Babinda Boulders: la pozza maledetta

Nell’ultimo secolo la corrente di pensiero è sfumata, ma prima la gente additava molti luoghi come maledetti, non tanto per la presenza di fantasmi o creature mostruose, quanto per la sfortuna che portavano a chi vi si addentrava. In realtà dire che l’idea è completamente sfumata non è vero perché ancora oggi ci portiamo dietro paure o timori dei nostri avi per alcuni luoghi e qualcuno crede davvero ad una maledizione che li avvolge.

Uno di questi sono i Babinda Boulders (letteralmente i “massi di Babinda”), una pozza d’acqua profonda australiana che negli anni passati ha anche assunto il soprannome di “Devil’s Pool” (ovvero Piscina del Diavolo).

Babinda Boulders sono a tutti gli effetti massi naturali portati dalla corrente di tre torrenti che scendono dal monte Bartle Frere e che confluiscono in uno slargo dove le acque sono cristalline e il panorama idilliaco; proprio questa pittoresca bellezza naturale è costata al vita ad almeno 17 persone.

Questa volta quindi vi parlerò di un fenomeno che potremmo definire “naturale” perché non si tratta di costruzioni umane, né c’entrano le persone con le morti e gli infortuni che avvengono; proprio naturale non è il fatto che le acque preferiscano uccidere giovani ragazzi maschi e che non rilascino chi vi cade se non da cadavere.

Il luogo preciso dove si trova questa pozza è nei pressi della cittadina di Babinda, a circa 60 km a sud di Cairns, nel Queensland settentrionale. Ciò che è conosciuto come Babinda Boulders è un luogo meraviglioso dove le acque invitanti attirano turisti ogni anno; escursionisti, amanti del canottaggio, fotografi e anche qualche incauto nuotatore vengono qui osservare e sfidare la corrente della pozza d’acqua e scoprire il motivo del minaccioso soprannome di “Devil’s Pool”. Ma è possibile che la Piscina del Diavolo sia davvero maledetta? È possibile che vi sia un’entità invisibile che afferra le vittime per trascinarle sott’acqua e ucciderle?

Ciò che si dice è proprio quello e lo confermano molti turisti scampati alle acque dei Babinda Boulders: c’è qualcosa che afferra le persone e le trascina in acqua, come delle mani invisibili dalla forza sovraumana che non solo fanno cadere le persone in acqua, ma addirittura le strattonerebbero e le trascinerebbero nei gorghi della corrente.

Questa sinistra reputazione è vecchia di secoli e viene tramandata ancora dai discendenti degli aborigeni australiani, che sono soliti raccontare la leggenda di Oolana, il cui spirito sarebbe la causa dei molti incidenti e della morte dei giovani di 16 ragazzi e una ragazza.

Secondo la gente nativa della zona a metà del 1600 nei pressi di quella che è diventata Babinda c’era un insediamento della tribù di Yidinji. Oolana era una splendida ragazza che venne reclamata come moglie da un anziano chiamato Waroonoo. Come si può intuire non fu l’amore ad unire i due, ma le leggi del tempo erano rigide e prevedevano pene atroci per chi le infrangeva.

Oolana però era segretamente innamorata di un giovane ragazzo di un insediamento più a monte e per qualche tempo riuscì ad eludere la sorveglianza del marito andando lungo il fiume ad incontrarlo; quando il loro amore clandestino fu scoperto la rabbia di Waroonoo fu implacabile e a nulla servì la fuga dei due amanti nel deserto. L’intera tribù si mise alle calcagna della coppia e quando i due fuggitivi furono raggiunti il giovane fu trucidato senza pietà e Oolana riportata al villaggio dove gli anziani avrebbero preso una decisione sul suo destino.

Quella notte la ragazza fuggì, ma nuovamente fu raggiunta, questa volta lungo uno dei torrenti che bagnava le loro terre. Oolana fu circondata e a quel punto scelse di morire lasciandosi cadere tra i massi del torrente piuttosto che tornare a casa con suo marito. La ragazza annegò proprio dove oggi ci sono i Babinda Boulders e secondo gli aborigeni non ha mai lasciato il luogo perché il suo spirito continuerebbe a infestare queste acque, cercando di attirare i giovani affinché le facciano compagnia nella morte.

Questa leggenda è tornata alla luce nel corso degli anni, quasi a giustificare la morte documentata di 17 persone dal 1959 ad oggi e molti “strani” incidenti che ancora oggi avverrebbero lungo le rive della pozza. In molti casi i testimoni oculari e le vittime hanno affermato di essere stati forzati ad entrare in acqua e trattenuti da mani invisibili.

Perfino gli agenti di polizia temono queste acque e i subacquei non operano mai in meno di quattro unità quando devo ispezionare la zona.

L’ultima tragedia ufficiale si è consumata nel 2010. James Bennett, un marinaio 20enne della Tasmania, venne qui per una gita con i suoi amici. Già allora la fama di zona pericolosa aveva costretto a recintare i Babinda Boulders con protezioni di pietra, ma il gruppo decise di sedersi sopra la ringhiera di sicurezza per fare alcune fotografie. Secondo uno degli amici di James, il ragazzo fu improvvisamente e violentemente tirato indietro, come se “una mano invisibile” lo avesse trascinato nell’acqua. James si alzò per afferrare un ramo in modo da non farsi trascinare dalla corrente, ma nuovamente il suo corpo si contorse in maniera naturale e lui finì con la testa sotto acqua. Gli amici lo videro lottare furiosamente contro qualcosa e alla fine sbattè la testa contro un masso e smise di muoversi.

Gli amici tentarono di raggiungerlo lungo l’argine, ma il corpo venne trascinato via e fu ritrovato solo dopo tre giorni di ricerche in una zona tranquilla a valle.

Anche le persone riuscite a scampare alla tragedia hanno affermato di una presenza invisibile che farebbe scivolare le persone o le trascinerebbe all’indietro oltre le protezioni; nemmeno a farlo apposta la maggior parte delle vittime di questi incidenti sono maschi tra i 15 e i 40 anni.

Ci sono poi storie su una voce femminile che di notte canterebbe o sussurrerebbe parole in lingua aborigena e alcuni hanno riportato anche di un volto che spesso apparirebbe sulla superficie dell’acqua nella pozza, a volte solamente due occhi.

Questo è un caso davvero misterioso: le morti e gli incidenti sono parecchi, ma si tratta di suggestione e un pizzico di imprudenza, oppure siamo di fronte davvero ad una maledizione nata dall’infelicità di una ragazza?

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere