Le cascate del Bucamante e i due innamorati

Fantasmi, luoghi infestati, anime inquiete… No, non siamo nella leggendaria Scozia o in Galles, ma nella nostra amatissima Italia. La nostra penisola è piena di luoghi misteriosi e magici e non mancano le leggende di fantasmi e anime in pena.
In provincia di Modena c’è una frazione chiamata Monfestino, che in epoca rinascimentale era feudo di re Guidobaldo e della moglie Elvira. Siamo ai piedi del Monte Cornazzano, vicino all’antico borgo di Granarolo e ancora oggi l’atmosfera è suggestiva e fiabesca. Uno degli affluenti più importanti della regione è il torrente Tiepido, a sua volta alimentato dal rio Bucamante, il cui nome ed il nome delle sue cascate traggono ispirazione dalla storia tragica che riguarda la figlia del re.
I signori di Monfestino, Guidubaldo e donna Elvira, avevano una bellissima figlia di nome Odina, la quale insieme alla sua dama di compagnia amava passeggiare nei boschi attorno alla fortezza, cogliere fiori e fantasticare tra il fresco degli alberi.
Proprio durante una delle sue lunghe passeggiate la giovane Odina costeggiò il torrente più del solito e le due donne si spinsero più lontano di quanto avessero mai fatto prima. Fu allora che avvertirono nell’aria il leggiadro suono di uno zufolo e incuriosite ne cercarono al fonte. Si trovarono in una piccola radura dove il giovane Titiro, un povero pastore, suonava il suo strumento seduto su una roccia mentre badava al suo gregge.
Nonostante le sue vesti scarne e sporche il ragazzo era molto bello e quando gli sguardi si incrociarono, tra Odina e Titiro scoppiò quella scintilla che solo poche persone hanno effettivamente sentito accendersi nei loro cuori.
Odina però non era sola, e di certo re Guidobaldo non le permetteva di allontanarsi senza Fiorina, la sua dama di compagnia. Proprio Fiorina fu la causa delle loro disgrazie.
Odina tornò spesso a trovare il pastorello, a volte portandogli dei doni o del buon cibo, finchè tra i due sbocciò l’amore. Fiorina però, che in segreto era altrettanto attratta dal bel pastore, rivelò ai genitori della ragazza degli incontri “sconvenienti”, che ovviamente vietarono ad Odina di incontrarlo di nuovo.
Odina, per essendo già maggiorenne, doveva sottostare alle rigide regole imposte dal padre, così iniziò ad incontrare Titiro in gran segreto nei boschi attorno alla rocca. I due amanti si rividero spesso, ma i loro incontri si fecero sempre meno accorti e una notte Fiorina li colse sul fatto.
La dama di compagnia andò nuovamente ad avvertire la regina Elvira e fu così che re Guidobaldo ordinò che la sua indisciplinata figlia fosse rinchiusa per punizione nella torre del castello. La ragazza in qualche modo riuscì ad eludere le guardie e si mise a correre nei boschi nella speranza di incontrare di nuovo il proprio amato. Titiro era al solito posto, triste ed intento a suonare lo zufolo pensando ad Odina.
Finalmente di nuovo insieme, i due decisero di fuggire nascondendosi nel bosco, ma da Monfestino il re sguinzagliò i suoi migliori segugi e le sue migliori guardie con il compito di riportare Odina al castello e catturare l’importunatore.
Guardie, servi e cani setacciarono tutto il territorio circostante, fino a quando i due amanti non vennero scoperti nei pressi delle cascate del torrente. Ormai messi alle strette e nella previsione che quello sarebbe per loro stato il loro ultimo incontro, Titiro ed Odina incrociarono gli sguardi per un’ultima volta e con tacito consenso si gettarono abbracciati da una roccia nella cascata più grande, trovando cosi entrambi la morte.
Nella caduta il peso dei loro corpi avvinghiati fece cedere il terreno sotto la cascata che formò una grossa buca che prese il nome di “Buca degli Amanti”, poi nei secoli mal tradotta in “Bucamante”. Da allora, in omaggio a quella tragica vicenda, sia il torrente che le sue cascate hanno preso il nome di Bucamante.
Ancora oggi lungo il rio Bucamante si percepisce la forza e la magia del loro amore: gli spiriti felici di Odina e Titiro sembrano accompagnare i visitatori e non è raro avere l’impressione di vedere in lontananza nel sottobosco un paio di fatine dei boschi o un folletto dei monti.
Ogni anno a fine luglio nel borgo di Monfestino si tiene una rievocazione storica in onore della triste vicenda dei due innamorati.
Tale manifestazione viene rappresentata attraverso immagini di vita quotidiana, il caratteristico mercato medioevale, con cantastorie e giullari, con armigeri e cavalieri, dame e commedianti, il tutto contornato dalla scenografia naturale del luogo, dai colori, dalle luci, dagli addobbi e dalle musiche. E’ una festa per tutti coloro che amano rivivere, anche per un solo giorno, l’affascinante epoca medioevale.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere