Il Tukdam: la meditazione trascendentale

Il tukdam è un particolare tipo di meditazione a cui arrivano alcuni monaci tibetani che prosegue anche dopo la morte. Secondo lo stesso Dalai Lama sono pochissimi i monaci che riescono ad arrivare a questo particolare stato trascendentale e sono solo i più puri di spirito.
Il corpo del monaco ha una durata terrena, mentre lo spirito permane e si eleva alla più alta purezza spirituale, fino a raggiungere il Buddha. Il corpo del monaco cade in uno stato di trance estrema, abbassa al minimo i parametri vitali e smette di percepire gli stimoli esterni. Questo stato porta inevitabilmente alla morte fisica del monaco che però rimane vivo nello spirito. proprio per questo i monaci tibetani asseriscono che il “prescelto” in realtà non è morto, ma solo in un piano diverso da quello materiale. Il corpo defunto rimane normale senza segni di decomposizione e per questo funge da contenitore per l’anima del monaco che si risveglierà quando la reincarnazione del Buddha si manifesterà al mondo.
I monaci buddisti sono spesso accreditati di proprietà ultraterrene nel loro esercizio dell’ascetismo e spesso la realtà dei fatti viene assolutamente distorta dalla leggenda.
Ultimamente però ci sono stati due ritrovamenti di mummie che hanno sbalordito persino gli scienziati più scettici.
Il primo caso riguarda un monaco che è stato trovato nel quartiere di Songinohajrhan ad Ulan Bator, quando un uomo tentava di venderne il cadavere mummificato sul mercato nero. La storia comincia però all’incirca 200 anni orsono, quando la persona che ora è una mummia si sottopose ad una dieta estrema evitando il consumo di tossine in modo da purificare il corpo. Poiché la mummia è seduta nella posizione del loto vajra, gli studiosi buddisti, e in particolare Gankhüügiin Pürevbat, fondatore del Mongolian Institute of Buddhist Art dell’Università buddista di Ulan Bator, credono che questa sia un’indicazione che l’uomo non è morto, ma assorto in un profondo stato di mediazione. Secondo gli studi su altri casi simili pare che nel tukdam il monaco resti in profonda meditazione per 3 settimane di fila con poco cibo mentre il suo corpo si deteriora e viene depurato dalle tossine. Questo processo mette in moto una sorta di auto-mummificazione che perdura anche per secoli.
Il secondo caso è ancora più eclatante e la scoperta è avvenuto ad Amsterdam. La statua di un Buddha, databile tra il 1050 and 1150 e conservata nel Drents Museum di Assen, nascondeva un corpo da oltre mille anni. Una tac ha rivelato che la statua di cartapesta dorata fungeva da “guscio” e celava al suo interno uno scheletro umano perfettamente conservato. Il corpo sarebbe quello di un monaco a gambe incrociate e nella tipica posizione della meditazione. Lo scheletro ritrovato nella statua sarebbe appartenuto a Liuquan, maestro buddista della scuola cinese vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo e, al posto degli organi, la mummia è stata riempita con pergamene scritte nell’antica scrittura cinese e altri oggetti ancora da identificare. Anche in questo caso i monaci buddisti sostengono fermamente che il corpo non vada ne rimosso ne danneggiato, perchè è solo in un profondo stato del tukdam.
Può quindi la meditazione far trascendere la nostra anima fino a raggiungere altri piani di esistenza?

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere