Rufina Cambacèrés 2Rufina Cambacèrés la ragazza che morì due volte

Nel 1877 a Buenos Aires, nasceva Rufina Cambacèrés, figlia del famoso scrittore Eugenio Cambacèrés, morto di tubercolosi nel 1888.

Rufina era figlia unica, la morte di suo padre segno molto la sua vita. Crescendo diventò introversa e solitaria oltre che cagionevole di salute.

Nel 1892 la madre Luisa si innamorò di Hipolito Yrigoyen che diventò il presidente della nazione e dal quale ebbe anche un figlio, Luisito.

Rufina diventò una bella ragazza e presto molto corteggiata dai giovani rampolli dell’alta società.

Per il suo 19° compleanno la madre organizzò un ricevimento degno di una principessa al Teatro Colon, con tanto di musicisti e inviti eccellenti a tutta la gente di alto rango sociale. Quel giorno, però, Rufina venne trovata priva di sensi nella sua camera.

Molti sostengono che il malore fu causato dalla confessione di un’amica che le rivelò che il ragazzo di cui Rufina era innamorata era anche l’amante della madre. Un’altra ipotesi sostiene, che la madre, le somministrava spesso sonniferi per incontrarsi in tranquillità con il pretendente della figlia.

Ufficialmente la giovane fu colta da una sincope e non uno, ma tre medici, certificarono la sua morte. Il giorno seguente Rufina fu sepolta e la bara sistemata all’interno della cripta dove riposava il suo amato padre Eugenio, nel cimitero della Recoleta.

Dopo alcuni mesi, un terribile temporale, danneggiò alcune tombe del cimitero, tra cui la cripta della famiglia Cambacèrés, che subì un piccole cedimento a causa di un’abbondante infiltrazione d’acqua. Il custode scese nella cripta per controllare l’entità del danno, subito si rese conto che il coperchio della bara di Rufina era stato aperto e rotto, si avvicinò e a quel punto si trovò di fronte ad uno spettacolo orribile: controllando il corpo della ragazza vide che le mani e il viso erano pieni di graffi, causati da un estremo tentativo di fuga purtroppo non riuscito.

Rufina fu vittima di un attacco di catalessi e quando si svegliò nella bara stretta e buia morì per la seconda volta di paura e disperazione. Fu accertato in seguito che la ragazza era morta per un infarto.
La sua tomba oggi ha una statua a grandezza naturale di Rufina che è in posa davanti alla porta del suo mausoleo, lasciando immaginare che vi sia sempre qualcuno pronto ad aprirla in caso di necessità. Si dice che il monumento sia stato fatto realizzare da sua madre come omaggio alla propria figlia.