La magia nera

Magia deriva dal termine greco mageia, che probabilmente a sua volta deriva dal persiano antico, ‘magush’, ‘avere potere’. La magia è l’arte che ritiene esistenti poteri occulti nella natura, che possono essere evocati per ottenere benefici, o per causare disgrazie, o per avere potere. Per magia nera si intende quell’insieme di pratiche e di magie che viene praticata per ottenere poteri superiori di quelli che si hanno naturalmente. Il mago che esercita la magia nera infatti utilizza delle formule che ‘superano’ le leggi della natura e che sono finalizzati a rendere più ampio e forte il proprio potere. Il mago di magia nera cerca di ottenere il controllo di altre entità spirituali, spesso e volentieri anche di entità demoniache.
La magia nera è qualcosa che sfrutta il negativo, e come tale è molto pericolosa e non si consiglia affatto di avvicinarsi a questo fenomeno. Il suo scopo è di andare contro ai piani benefici e divini previsti per l’umanità e per questo ci si affianca a forze oscure e demoniache, di natura molto pericolosa.
Il nome ‘magia nera’ prende spunto proprio da questo oscuro colore, che rappresenta l’arcano, l’oscurità, lo sconosciuto, ed il male. 
La profonda differenza fra la magia nera e la magia bianca consiste nel fatto che la magia bianca opera con gli strumenti della natura ed all’interno dei mezzi predisposti nella natura, mentre quella nera mira a superare le leggi universali e ad ottenere un potere superiore. Questa differenza si incarna nell’idea che la magia bianca consiste nella parte ‘buona’ dell’universo, è collegata alla luce ed alla positività, mentre invece la magia nera è connessa a quella zona oscura della magia che è difficile da scrutare, e che non si sa mai fin dove possa portare, con tutti i pericoli a ciò connessi. L’idea dello yin e dello yiang della tradizione cinese, il bianco ed il nero che si abbracciano, può dare un’idea della connessione ma della profonda differenza che esiste fra la magia bianca e la magia nera.

La magia nera nella storia 

La magia nera viene tradizionalmente interpretata come un tipo di magia pauroso e negativo, connesso al male. In molte società primitive del continente americano e non solo, però, l’idea della magia nera non era così strettamente connessa alla negatività, anzi. Negli Azande, per esempio, si riteneva che la magia nera fosse benefica alla stregua di tutte le altre, purché mirasse a colpire dei loro nemici. La magia nera risale anche ai villaggi celtici, dove si trovavano i maghi che prendono il nome di ‘negromanti’, da ‘necropolis’, le antiche città dei morti: credenza comune infatti era che essi potessero resuscitare i morti. Inoltre i negromanti venivano pagati dalla popolazione per inviare le maledizioni. Nonostante venissero perseguitati come eretici, il negromante era comunque dotato di un potere molto forte. Anche nella Roma Antica esisteva una tradizione di magia nera.
Nell’antica Grecia, il fenomeno della magia nera veniva ritenuto connesso a quello di uno dei peccati più gravi dell’uomo: l’hybris, vale a dire l’orgoglio e la volontà di diventare come gli dei. Questo portava gli uomini a superare le leggi universali per cercare di diventare superiore rispetto agli dei.
Nella ‘Poetica’ di Aristotele, la figura dell’hybris ritorna come ‘tracotanza’ e ‘superbia’ e si manifesta sempre con delle conseguenze molto drammatiche per chi ne sia portatore; infatti egli viola le leggi divine immutabili. Alla stregua, il mago nero è colui che si macchia di orgoglio, nel voler riuscire a superare le leggi universali, a sovvertire l’armonia del mondo.
Nel Rinascimento europeo comincia a diffondersi l’idea della magia nera come di qualcosa che tende a fuoriuscire dagli schemi. Infatti, se lo scopo del mago come si riteneva era quello di unire il microcosmo ed il macrocosmo, chiunque cercasse di usare la magia per scopi differenti rispetto a quello di comunicare con le divinità positive stava utilizzando la magia nera.
Cominciò quindi a serpeggiare l’idea di un tipo di magia oscura, utilizzata per raggiungere degli scopi diversi rispetto a quelli ‘classici’ e positivi dei maghi. Non a caso cominciarono a diffondersi dei nomi per identificare questo fenomeno, come magia daemoniaca o magia illicita.
Mago nero è colui che opera per superare le entità spirituali e le leggi della natura: mago bianco è colui che invece opera armonicamente con esse. Il mago nero vuole acquistare il massimo potere sugli altri, e per fare questo è anche in grado di vendere la propria anima. La magia nera, infatti, corrompe l’animo, rende crudeli, ha un lato oscuro che seduce ed ammalia ma poi rende schiavi.

I malefici nella magia nera

Nella magia nera esistono diversi malefici, che sono i risultati dei ‘rituali magici’ perpetrati dal mago.
Distinguiamo in particolare il malocchio, che è diverso dalla fattura perché il primo è un atto inconsapevole, non volontario.
Il malocchio consiste in quel rito magico che invia energia negativa su un certo soggetto; ma lo si fa in maniera inconscia, per esempio guidati da una forte invidia. Nella superstizione popolare, il malocchio è ‘la sfortuna’: quando una persona ha il malocchio, è tormentata dalla sfortuna in qualsiasi cosa faccia nella sua vita. Per questo le persone che ritenevano di essere state colpite dal malocchio, per esempio perché la propria attività o famiglia andava male, ricorrevano agli amuleti ed ai riti propiziatorii che sono diversi di luogo in luogo, allo scopo di scacciare ‘la sfortuna’.
Invece la fattura al contrario del malocchio consiste in una precisa scelta di una persona, che vuole indirizzare consapevolmente delle energie negative su un’altra persona per provocarne il male. Si utilizza un ‘feticcio’ o un oggetto ‘fatturato’ col quale la vittima entra in contatto. Il primo caso è quello della bambola voodoo, che ritorna ai riti antichi del voodoo.
La vittima che ritenga di essere stata colpita dalla fattura può cercare di neutralizzare i suoi effetti negativi, per esempio ricorrendo ai talismani, alle protezioni, ai rituali di magia bianca.

Gli elementi della magia nera

La magia nera utilizza diversi elementi, che sono quelli naturali: aria, terra, acqua, fuoco. Questi elementi vengono del tutto richiamati nel corso dei riti magici, perché si tratta di ‘chiamare’ le forze della natura che potranno permettere la riuscita del rituale. L’atto magico, secondo la tradizione, deve essere creativo, deve quindi dare il potere di creare, e per fare ciò i quattro elementi devono essere tutti presenti nel momento in cui si procede al rito magico della magia nera.

La magia nera e la religione 

Il fenomeno della magia nera venne affrontato anche da parte della religione, in particolare con il cristianesimo. La religione cristiana non accetta nessun tipo di rituale magico, in quanto esso rappresenta il mezzo che il Demonio usa per cercare di distogliere l’uomo dai piani divini. Infatti come il serpente, nella Genesi, tentò l’uomo per farlo divenire come Dio, così egli continua a stimolare la hybris dell’uomo per cercare di farlo staccare dalla divinità.
Senza contare poi quei rituali di magia nera che vanno a confluire nel satanismo, quindi con il male assoluto.Cercando la conoscenza, la ricchezza, il potere l’uomo finisce per svendere la sua anima e per perderla del tutto. Nel suo libro ‘Dizionario Infernale’, lo scrittore Jacques Collin De Plancy nota che “La magia nera o demoniaca, insegnata dal diavolo ed esercitata sotto la sua influenza, è l’arte di commerciare coi demoni, in conseguenza di un patto stabilito con loro, e servirsi del loro ministero per operare cose al di sopra della natura umana”.  Il catechismo della chiesa cattolica insegna che le pratiche di magia ‘sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli’.