La leggenda di Oiwa

Tra le migliori leggende spiccano sicuramente quelle giapponesi perché riescono ad infondere un senso di realismo davvero incredibile. Sono per lo più storie di vita quotidiana, di gesti ed eventi che potrebbero essere stati vissuti o ai quali è possibile aver assistito, pur trattando spesso fantasmi, paranormale e argomenti a sfondo horror.
Nel folclore giapponese sono molto frequenti gli spiriti femminili, per lo più dovuti a morti violente per opera del marito o di amanti: molti di questi miti giungono dal periodo Edo, l’epoca dei samurai, e molte delle storie ci sono giunte anche grazie alle esibizioni teatrali. Qui vi riporto una delle più famose leggende del Sol Levante, ancora oggi raccontata e spesso inscenata in tutta la nazione.
In Giappone è conosciuta come “Yotsuya Kaidan” e racconta di una donna di nome Oiwa che venne avvelenata dal marito infedele ed il suo fantasma ritorna dalla morte per ottenere la sua vendetta.
In un piccolo paesino non molto lontano da Kyoto viveva una bella fanciulla di nome Oiwa, figlia di contadini e destinata ad una dura vita nei campi. Per sua fortuna in giorno trovò l’amore in un giovane di nome Lemon, anche lui tutt’altro che ricco, ma che le promise eterno amore. La giovane trovò con lui la felicità che bramava da tempo e quando lui le chiese la mano fu il giorno più felice della sua vita.
Dopo il matrimonio i due andarono a vivere nella grande città di Kyoto, ricca di gente, di svaghi e distrazioni e ben presto Oiwa si rese conto che Lemon non aveva alcuna intenzioni di cercarsi un lavoro e badare alla famiglia, ma solo di divertirsi con tutte le distrazioni che una grande città poteva offrire.
La donna cadde in uno stato di profonda depressione, soprattutto quando seppe di essere incinta. Tra i due iniziarono le prime incomprensioni, poi le ripicche e infine il disinteresse da parte dell’uomo che iniziò una relazione con una ricca vedova di nome Oume. Quella relazione però era mal vista dal padre di Oume che rimproverava a Lemon un comportamento disonorevole e gli impose di porre fine al suo matrimonio altrimenti non avrebbe più rivisto sua figlia.
Lemon, che mirava alle ricchezze e alla vita nobiliare di Oume, valutò con molta attenzione le parole del vecchio e si convinse l’unica maniera per sposare Oume era sbarazzarsi di Oiwa e del figlio che ella portava in grembo. Oiwa, che ignorava perfino i suoi tradimenti, si consolava a casa preparando tutto il necessario per la nascita di suo figlio, ma una sera Lemon verso nel piatto di sua moglie un potente veleno e Oiwa si accasciò tra spasmi e atroci dolori. Il veleno utilizzato da Lemon era talmente potente che sfigurò il bellissimo viso della ragazza e infine ella perse conoscenza.
Convinto che Oiwa fosse morta, l’uomo la raccolse da terra e la distese sul letto, pensando già a come giustificare la sua morte. Chiamò un medico per constatare la morte e si inventò un incidente dicendo che sua moglie aveva bevuto per sbaglio un preparato per concimare i campi. La ragazza però il giorno dopo si risvegliò e sopravvisse, sebbene con il volto sfigurato e perdendo il bambino che aveva in grembo.
Per fortuna di Lemon, Oiwa non ricordava nulla dell’avvelenamento, ma l’uomo iniziò a temere che la memoria le sarebbe tornata da lì a poco; così pensò ad un altro metodo per sbarazzarsi di lei. Una sera portò Oiwa fuori per una lunga camminata e i due si fermarono nei pressi di una scogliera. Lemon si guardò attorno e, non vedendo nessuno, spinse Oiwa giù, questa volta uccidendola sul colpo. Pur dovendo simulare il suo dispiacere, l’uomo in realtà si sfregava le mani nella consapevolezza che i suoi problemi economici stavano per finire.
Non passò molto che Lemon chiese in sposa Oume. La notte prima delle nozze Lemon venne svegliato da una risata sinistra e notò che la lampada che aveva vicino al letto stava cambiando aspetto: la osservò curioso e improvvisamente la fiamma prese la forma del volto sfigurato di Oiwa. L’uomo, terrorizzato, balzò in piedi e nell’aria sentì chiaramente la parola “Traditore!”. Con un bastone smosse la fiamma e ben presto quella terribile immagine svanì e la luce tornò ad essere quella consueta.
Il dopo Lemon e Oume si sposarono, ma quella stessa notte a casa dalla sua sposa sentì nuovamente quella risata malefica e quando si voltò ad osservare Oume vide in realtà al posto del suo volto quello di Oiwa che nuovamente sibilò la parola “Traditore!”. Spaventato da quella visione, Lemon sguainò la sua spada e decapitò Oiwa, ma solo per accorgersi con orrore che in realtà la testa che rotolava a terra era quella di Oume. Nuovamente in lontananza sentì il suono di una risata prendersi gioco di lui.
Conscio di aver assassinato nuovamente sua moglie, Lemon scappò e andò a rifugiarsi nella sua prima casa, quella che aveva scelto con Oiwa. La notte seguente sentì bussare alla porta e quando aprì vide dinnanzi a se Oiwa; di nuovo afferrò la sua spada e decapitò la donna, ma incredibilmente dopo qualche istante vide a terra il corpo del padre di Oume. A tormentarlo giunse puntuale quella risata che lui iniziava ad odiare e in preda al terrore Lemon scappò di casa e corse senza fiato fin dove le sue gambe riuscirono a portarlo.
Con il fiatone sin fermò e iniziò a riflettere sul da farsi. Non si accorse che era giunto alla scogliera, la stessa dalla quale aveva spinto Oiwa. Lemon si avvicinò al dirupo e guardando in basso: in fondo c’era un corpo che lui non riusciva a vedere, ma che temeva di conoscere. L’uomo allora fece un passo, poi un altro e infine si gettò nel vuoto.
Alcuni passanti videro quella scienza e raccontarono di aver visto due persone cadere: un uomo e un donna subito dietro di lui. Dissero anche che nell’aria risuonava una sinistra risata femminile…

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere