Il poltergeist di Enfield, il caso che ha ispirato The Conjuring

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Il poltergeist di Enfield è uno dei più famosi casi di RSPK.

A Enfield (Londra), nell’agosto del 1977 iniziarono a verificarsi dei fenomeni insoliti, che riguardavano la famiglia Hodgson, fino ad allora una famiglia tranquilla.

In casa vivevano la madre Peggy, separata, e i suoi quattro figli Jenet, Margaret, Pete e Jimmy. La sera del 31 agosto di quell’anno, mentre Jenet e Margaret stavano per andare a letto, udirono dei colpi abbastanza violenti provenire da una cassettiera che avevano in camera; udendo questi colpi la madre interviene per rimproverare le due ragazze ma entrata in camera vede le figlie piuttosto spaventate e poco dopo assistono ad un episodio inquietante: la cassettiera si spostò di qualche centimetro, la madre allora la ripose al suo posto, ma poco dopo si spostò di nuovo.

Successivamente a questo fenomeno, una notte, la famiglia iniziò a sentire strani rumori provenire dalle mura di casa che le spaventò a tal punto da farle uscire di casa nel cuore nella notte, inizialmente la madre chiamò il vicino anche lui testimone dei rumori insoliti e successivamente la polizia, che non credette subito a tutto ciò ma pensava fosse stato uno scherzo da parte da parte dei figli, e rivolgeva a loro domande per capirlo, durante il colloquio la poliziotta di turno, Caroline Heeps, vide lei stessa qualcosa che ancora oggi stenta a credere, la sedia affianco a lei si sollevò di circa un centimetro e si spostò verso destra di quasi un metro.

Incredula, controllò se il pavimento fosse in pendenza, ma non era così, e neppure la sedia, per lei non era stata “truccata”. La famiglia e i vicini, ancora sotto shock, non sapevano come affrontare questi episodi, dopo che anche la polizia stessa non ebbe nessuna spiegazione da dargli, anche dopo che controllò che non fosse un terribile scherzo. Dopo qualche giorno, chiamarono il Daily Mirror.

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Il 4 settembre 1977, arrivarono il reporter Douglas Bence e il fotografo Graham Morris, i quali, oltre a notare lo stato terrorizzato della famiglia, assistettero anche loro ad una scena più che singolare, in camera, piccoli giocattoli (mattoncini Lego e biglie) si misero a volteggiare per la stanza, molto velocemente, Morris provò a fotografare il fenomeno, ma la foto non rese quanto stava accadendo, in più lui stesso fu colpito sulla fronte, da uno di questi piccoli giocattoli. I giornalisti stessi, invitarono Peggy Hodgson a contattare la Society for Psychical Reasearch (SPR), per andare più a fondo sulla questione, difatti tutti i testimoni erano increduli, spaventati e non sapevano spiegare gli avvenimenti in modo razionale.

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La SPR, inviò ad analizzare il caso Maurice Grosse, il quale seguì la vicenda fino alla sua fine (più di un anno dopo). Durante la sua permanenza, condivisa con lo scrittore Guy Lion Palyfair, documentò diversi fenomeni, dai battiti sui muri ai fiammiferi si accendevano da soli nella loro scatola, da letti rovesciati a sedie ribaltate, fino ad arrivare a casi dove Janet si ritrovava lievitare da terra. Diffusa è la serie di fotogrammi che raffigurano Janet che in piena notte, da posizione coricata, nel suo letto, sembra venga scaraventata verso l’alto. Questa serie di fotogrammi è stata catturata grazie ad una fotocamera posta nella camera, collegata ad un sensore di movimento, uno dei tanti strumenti utilizzati per l’analisi accurata del caso. Maurice, dopo aver cercato qualsiasi tentativo di frode, sia verso di lui che i media o alla madre stessa, si convinse e teorizzò che non si trattava di uno scherzo, ma di un fenomeno poltergeist genuino, dove la figura fondamentale fu Janet, all’epoca undicenne. La causa di questa sua “esplosione” fu da ricercare nella situazione emotiva in cui era, i suoi genitori avevano divorziato, e a livello sia emotivo che finanziario, questo fatto ricadeva sulla felicità e benessere di tutta la famiglia, all’epoca vivevano solo con gli alimenti che portava il padre, il che fu una dura prova per tutti, in contemporaneità, Janet era prossima alle sue prime mestruazioni, un punto di grande cambiamento per una donna, sia a livello fisico, che psichico. La combinazione di tutto questo, fu la probabile  causa degli avvenimenti che prendevano sempre più forza man mano che passavano le settimane.

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Si arrivò addirittura ad un punto dove il caso ebbe un mutamento radicale, Janet iniziò a parlare con una voce completamente diversa dalla sua senza neppure muovere le labbra, parlava come se non fosse lei. Si presuppose l’utilizzo conscio delle false corde vocali, ma la cosa più strana fu che Janet poteva fare lunghi discorsi utilizzando questo suo “modo di fare”, senza riscontrare nessuna infiammazione cosa che, normalmente, dopo pochi minuti si potrebbe incorrere in un doloroso mal di gola. La voce “dentro” Janet arrivò a dire di essere un fantasma, e spesso si rivolgeva a Maurice insultandolo. Ciò rese molto indocile il ricercatore nel credere che quella voce era veramente di un fantasma che si fosse impossessato di Janet, infatti credeva che in un modo o nell’altro Janet avesse trovato un modo per parlare con quella voce e stesse “giocando” esprimendo quel che normalmente non potrebbe mai dire, ma un ultimo avvenimento mise un punto di domanda anche a questo. Durante un’intervista registrata, domandò a Janet chi fosse, e lei rispose “Bill”, e continuò raccontando come fosse morto, “sono diventato cieco, poi ho avuto un’emorragia, mi sono addormentato e sono morto su una sedia in un angolo al piano di sotto!”. Maurice allora si impegnò a rintracciare i vecchi proprietari della casa e chiedere se esistesse questo “Bill” e come fosse morto. La descrizione corrispose con quanto Janet, o chi per lei, aveva detto. In ogni caso credo che quest’ultimo “particolare” sia da accostare più che al fenomeno poltergeist (psicocinesi, involontaria e spontanea) ad una probabile o presunta facoltà medianica della piccola Janet.

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