La Dama bianca del Castello di Duino

Il castello di Duino si trova nel comune di Duino-Aurisina, in provincia di Trieste, nella regione Friuli-Venezia Giulia. Di proprietà da oltre 420 anni della famiglia Della Torre, dal maniero si gode un panorama sulle ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare. La sua edificazione fu voluta nel 1389 da Ugone di Duino, capitano di Trieste, in sostituzione del Castelvecchio risalente al X secolo, di cui sono ancora visibili le rovine su uno sperone roccioso a picco sul mare.
Come ogni buon castello medievale anche questo ha la fama di accogliere tra le sue mura un fantasma inquieto, questa volta di una bianca dama che durante la notte vaga triste in cerca della pace che non ha avuto in vita.
Si narra che il signore di Duino, particolarmente collerico e sanguinario, era spesso lontano per difendere le sue terre dagli invasori che da est e da nord continuamente sconfinavano e saccheggiavano i villaggi. La sua giovane sposa era. al contrario, una giovane molto dolce e cordiale, tanto che molti baldi giovani aspiravano ad incontrarla sotto le lenzuola. Nonostante le voci che spesso giravano tra i nobili, la devota castellana era molto fedele al suo sposo e lo amava a tal punto da perdonargli tutte le offese e i modi bruschi che dimostrava al suo ritorno dalle varie battaglie. Per intenerire il suo cuore di marito prepotente ella gli donò un foglio maschio che per un certo periodo acquietò il suo signore. Ma le dicerie e i pettegolezzi continuavano e una sera, spinto dal molto vino che era solito bere nelle sue cene, il signore del castello ebbe un lungo diverbio con sua moglie.
In un impeto do rabbia l’afferrò brutalmente e la scagliò giù dalle mura della rocca. La poverina, mentre cadeva, lanciò una disperata invocazione d’aiuto ai santi a cui era molto devota. Il cielo ascoltò il suo grido, trasformandola in pietra prima che toccasse terra e preservandole il dolore atroce che avrebbe avuto nell’impatto.Ancora oggi la donna pietrificata giace ai piedi della rocca rannicchiata su se stessa, con la sua veste candida distesa in morbide pieghe che il mare lambisce. Da allora, dice la leggenda, spesso di notte, verso la mezzanotte, la dama si desta dal suo sonno, si alza da giaciglio di sasso e vaga per le stanze del vecchio castello, in cerca della culla del suo bambino e, non trovandolo, piange disperatamente fino all’alba, quando riprende il suo aspetto di pietra.