagliata informazione, della mancanza di valori morali e di ciò che ho scritto all’inizio, cioè quel desiderio di infrangere le regole che ci vengono imposte.
Negli anni abbiamo compiuto progressi enormi nella tutela dei minori, nell’emancipazione femminile e nello stabilire leggi contro gli abusi sessuali (attuarle poi è un’altra storia…), ma a conti fatti oggi giorno ci sono ancora molti, troppi crimini di questo genere e la pedofilia è in cima a questi crimini.
Ora facciamo un salto all’indietro di circa 80 anni per una notizia che scandalizzò il mondo intero (oggi forse non impressionerebbe più di tanto): una bambina partorì un figlio all’età di soli 5 anni…
Lina Vanessa Medina Vásquez nacque il 27 settembre 1933 a Ticrapo, in Perù. Qualche giorno dopo il suo quinto compleanno i genitori della bambina notarono uno strano gonfiore all’addome, ma inizialmente pensarono che la bambina stesse mettendo su un po’ di peso e per qualche settimana ignorarono la cosa. Dopo circa due mesi però il ventre della bambina era cresciuto in maniera anomala e ciò li spaventò al punto che pensarono si trattasse di un tumore.
Portarono di corsa Lina dal medico che fece un’analisi superfiale del ventre e non appena utilizzò lo stetoscopio si mise le mani nei capelli: dentro il corpo della bambina c’erano due battiti cardiaci. Per quanto fosse incredibile il medico Gerardo Lozada escluse la forma tumorale e dovette rivelare ai genitori che la loro figlia era incinta. La crescita anomala della pancia di Lina era dovuta al fatto che il feto era in rapida crescita e che lo spazio nel corpo della piccola non era sufficiente a contenerlo completamente nel ventre: infatti Lina fino alla fine della gravidanza presentò una vistosa protuberanza che negli ultimi periodi di gestazione le impedirono di camminare.
Il dottor Lozada decise ricoverare la bambina all’ospedale di Lima per fare ulteriori analisi e si accorse presto che il corpo di Lina non avrebbe potuto portare a termine la gravidanza perchè il bacino non era sufficientemente largo da ospitare il bambino. La prospettiva era delle peggiori: morte per entrambi.
Si attese fino al 14 maggio 1939, quando Lozada ordinò che fosse praticato il taglio cesareo per far nascere il bambino. Lina Medina aveva solo 5 anni, 7 mesi e 21 giorni.
Il caso di Lina venne ampiamente descritto dal Dott. Edmundo Escomel sulla rivista medica “La Presse Médicale”. La bambina al momento del parto aveva gli organi sessuali completamente efficienti e attivi a causa di una pubertà precoce. Secondo Lozada e i gli altri medici che la visitarono, la bambina si sviluppò in maniera molto precoce: i dottori ipotizzarono che ebbe il suo primo ciclo mestruale a circa 2 anni e mezzo e che a 4 anni fosse completamente in grado di poter procreare.
Lina Medina diede alla luce un maschietto di 2,7 kg e in perfetto stato di salute, a cui venne dato il nome Gerardo in onore del medico che prese in cura il suo caso e la fece partorire senza problemi.
Lina non ha mai rivelato il nome del padre del bambino, ne quando e come era avvenuto concepimento, ma i sospetti ricaddero immediatamente sul padre che venne arrestato con l’accusa di abusi sessuali su minori. L’uomo però dovette essere rilasciato per mancanza di prove e il padre biologico del neonato non fu mai identificato.
Gerardo venne cresciuto credendo che Lina fosse sua sorella, fino all’età di 10 anni quando purtroppo i media rovinarono il clima familiare instaurato rivelandogli che Lina era sua madre. Il ragazzo non ebbe però vita lunga: morì nel 1979 all’età di 40 anni a causa di una malattia del midollo osseo.
Lina al contrario è ancora viva e oggi ha 84 anni. Crescendo, dopo la scuola, ha lavorato come segretaria nella clinica di Gerardo Lozada a Lima, che si è occupato di pagare gli studi a lei e a suo figlio, di dar loro un’educazione e un lavoro con cui sostenersi.
Da adulta Lina Medina ha sempre rifiutato di parlare del suo caso con la stampa e di rendere pubbliche le foto della sua gravidanza e della sua infanzia. Si sposò con un uomo di nome Raúl Jurado, con cui ebbe il suo secondo figlio nel 1972.
La foto più famosa che ritrae Lina Medina fu scattata da Lozada all’inizio dell’aprile 1939, quando la bambina era al settimo mese di gravidanza. A corredo della foto vennero resi pubblici biopsie, raggi X dello scheletro fetale nell’utero e alcune fotografie scattate dai medici che la presero in cura nei periodi pre e post operatori.
Ma può capitare ancora un caso del genere? La pubertà precoce in bambini di età di 5 anni o inferiore è rarissima e la gravidanza in questi casi viene sempre interrotta per il bene della bambina. Ciò significa che ci sono stati e ci saranno altri casi simili a quelli di Lina Medina, soprattutto in paesi poveri dove l’abuso su minori non è punito in maniera efficace. Detto questo bisogna dire che ancora oggi, in paesi ricchi e industrializzati come l’Italia, troppo spesso di sente parlare di violenze su adolescenti e bambini, perchè per quanto diversi alla fine gli esseri umani compiono tutti gli stessi errori (e crimini).

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere