fantasma-di-bianca-mariaIl castello di Issogne e il fantasma di Bianca Maria

Nella fredda ma suggestiva Valle d’Aosta sono presenti alcuni tra i castelli più belli d’Italia; tra questi forse il più famoso e quello di Issogne.
La fortificazione di Issogne ha origini molto antiche; se ne parlava già nell’anno 1151 in una bolla di papa Eugenio III che l’attribuiva al vescovo di Aosta, ma sul sito sono stati trovati resti dei muri perimetrali di una costruzione risalente addirittura al I secolo a.C.
Fino al 1379 il castello restò sotto il controllo ecclesiastico, ma poi il vescovo di Aosta, dopo un’aspra e sanguinosa battaglia, affidò la giurisdizione di Issogne Ibleto di Challant. La famiglia Challant fu padrona della rocca per molto tempo e ciò fu dovuto alla capacità del feudatario di conservare la pace, a garantire l’abbondanza in tutto il feudo e all’azzeccata ide di favorire il commercio e lo sviluppo delle botteghe artigiane.
Per la nostra storia però dobbiamo ancora andare avanti di un secolo, precisamente a cavallo 1499 e il 1501( la data non è chiara).
Per un attimo ci spostiamo a Casale Monferrato dove in quel periodo nacque Bianca Maria Gaspardone, figlia di Giacomo Gaspardone e di Margherita degli Inviziati, una famiglia molto ricca influente in Piemonte.
La piccola Bianca Maria, oltre ad essere nata fortunata, aveva anche dalla sua parte una grande bellezza che mostrò sin dalla sua tenera infanzia. Entrambe le cose però ben presto le costarono la libertà: a soli 12 anni venne offerta come sposa dal padre ad Ermes Visconti, di oltre 20 anni più vecchio di lei, con la promessa da parte dei Visconti di una grande influenza politica e sociale in quasi tutto il nord Italia.
La piccola Bianca Maria però era tutt’altro che l’immagine della castità e della fedeltà: cresciuta troppo in fretta per la sua età si trovò di fronte a un clima estremamente lussurioso a castello e in quel clima sviluppò un carattere molto libertino e provocante. Per 6 anni il matrimonio vacillò e sfociò in forti litigi e punizioni per la ragazza, un po’ a ragione per le sue scappatelle con i servi, un po’ per l’estrema gelosia di Ermes. Il risultato fu che a soli 18 anni Bianca Maria fu rimandata a casa con la scusa di non essere riuscita a dare un erede al marito.
Ancora una volta la sfortuna e la fortuna colpirono assieme la fanciulla: pochi mesi dopo essere stata rimandata a casa, il padre di Bianca Maria morì ed ella divenne unica erede dei possedimenti dei Gaspardone; ma con un abile mossa l’eredità venne sequestrata nonno materno che impose a Bianca Maria un vitalizio alla madre Margherita Inviziati di 300 scudi all’anno e una cospicua fornitura annuale di vino e cibo.
Il 22 ottobre 1519 Ermes Visconti venne giustiziato a Milano con l’accusa di cospirazione e Bianca Maria rimase vedova ed estremamente ricca.
La voce si sparse ovunque e furono molti i rampolli della nobiltà di allora a presentarsi come possibili spasimanti della bella ventenne. Attirato dalle sue ricchezze, chiese la sua mano anche Renato conte di Challant, che ottenne il matrimonio nell’estate del 1522. La coppia poi si trasferì nel castello di Issogne.
L’uomo non era a conoscenza della vita libertina della sua sposa e le varie diplomatiche lo portarono spesso lontano da casa; la giovane e ancora bella Bianca Maria, annoiata dalla vita molto più riservata del matrimonio precedente, decise di trasferirsi a Pavia da uno zio e lì si consolò con numerosi amanti. Uno dei più assidui frequentatori della donna fu Ardizzino Valperga conte di Masino.
Nel 1525 Bianca Maria tornò a Casale Monferrato dove intrecciò l’ennesima relazione fedifraga, questa volta con Roberto Sanseverino, un nobile napoletano a servizio dell’imperatore Carlo V. Quel nuovo “svago” suscitò le ire dell’altro amante,il Valperga, che per vendicarsi di Bianca Maria iniziò a spargere la voce delle scappatelle della contessa. Il nome di Bianca Maria fu screditato fino a Milano e tutti vennero a conoscenza del suo comportamento libertino.
Bianca Maria cercò di correre ai ripari e propose a Sanseverino di uccidere Valperga, ma egli era un uomo poco incline alla violenza e si rifiutò. Allora la ragazza si rivolse a molti altri amanti, fino a quando trovò nel giovane Pietro Cadorna l’alleato perfetto: nel 1526, l’uomo a alcuni suoi amici tesero un agguato a Valperga, uccidendo lui e suo fratello Carlo.
Roberto Sanseverino fu informato dell’omicidio e, temendo di essere il prossimo sulla lista degli amanti eliminati dalla contessa, portò a conoscenza dei fatti il contestabile Carlo di Borbone che fece arrestare Pietro Cadorna. Cadorna sotto tortura fece il nome di Bianca Maria Gaspardone, che fu anch’ella arrestata e condannata a morte.
In cambio della sua libertà offrì 15.000 scudi, ma non bastarono a salvarle la testa: il 20 ottobre1526 fu decapitata nel castello di Porta Giovia a Milano.
Una lunga storia che alla fine non riporta la bella Bianca Maria al castello di Issogne da viva, ma bensì da morta. Si dice infatti che l’anima inquieta della ragazza ancora oggi abiti la mura della fortezza e sono moltissimi i dipendenti e i turisti che hanno affermato di avere scorto il fantasma di una balla ragazza vagare nei corridoi e sui camminamenti.
Sembra che nelle notti di luna piena, quando il cielo è sgombro dalle nuvole, lo spettro di Bianca Maria percorra l’ala ovest del castello reggendo la sua testa mozzata tra le mani. C’è anche chi afferma che il suo fantasma, questa volta con la testa sulle spalle, non riesca a resistere alla presenza di visitatori particolarmente attraenti e che tenti ancora di sedurli cercando di baciarli sulle labbra o sul collo. Alcuni hanno anche affermato che spesso, anche in pieno giorno e in presenza delle proprie compagne donne, hanno sentito la cerniera dei pantaloni abbassarsi o il bottone slacciarsi da solo…

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere