tsutomu-yamaguchiTsutomu Yamaguchi, L’uomo più sfortunato e fortunato di sempre

Avete letto bene, non è un errore: quest’uomo probabilmente è stato allo stesso tempo il più sfortunato e il più fortunato di tutti i tempi. Lo so, fortuna e sfortuna sono esattamente agli antipodi, eppure la vita di una persona non è fatta solo di episodi positivi o negativi, ma di sfumature di entrambi. Tra poco capirete il perchè di questo strano titolo.
Tsutomu Yamaguchi è nato a Nagasaki ( e qui già dovreste intuire dove andrò a parare) il 16 marzo 1916 e nella vita divenne un affermato ingegnere per la società Mitsubishi. Il 4 agosto 1945 Tsutomu fece un viaggio di lavoro per aiutare un gruppo di ingegneri che stava lavorando ad un nuovo macchinario nella sede a Hiroshima ( eh sì…).
Il 6 agosto 1945 il bombardiere americano B-29 Enola Gay stava raggiungendo Hiroshima pronta a sganciare “Little Boy”. Yamaguchi si trovava sul tram: a differenza dei suoi compagni stava tornando alla sede perchè aveva dimenticato un oggetto personale in ufficio e temeva di perderlo.
Ad un tratto vide due piccoli paracadute nel cielo e tutto attorno a se divenne bianco con un lampo accecante, seguito subito dopo da un’esplosione che lo scaraventò a terra. Quel giorno 140.000 persone persero la vita nell’esplosione (e nelle ore successive) e diverse centinaia di migliaia morirono nei mesi successivi dopo lunghe sofferenze fisiche e psichiche. Ma Tsutomu no, lui sopravvisse.
L’esplosione si verificò a circa 3,2 km dal luogo dove si trovava Yamaguchi e l’uomo giunse in ospedale con molte scottature, i timpani distrutti e con una temporanea cecità. Tsutomu si riprese e fu uno dei circa 160.000 sopravvissuti ( vennero chiamati “hibakusha”, che vuol dire “sopravvissuti al bombardamento”).
Uomo zelante e ligio al suo dovere, Tsutomu non se ne restò su una branda per riprendersi del tutto, ma il giorno dopo, 7 agosto, tornò a Nagasaki dalla sua famiglia. Non solo, ma due giorni dopo era di nuovo in azienda a lavorare al massimo delle sue possibilità. E nemmeno a dirlo, quel giorno, a circa 3 km di distanza venne sganciata “Fat Man”, la seconda bomba atomica. L’uomo riportò nuovamente ferite ed alcune escoriazioni, ma nuovamente si salvò, a differenza di altri 80.000 cittadini che morirono all’impatto o nei giorni seguenti.
Questa incredibile coincidenza lo fece diventare uno delle 165 persone ad essere colpite e sopravvissute ad entrambe le bombe atomiche. Vennero chiamati “nijuuhibakusha” (Bombardati due volte), ma molti di loro morirono in breve tempo per le radiazioni assorbite.
Anche Tsutomu Yamaguchi assorbì parecchie radiazioni, ma riuscì a sopravvivere più di tutti gli altri. Seppur debilitato, fino a 93 anni si prodigò come attivista anti-nucleare e portò la sua testimonianza fino al governo affinché le armi nucleari fossero bandite. Il 4 gennaio 2010 Yamaguchi è morto di cancro allo stomaco nella sua città natale, Nagasaki, lasciando un vuoto in tutto il Giappone, dove era diventato un simbolo della ripresa della nazione.
Come si può definire allora Tsutomu Yamaguchi? Fortunato o sfortunato?
FORTUNATO, lascia Nagasaki 3 giorni prima che sulla città venga sganciata la bomba nucleare
SFORTUNATO, va a Hirishima, dove viene fatta esplodere la prima bomba ( Little Boy)
FORTUNATO, non è in azienda quando avviene l’esplosione, ma 3 km di distanza e per questo è sopravvissuto
SFORTUNATO, torna a Nagasaki giusto in tempo per ricevere sulla testa la seconda bomba nucleare (Fat Man)
FORTUNATO, si salva perchè anche in quel caso la bomba esplose a 3 km di distanza
SFORTUNATO, molti dei suoi parenti morirono nell’esplosione e lui assorbì moltissime radiazioni che lo debilitarono nel corpo per tutta la vita
FORTUNATO, è stato quello che è vissuto più di tutti gli sventurati nijuuhibakusha, arrivando alla bellezza di 93 anni e godendosi la vita che gli altri hanno purtroppo perso
Ecco quindi che il titolo ora ha finalmente senso: Tsutomu Yamaguchi può davvero essere definito allo stesso tempo l’uomo più fortunato e sfortunato di tutti i tempi.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere