ATLANTIDE

Il mito di Atlantide

Il mito di Atlantide narra di una civiltà che per il periodo cui visse ebbe una grande evoluzione e conoscitrice di grandi tecnologie che per quel tempo non erano pensabili. Questa terra da molti descritta come un’isola è stata collocata dai ricercatori negli ultimi anni nei più disparati posti del pianeta. Chi l’ ha posta nell’ Antartide, chi vicino alle coste della Grecia chi addirittura nel Mediterraneo di fronte all’ Egitto. Secondo quanto scriveva Platone nel “Timeo”, il primo dei tre libri che Platone doveva dedicare ad Atlantide era divisa in 10 zone che il fondatore della stirpe, Poseidone, divise fra le cinque coppie di gemelli, suoi figli maschi. Al maggiore, Atlante, dette la priorità sugli altri fratelli, che portavano i nomi delle zone a loro assegnate: Gadiro, Anfere, Euemone, Mneseo, Autoctono, Elasippo, Mestore, Azae e Diaprepe.

La topografia della città regale era basata sul cerchio. Ogni “capitale” era racchiusa in un anello di mura, alle quali succedeva un secondo cerchio, concentrico al primo, di acqua, e poi ancora una larga fascia circolare di terra, ed ancora un altro cerchio d’ acqua, ed ancora terra, ed ancora acqua, ed ancora terra. Sulle zone occupate dalle acque costruirono ponti che collegavano le terre tra loro, ed infine un largo canale che congiungeva il mare aperto con il primo cerchio d’ acqua, in modo che le navi potessero accedervi come in un porto.  Il primo a parlare di Atlantide fu Platone, nel Timeo, dove si racconta di una discussione tra Socrate, Timeo, Ermocrate e Crizia che, viene detto, ebbe luogo nel 421 a.C. ad Atene. Il dialogo prende le mosse da un altro dialogo, avvenuto il giorno precedente, riguardante la natura dello Stato ideale, e parla di come Solone, durante un suo viaggio in Egitto, venne a conoscenza di una guerra combattuta molto tempo prima tra gli antenati degli attuali ateniesi e, appunto, gli atlantidei, abitanti di una grande isola-continente situata oltre lo stretto di Gibilterra. Molte analogie di costruzioni o di tecnologie o di storie sono distribuite nel mondo in altre civiltà, ad esempio i geroglifici della piramide messicana di Xochicalco, decifrati dal francese La Plongeon, accennano anch’ essi ad “una terra posta in mezzo all’ oceano, distrutta e scomparsa”, un’ isola con una montagna circondata da anelli concentrici di terra e canali viene raffigurata anche nei disegni aztechi dell’ Aztland l ‘antica capitale azteca.