Che cos’è uno zombie?

La parola zombie deriva dalla parola in creolo haitiano, ‘zombi’, che a sua volta deriva da un termine bantu, ‘nzumbie’. L’etimologia di questa parola è difficile da decifrare: si pensa provenga dalla lingua kimbundu, e potrebbe significare ‘fantasma’; oppure, dal kikongo, lingua nel quale il termine potrebbe significare ‘dio’ (‘nzambi’).
Il caraibico ha poi modificato la parola in ‘jumbie’, e ‘zombi’, nel significato attuale.
Comunque si tratta di una parola ancora abbastanza misteriosa, diventata nota perché viene utilizzata nella religione voodoo.
La parola ritorna, come abbiamo detto, nel rito voodoo, nel quale un ruolo importante era quello dei sacerdoti. Il loro nome era ‘ungan’, se maschi, e ‘mambo’, se femmine. I sacerdoti avevano il compito di decifrare i comportamenti degli spiriti, e di indirizzarne le azioni ora verso finalità positive ora verso altre negative.
I sacerdoti oscuri, coloro che usavano il loro potere per scopi egoistici, venivano invece chiamati ‘bokor’.
Il loro scopo era proprio quello della creazione di zombi, che altro non erano, nella tradizione caraibica, se non morti fatti resuscitare con un rito allo scopo di diventare dei servi al servizio di coloro che li aveva evocati. Il modo in cui sarebbe avvenuta questa resurrezione può variare ma comunque il risultato era quello.
Il morto vivente veniva quindi evocato per essere uno schiavo al servizio di colui che l’aveva risuscitato.
La tradizione haitiana riteneva che il bokor, per evocare il morto, ne catturasse l’anima provocando nella persona uno stato di letargia, che rendeva il cadavere come un essere vivente. Bastava passare una bottiglia che si credeva contenesse l’anima della persona (soprannominata piccolo angelo guardiano) sotto il naso del morto, perché fosse possibile risvegliarlo e quindi controllarlo.
Inoltre la tradizione haitiana credeva che laddove si fosse fatto assaggiare del sale allo zombie, egli avrebbe rotto il legame di schiavitù che lo legava allo stregone, e la fattura sarebbe terminata,
Una spiegazione al fenomeno degli zombie potrebbe essere la seguente: alcune persone, di ceto povero, venivano drogate con delle sostanze che provocavano catalessi e morte apparente, quindi venivano sepolti e riesumati per essere ‘risvegliati’. Queste persone si mantenevano comunque in uno stato semi vegetativo, e quindi erano prive di capacità di intendere e volere. Si credeva che venissero utilizzati come schiavi nelle piantagioni di canne da zucchero.
Tutte le credenze occidentali circa gli zombie sono in realtà molto diverse da quelle originali: infatti nelle credenze haitiane, gli zombie non erano pericolosi per le persone e non davano la caccia agli esseri umani. Piuttosto, ciascuno temeva di poter essere trasformato in uno zombie a propria volta. 

L’interpretazione occidentale degli zombie

L’Occidente ha rielaborato in un modo sui generis la leggenda egli zombie, che hanno avuto un grandissimo successo sia nella letteratura che nel cinema.
Il morto vivente nella tradizione occidentale è un morto che non ha trovato pace e che viene rievocato con dei riti, per andare a cercare altri esseri umani da divorare. Nell’interpretazione occidentale infatti lo zombie è un cannibale che cerca di divorare altri esseri umani, che a sua volta trasformerà in zombie, allo scopo di nutrirsi della loro anima e della loro energia vitale.
Nella tradizione dell’Occidente, lo zombie è un essere umano che si muove lentamente, ma inesorabilmente, alla ricerca di carne fresca. Sono stati dipinti come esseri putridi, semi decomposti, dal passo strascicato. Nella cultura occidentale l’idea degli zombie va di pari passo con quella dell’arte.
Gli zombie sono stati rappresentati per primi nel film cult per eccellenza, “La notte dei morti viventi” di George Romero, nel 1968. Qua per primo si intravede la figura dello zombie cannibale e crudele. Anche “Zombi” del 1978, secondo film di Romero, si incentra su questa figura: un mucchi di zombie invadono un centro commerciale.
La figura degli zombie ed in particolare della temutissima ‘apocalisse zombie’ si diffonde per mezzo del cinema e della letteratura, in particolare con serie tv famosissime come “The walking dead”. Da segnalare che nella cultura norvegese esistevano dei personaggi, chiamati Draugr, che si credevano dei guerrieri morti resuscitati. 

La verità scientifica dietro gli zombie

Ma cosa ha spinto la cultura haitiana a raffigurarsi per prima l’immagine dello zombie? Una folclorista statunitense, di nome Zora Neale Hurston, nel corso del lavoro si imbatte in una donna haitiana che i suoi familiari riconobbero come parente, sostenendo però che fosse stata seppellita trent’anni prima. Questo fu il primo ‘presunto’ ritrovamento di zombie. Sembra inoltre che alcune persone fossero state sepolte vive e fossero riuscite a liberarsi. Insomma, in fondo alla leggenda degli zombie ci potrebbe anche essere un fondo di verità, poi ovviamente ingrandito dalla leggenda e dal folclore, in unione a quella religione diffusa sull’Isola che era il voodoo.
Un antropologo di nome Wade Davis inoltre, studiando il fenomeno degli zombie, nei suoi libri descrisse due sostanze che sarebbero state in grado di indurre in uno stato di catalessi le persone, e quindi di morte apparente, che però non sarebbe durato a lungo. All’assunzione di questo veleno, tratto da quello del pesce palla, si ricondurrebbero i sintomi tipici degli zombie, che poi sarebbero stati nutriti ed amplificati dalla leggenda popolare.
Dal punto di vista scientifico, la tetradossina è un veleno molto potente, che se assunto in grandi dose può modificare la conduzione nervosa e bloccarla. L’assunzione porta alla morte nell’arco di poche ore del 65% delle persone che assumono questo veleno.
Questo veleno una volta ingerito poteva causare la morte per intossicazione ma anche uno stato di morte apparente con rallentamento del respiro e del battito cardiaco. Lo sciamano seppelliva il corpo e lo disseppelliva entro otto ore, per evitarne la morte per soffocamento. Quindi gli veniva somministrata una miscela a base di datura, un tipo di pianta, scopolamina, iocsiamina. Questo portava ad una stato di trance il soggetto, ed ecco creata la leggenda dello zombie. Si credeva che nel rito voodoo lo stregone riuscisse a riportare alla vita il soggetto.
Oltre la tretodossina, esistono anche altre quattro sostanze che possono portare l’uomo in uno stato di morte apparente; come la toxoplasmosa gondii, i nanorobots, o il virus della neurogenesi. Non solo, ci sarebbe anche un virus poco conosciuto, il Solanum, in grado di ricreare una serie di comportamenti che assomigliano a quelli degli zombie.