Okunoshima: l’isola dei conigli

Molti ne avranno sentito parlare, ma pochi conoscono la sua storia. Nel mare interno di Seto, in Giappone, nella prefettura di Hiroshima c’è la piccola isola di Okunoshima, non più larga di 4 km.
Anche se disabitata, oggi è una meta turistica per migliaia di persone ogni anno perché oltre ad avere acque cristalline, uno splendido campo da golf e un campeggio immerso nella natura, è anche abitata da una colonia di centinaia di conigli selvatici che non disdegnano (anzi apprezzano) la compagnia dell’essere umano.
Per raggiungere l’isola c’è solo un traghetto che parte dalla stazione Tadanoumi nella città di Takehara e i turisti si affollano per trovare posto in uno dei tour più rilassanti che può offrire il Giappone.
L’Isola dei Conigli purtroppo ha un passato oscuro e i conigli presenti hanno un significato molto profondo, ovvero quello di ricordare le atrocità perpetrate sull’isola nel periodo delle due guerre mondiali.
Okunoshima infatti è la prova che molto spesso le nazioni non si attengono ai trattati stipulati a livello mondiale e che in gran segreto continuino ad usare e sfruttare risorse proibite. Nel 1925 il Giappone firmò il Protocollo di Ginevra che vietava le armi chimiche, ma tra il 1927 e il 1929 sull’isola fu costruita una fabbrica di gas tossici destinati all’uso bellico e che continuò a lavorare a pieno regime fino al 1945. L’isola fu scelta per la sua lontananza da Tokyo e dalle aree densamente popolate, e addirittura al tempo si decise di cancellarla dalle mappe geografiche per mantenere il segreto sulle operazioni che vi si svolgevano.
Le armi chimiche prodotte grazie a quei gas servirono al Giappone ad affrontare sia la seconda guerra mondiale che il conflitto con la Cina; quando il Giappone fu costretto alla resa dagli alleati l’impianto fu abbandonato e tutta la documentazione distrutta, mantenendo il segreto sulla produzione di armi chimiche fino al 1970 circa. Nel 1988 fu inaugurato il Museo dei Gas Velenosi, che è diventato la seconda attrattiva dell’isola e al suo interno mostra gli effetti terribili delle armi chimiche.
I conigli furono importati sull’isola proprio per testare gli effetti dei gas tossici: per questo motivo i roditori furono usati come cavie e morirono per la maggior parte prima della fine della guerra. Il resto, viventi ma malati, furono uccisi per nascondere all’umanità le prove degli esperimenti.
Negli anni ’80 l’isola di Okunoshima divenne Parco Nazionale e si decise di reintrodurre i conigli per farli diventare il suo simbolo. Oggi quei conigli si sono riprodotti a dismisura e vivono in libertà, sebbene abbiano imparato che quando giungono gli essere umani c’è tutto da guadagnarci nel farsi fare qualche coccola.
I conigli comunque, oltre ad essere un’attrazione molto apprezzata dai turisti, hanno anche un’utilità di fondo per il parco di Okunoshima: la loro presenza aiuta a ridurre l’erba e a tenere lontani molti parassiti.
Si tratta di conigli particolarmente socievoli e il personale del parco li accudisce come se fossero bambini: anche per questo motivo non hanno paura dell’uomo e si avvicinano senza timore, magari per assaggiare qualche carota o nocciolina che vendono alcuni banchetti all’attracco del traghetto. I visitatori possono coccolare e nutrire i conigli quando vogliono e per proteggerli è stato vietato l’ingresso a cani e gatti.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere