Religione Voodoo: rituali e riti

Il Voodoo (chiamato anche Vodu o Vudù in italiano) è una religione di origine afroamericano, esoterica. Si tratta di una religione estremamente antica, e ricca di simbologie. La religione Voodoo, di origine africana in primis, conosce una vasta serie di nomi con i quali nel tempo ci si è riferiti ad essa: vudù, Vodon, Vaudou, Voudou, e in Sudamerica viene principalmente chiamata Wodoo. Si ritiene che l’origine del termine provenga dal termine africano ‘vodu’, che letteralmente significa ‘spirito’, ma meglio tradotto con ‘segno del profondo’. Secondo altri, la parola voodoo deriverebbe dal termine Fon Yoruba, che significa ‘dio’. Questa pratica religiosa viene anche chiamata con altri nomi come Sevi Loa, Naniguismo, e Vuduismo. I fedeli di questa pratica religiosa invece vengono chiamata vuduista, naniguista, o vudù, semplicemente.
Si stima che almeno 50 milioni di persone in tutto il mondo pratichino il voodoo, soprattutto nelle zone dell’Africa occidentale, in America del Sud e nei Caraibi. Il Voodoo non è solo una religione ma anche un patrimonio culturale, artistico, linguistico, musicale di tradizione orale.

L’origine del Voodoo 

Qual è stata l’origine di questa religione così antica? Questi riti sono nati in Africa, si ritiene attorno al 1600-1700. Questi riti si propongono come una sintesi delle conoscenze della religione cattolica e dei riti ancestrali africani. Secondo una ricostruzione storica del fenomeno, il voodoo si presentò come una vera e propria speranza per gli schiavi, che si trovavano in balia della volontà altrui. Essi crearono una fede, che li facesse sentire uniti e che potesse fare di loro una vera comunità.
Più precisamente, la radice della religione Voodoo è da ricercare nel popolo Akù, anche chiamato popolo Yoruba, che si trova in Africa Occidentale, nell’odierno Togo, Sierra Leone, Nigeria e Benin. Questo popolo viveva vicino alle sponde del fiume Niger. Si trattava di una popolazione composta prevalentemente da schiavi che vennero importati in quel territorio dai francesi; essi crearono un mix di esoterismo e dei culti della religione cattolica.
La Chiesa Cattolica cercò di reprimere questa religione basata sulla magia nera e su una forte superstizione, ma comunque questa religione venne poi importata soprattutto ad Haiti, dove nacque ufficialmente il Vodun, o Voodoo, nel corso del XIX secolo circa. La deportazione degli schiavi nelle isole dei Caraibi contribuì alla diffusione di questo tipo di religione.
Anche in America Centrale ed in America del Sud questa religione divenne un miscuglio con quella cattolica, e creò così un particolare incrocio di riti e di religioni che si sostanziavano in alcuni simili a quelli cattolici e allo spiritismo.
Dalla diffusione nelle Americhe ad oggi, il voodoo è cambiato, a causa dell’incontro di popoli diversi. Intanto però questa religione, nonostante venisse molto repressa, attirava sempre più adepti, sicuramente anche per un fatto puramente razziale e culturale: permetteva a comunità di schiavi di riunirsi. Non solo, attorno a loro questi riti crearono un alone di mistero e di oscurità, che contribuì ad aumentarne la fama in maniera esponenziale. Nel 1800, il Voodoo si palesò al mondo più o meno come lo conosciamo oggi.
Oggi come oggi il voodoo gode di una certa partecipazione soprattutto negli Stati del’America meridionale, dove però si distingue a seconda della regione: in Brasile, per esempio, si chiama Candomblé Jeje, a Cuba Santeria; si diffuse negli USA, e ad Haiti, dove la religione vuduista viene riconosciuta nel 2003. Il 10 gennaio del 1996 viene istituito ad Haiti il National Voodoo Day. Sembra che anche in Africa Occidentale la religione vuduista stia conoscendo una certa prosperità, soprattutto in Togo ed in Ghana ed in Benin, le regioni dove il voodoo nacque. In Benin il voodoo è riconosciuto come religione ufficiale dal 1996, e si stima che 4/5 della popolazione lo pratichino.
Nel 1884 S. John scrive un libro, chiamato ‘Haiti or the Black Republic’, dove descrive il voodoo come una religione demoniaca che praticava evocazioni, torture, cannibalismo e sacrifici umani. In questo modo, si creò attorno a questa religione una superstizione ed una paura che è alla base di quell’idea di voodoo che molte persone hanno ancora oggi, senza contare anche il contributo del cinema che ha dato un’idea diversa dalla realtà di questi riti.

La struttura del Voodoo 

Il voodoo in realtà non è una religione unica ma, come abbiamo accennato, un’insieme di vari riti che possono essere diversi a seconda del luogo e della regione che si prende in considerazione.
Possiamo però isolare qualche caratteristica principale del voodoo, come il fatto di riconoscere una divinità suprema: il Gran Met (dal francese, ‘grande maestro’), o Olorun, chiamato anche Mawu, che corrisponderebbe al Dio unico presentato nella tradizione cristiana.
Questa divinità è percepita però come lontana, non conoscibile dall’uomo. Esistono poi una serie di divinità percepibili dall’uomo. Esse sono per esempio il Papa Ghede è considerato il dio che rappresenta gli spiriti dei morti che sono andati nell’aldilà. Erzulie, invece, è la dea che viene associata alla maternità ed alla fertilità. Ogun invece è considerato la rappresentazione del denaro. Damballa è il dio del cielo, mentre Papa Legba, che nella rappresentazione viene mostrato come un anziano, sarebbe il dio delle strade e dei passaggi, colui che può aprire la strada verso altri mondi e proprio per questo viene invocato dai fedeli. Il suo simbolo è una croce, e viene spesso paragonato a San Pietro. Esistono 30 ghede, che sarebbero le divinità correlate alla morte, ciascuna dotata di un nome proprio.
Le divinità che presiedono ai fenomeni naturali, invece, acquistano genericamente il nome Ogun.
Esistono anche dei Loa, spiriti, detti cavalieri che si crede che possano possedere i fedeli nel corso dei rituali, i quali subito dopo dicono di non ricordare nulla di quanto accaduto.
I Loa sono presenti anche in altre religioni africane e si pensa possano corrispondere a quello che per il cristianesimo sono i santi. I Loa vanno accontentati per mezzo di danze, sacrifici e di simboli. L’iconografia di alcuni dei Loa ricorda da vicino quella dei santi cristiani. I tipi di Loa sono molto numerosi, per questo nella tradizione del voodoo si suole distinguerli in diverse classi. Ci sono innanzitutto i Rada, che sono considerati spiriti positivi e benevoli nei confronti dell’uomo; i Ghede, che sono connessi alla magia nera, mentre i Petro sono considerati violenti e pericolosi.
I nomi dei Loa sono molto numerosi, possiamo ricordare Baron, Loco, Zaca, Azeto il vampiro, Agwe e via dicendo.
Il culto voodoo prevede il sacrificio di animali di vario tipo, come tori, maiali, galli, ecc. Prima di sacrificarlo, viene chiesto ‘il consenso’, che si ritiene dato quando l’animale accetta il cibo che gli viene offerto.
Il voodoo, abbiamo detto, è una religione molto misteriosa. Un po’ di questo mistero era dato dal fatto che fino a metà del Novecento veniva sistematicamente proibito ai non fedeli di assistere ai riti religiosi. Oggi invece questo è possibile, però bisogna sottoporsi all’iniziazione; per sette giorni gli adepti rimangono chiusi in una stanza, dove vengono loro comunicati i segreti del voodoo. Dopo di che, in un rito, vengono evocati tutti i Loa bevendo un liquido, per ‘entrare in comunione con gli spiriti’ e quindi iniziano le danze ed i canti, che terminano solo quando si è raggiunto uno stadio di trance. È in questo momento che si ritiene che i Loa possiedano i loro fedeli, e che possono manifestare la loro personalità, talora anche in modo violento. In alcuni casi si ritiene che i Loa vogliano anche bere e fumare alcuni sigari, e bisogna ascoltarli ed accontentarli se si vuole che essi esaudiscano le preghiere dei fedeli.

Il voodoo in Africa e ad Haiti

Come abbiamo detto, il voodoo assume caratteristiche diverse e connotati peculiari anche a seconda della zona di riferimento. Per esempio, in Africa il voodoo abbraccia la tradizione dello sciamanesimo, ed è in stretta correlazione con gli elementi naturali, come l’acqua, la malattia, la vita e la morte, la natura ed il fuoco.
Il pantheon degli dei africani nel voodoo ha a capo Mawu, entità suprema, che non viene mai raffigurato ed è il creatore di ogni cosa. Egli viene considerato l’inaccessibile, una divinità superiore, il generatore di ogni cosa nell’universo, insomma qualcosa di simile all’onnipotente Dio del cristianesimo. Quindi ci sono anche i Lwasa, le divinità minori, che entrano in contatto con gli esseri umani e possono anche collaborare con loro: sono il dio della guerra, il dio dell’amore, colui che guarisce dalla malattia, il dio del tuono e quello della conoscenza e della saggezza.
Al di fuori del continente africano, spesso e volentieri i riti voodoo sono riadattati e sono personalizzati secondo le tradizioni del luogo di riferimento.
Ad Haiti invece la figura peculiare del voodoo è Papa Legba, come abbiamo detto, che è un soggetto ritenuto un’intermediazione fra l’essere umano e le divinità, colui che ha le chiavi del contatto con il dio. Un altro dio importantissimo nella tradizione del voodoo haitiano è il dio del crocevia, Eshu. Mami Wata è invece la dea dell’acqua, chiamata anche Yemendja, che simboleggia il mare, tanto quello che procura cibo quanto l’oceano in tempesta. Viene rappresentata come una bella donna. Dan Dan, nella tradizione di Haiti, è il dio del serpente.

Bambola voodoo 

Le bambole voodoo (dagida) sono diventate uno dei simboli di questa religione, e dato il mistero che da sempre la circondava, non è difficile intuire come si siano diffuse anche falsità rispetto al loro utilizzo.
La bambola voodoo è un oggetto della tradizione religiosa afroamericana. La bambola dovrebbe rappresentare una persona in particolare, sulla quale si voglia apportare delle azioni, che possono essere positive o negative: farle del male, o guarirla, per esempio. Essa non è quindi solo un oggetto di magia nera, come si ritiene. Sulla bambola possono anche essere attaccati peli o capelli che appartengono alla persona in questione, e per mezzo di essa si possono controllare le persone medesime. Queste bambole possono essere di ogni forma, anche stilizzate, spesso vengono create con dei materiali semplici come cotone, stoffa, paglia, argilla, oggetti. Talora vengono anche riccamente decorate. A seconda del colore degli oggetti che si utilizzano nel costruirla, la bambola assume un significato particolare.
La bambola diviene voodoo solamente se viene utilizzata nell’ambito di qualche particolare rito magico. La bambola può essere utilizzata per attaccare un nemico; la tradizione risale probabilmente al fatto che i primi gruppi di schiavi che avevano cominciato a praticare la religione voodoo subivano crudeli persecuzioni, e questo può aver aguzzato il loro ingegno alla ricerca di sistemi di vendetta che potessero impaurire gli avversari.

Gli zombie nel voodoo 

La parola zombie deriva dall’haitiano, zonbi’, che proviene a sua volta dalla lingua bantu, ‘nzumbe’. Indica un morto che cammina, quindi un morto riportato in vita. Oggi come oggi gli zombie sono ovunque, nel cinema e nei fumetti, nei libri e nel folclore, ma la tradizione affonda le radici proprio nella religione di Haiti. Alcune credenze del luogo infatti sostenevano che alcuni sacerdoti fossero in grado di catturare l’anima di una persona e di mantenerlo in vita come loro schiavo anche anni dopo la sepoltura. Da qui l’idea che potessero esistere questi morti viventi chiamati zombie, che potevano essere usati come schiavi. Questi esseri non erano però crudeli o pericolosi come vengono interpretati nel mondo di oggi.
Tanto meno esisteva la tradizione di credere che gli zombie mangiassero gli esseri umani per tramutarli come loro. Si scoprì tempo dopo, nel Novecento, che le persone che venivano spacciate per zombie in realtà erano dei malcapitati ai quali veniva somministrata una droga molto potente, che causava prima un grande torpore, assimilato alla morte, e poi il ritorno alla vita ma in stato vegetativo. Sotto la dittatura ad Haiti della famiglia Duvalier, una dittatura crudele nella quale non si temeva a ricorrere all’omicidio per eliminare avversari (almeno 30mila persone furono uccise) questa famiglia manteneva intatto il clima di terrore facendo leva proprio sulla superstizione della gente. Non solo violenza, quindi, ma anche l’uso della cultura voodoo; Duvalier si faceva chiamare Papa Doc e pretendeva che si diffondessero dei racconti circa il fatto che i suoi oppositori veniva trasformati in zombie, per diffondere fra la gente ancora più terrore intorno alla sua persona.